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Con l’ospedale di Misurata e l’addestramento della Guardia costiera stiamo realizzando quello che ci è stato chiesto, ma non si escludono altre missioni. Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti a margine dell’incontro con gli atleti dei gruppi sportivi militari che hanno partecipato alle Olimpiadi di Rio.

“L’allestimento dell’ospedale da campo a Misurata è stato completato. In realtà, i nostri medici sono arrivati in Libia il giorno immediatamente successivo alla comunicazione in Parlamento e hanno cominciato ad operare da subito”. Lo schieramento di una struttura ospedaliera da campo era stata predisposta a metà settembre, quando il Parlamento italiano aveva autorizzato l’operazione Ippocrate nell’ambito della collaborazione e del supporto fornito dalle autorità italiane a quelle del governo di accordo nazionale libico guidato dal primo ministro Fayez al-Sarraj e sponsorizzato dalle Nazioni Unite.

“Dopo tre giorni e mezzo – ha proseguito la Pinotti – era pronto il primo nucleo con dodici posti letto. Ora l’ospedale è completamente operativo con 50 posti letto e tutte le componenti che avevamo annunciato”. In questo modo, “abbiamo rispettato perfettamente i tempi che ci eravamo dati”. Per quanto riguarda la situazione politica nel Paese nordafricano, “assistiamo a momenti di tensione ma continuiamo a supportare il percorso del governo di al-Sarraj chiedendo sempre di più che ci sia una capacità inclusiva in modo tale che tutte le diverse sensibilità e territorialità libiche possano sentirsi rappresentate nel governo”, ha detto la Pinotti, non escludendo da tale prospettiva neanche il generale Haftar.

A cinque anni dalla morte di Gheddafi, la situazione in Libia sembra ancora lontana dalla soluzione, ma il ministro Pinotti appare fiduciosa sulla possibilità che le molteplici realtà emerse nel Paese possano giungere a un accordo di pacifica costruzione istituzionale. Su questa fiducia e sugli interessi italiani si basa “l’interlocuzione con la Libia, per la quale abbiamo collegamenti attraverso i nostri militari. Siamo presenti nel Paese con 300 militari, mentre stiamo studiando quelle che possono essere altre esigenze oltre all’ospedale di Misurata, richiestoci esplicitamente dal presidente al-Sarraj”.

Si guarda dunque ad altre tipologie di collaborazione e supporto umanitario oltre all’assistenza medica. “In previsione – ha detto la Pinotti – c’è la partenza, il prossimo 24 ottobre, del programma di addestramento della Guardia costiera e della Marina libica”. Ma il governo sta valutando anche l’ipotesi di rispolverare un piano di assistenza al controllo dell’immigrazione che era venuto meno con lo scoppio della guerra civile nel Paese. “Prima della crisi libica – ha spiegato la Pinotti – c’era la disponibilità del governo italiano di dare undici pattugliatori destinati al controllo delle coste, operazione già sperimentata con la Tunisia.

Ora si sta riaprendo anche questo cantiere, collegato all’addestramento della Guardia costiera e della Marina”. Relativamente all’ipotesi di un supporto militare, invece, il ministro ha ricordato che “non ci sono richieste particolari, ma restiamo disponibili a dare una mano, come abbiamo sempre detto, via via che possano esserci necessità di sicurezza, analizzandole e decidendo quale siano le possibilità dell’Italia”.

Cosa farà l'Italia in Libia. Parla Pinotti

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