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“Il dipendente pubblico sorpreso a imbrogliare sull’ingresso in ufficio verrà sospeso dal servizio e dallo stipendio entro 48 ore, anche se avrà diritto a un assegno alimentare. Poi partirà un procedimento disciplinare che, se l’accusa sarà confermata, potrà arrivare al licenziamento. Rispetto alle regole oggi in vigore, la differenza sta nella sospensione immediata e nei tempi del procedimento: il giudizio dovrà arrivare entro 30 giorni, contro i 120 previsti adesso per i casi più gravi. In caso di licenziamento, poi, la Corte dei conti potrà chiedere al dipendente anche i danni causati all’immagine della Pubblica amministrazione. Con una sanzione che dovrà essere pari ad almeno sei mesi di stipendio e commisurata «alla rilevanza del fatto per i mezzi di informazione». Più ne parlano tiggì e giornali, più paghi’’. Abbiamo riassunto – più o meno – le principali notizie di agenzia sul decreto Madia, varato dal Consiglio dei ministri, per contrastare il diffuso fenomeno dei c.d. furbetti del cartellino, quelli che, all’inizio del turno di lavoro, timbrano per sé (e per altri) poi se ne vanno.

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Snellire le procedure disciplinari – che nel pubblico impiego sono lunghe e farraginose, costellate di commissioni paritetiche, chiamate ad esprimere le loro valutazioni – è senz’altro una scelta positiva. Salvo la necessità di fare due osservazioni che nella foia del giro di vite sembrano essere sfuggite. La prima: in tutti i casi ci sarà sempre un “giudice a Berlino’’ il quale, applicando – come ha deciso la Suprema Corte di Cassazione – il fantasma dell’articolo 18 ancien régime, dovrà valutare la proporzionalità tra l’inadempimento del lavoratore e la sanzione. E i giudici, di solito, sono di manica larga. La seconda: la tratta dei cartellini è proprio la mancanza più grave che può commettere un pubblico dipendente? Non dimentichiamo che, pur in presenza di reati gravissimi, il procedimento disciplinare viene sospeso e si conclude soltanto dopo la sentenza penale definitiva (ovvero dopo anni).

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Insomma, forse sarebbe stato meglio rivedere in modo più organico la disciplina del licenziamento dei pubblici dipendenti piuttosto che cercare di stupire l’opinione pubblica (sotto elezioni) con una misura di carattere particolare. Sono tanti gli italiani che si indignano con lo stereotipo del travet, soltanto perché, se potessero, vorrebbero fare come lui.

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Dal momento che è in corso (hooligans, scioperanti, chasseurs, terroristi permettendo) il Campionato europeo di calcio proviamo a fare un pronostico per la partita che si gioca domenica nei ballottaggi tra il Renzi football club e la Società calcistica Antirenzi. Avvalendosi dei classici contrassegni 1, 2, X.

1. La Renzi f.c. vince a Torino, Milano, Bologna, Roma, perde a Napoli e a Trieste

2. La Renzi f.c. perde a Torino, Milano, Roma, Napoli, Trieste, vince solo a Bologna

X. La Renzi f.c. vince a Torino, Milano, Bologna e perde a Roma, Napoli e Trieste.

Dipendenti statali, ecco pregi e limiti della norma contro i furbetti del cartellino

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