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ARSENAL

Alla fine Arsène Wenger, l’allenatore più longevo della Premier League – quest’anno fa 21 anni sulla panchina dell’Arsenal – ha dovuto cedere alle proteste dei tifosi e alle critiche della stampa, e ha tirato fuori il portafogli: anche la spesa dei Gunners quest’anno si avvicina ai 100 milioni di sterline, con lo svizzero Xhaka, il nazionale tedesco Mustafi e l’attaccante spagnolo Lucas Perez, pezzi pregiati della faraonica campagna acquisti.

L’Arsenal – che non vince il titolo dal 2004 – resta un mistero: la società primeggia nelle classifiche per ricavi da stadio(anche grazie ai biglietti e agli abbonamenti più costosi della Premier), e i suoi due azionisti di maggioranza, l’americano Stan Kroenke – detto “Silent Stan” per via del suo essere teciturno fino all’estremo – e l’uzbeko Alisher Usmanov, magnate dell’acciaio e uomo più ricco di Russia secondo Forbes, sono tra i proprietari più facoltosi della Premier League. Eppure la rigida wage structure, la struttura degli stipendi imposta dal club al manager e ai calciatori, fa sì che l’Arsenal non riesca ad attrarre i migliori giocatori come le altre big. Da quando c’è stingy Wenger (“Wenger lo Spilorcio”) i Gunners non hanno mai fallito la qualificazione alla Champions League, ma questa dovrebbe essere la sua ultima stagione e i tifosi nonostante gli acquisti non si aspettano novità sul campo: gioco spettacolare palla-a-terra ma problemi sulle palle alte dietro, e squadra mentalmente debole. Il quarto posto comunque è più che alla portata.

TOTTENHAM  HOTSPUR

Dopo anni gli Spurs sono tornati a lottare per il titolo nella stagione scorsa, ma sono crollati sul più bello, finendo persino terzi dietro all’Arsenal per il 21esimo anno consecutivo. Mauricio Pochettino – cercato anche dal Manchester United – ha dato alla squadra un’impronta in linea con la storia del club fatta di bel gioco e interpreti sublimi (basti pensare a Gascoigne, Waddle, Ardiles) ma pochi successi. Ora il trend deve cambiare. L’ossatura della squadra è inglese, con il bomber Harry Kane e il giovane fantasista Dele Alli a guidare un gruppo che vede tra gli elementi di spicco anche il portiere della nazionale francese, Hugo Lloris, e l’ex romanista Erik Lamela. L’arrivo dal Newcastle di Moussa Sissoko nel deadline day, sembra avere rafforzato ulteriormente la squadra, che, verosimilmente, se la vedrà con i rivali dell’odiato Arsenal per un posto in Champions.

Nel frattempo l’Haringey Council – il municipio del quartiere popolare dove si trova la sede del club – ha dato il permesso alla Northumberland Development Project per la costruzione, sulle ceneri del mitico White Hart Lane, del nuovo impianto da 61mila spettatori degli Spurs, attivo dalla stagione 2018-2019. Ciò significa che la squadra dovrà disputare almeno una stagione lontana dal nord di Londra.

STOKE CITY

Lo Stoke ha fatto passi da gigante sotto la sapiente guida di Mark Hughes. Se una volta i Potters venivano bollati come un long-ball-team, una squadra scorbutica che giocava approfittando delle palle alte, oggi al Britannia Stadium si possono ammirare i talenti di Afellay, degli ex-interisti Arnautovic e Shaqiri, di Bojan Krcic, e del neo-acquisto Bony, in prestito dal Manchester City. Il mercato ha portato anche all’arrivo del difensore nazionale olandese Bruno Martins Indi dal Porto, di Joe Allen dal Liverpool, e dell’egiziano Sobhi. Lo Stoke punta a restare nelle prime dieci, ma potrebbe anche ambire più in alto, nonostante la falsa partenza (è ultimo con un solo punto su 3 partite).

SWANSEA

Francesco Guidolin è stato ricompensato con il rinnovo del contratto dopo aver portato in salvo lo Swansea, incredibilmente finito in zona retrocessione nello scorso campionato dopo anni di piazzamenti lusinghieri e di bel calcio. Gli addetti ai lavori parlarono allora di Swanselona, tanto il passing game della squadra gallese assomigliava a quello dei Blaugrana. Certo, in Catalogna hanno Andres Iniesta e in Galles Leon Britton, ma tant’è. La stagione si preannuncia comunque ricca di insidie. Il Presidente Huw Jenkins ha broken the bank, come si dice da quelle parti, battendo il record di esborso del club per acquistare l’attaccante spagnolo Borja Baston. Se quest’ultimo e Llorente, vecchia conoscenza del calcio italiano, si adatteranno in fretta alla Premier, gli Swans non avranno problemi a salvarsi, altrimenti potranno essere dolori.

SOUTHAMPTON

Perso Ronald Koeman, manager che ha riportato i Saints in Europa dopo 26 anni, e partito in direzione-Cina Graziano Pellé, la società di Markus Liebherr, il miliardario svizzero che ha salvato il club dal fallimento nel 2009, ha puntato sul tecnico francese Claude Puel, ex Lille, un discepolo di Arsène Wenger. Insieme a lui è arrivato Soufiane Boufal, attaccante marocchino da cui tutti si aspettano tanto, così come molte attese ci sono per Nathan Redmond, ala ex Norwich in attesa di consacrazione, e per il giovane centrocampista danese Pierre-Emile Højbjerg, arrivato dal Bayern.

In difesa ci si affiderà ancora ai campioni d’Europa portoghesi Cedric e José Fonte, il capitano, che ha resistito alle offerte del Manchester United. L’Inter – sorteggiata nello stesso girone di Europa League del club dell’Hampshire – valuterà la consistenza del progetto-Puel.

Secondo di una serie di articoli. Qui si può leggere il primo.

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