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Meno paletti per noi di Telecom o vincoli più stringenti per Enel. Di sicuro, le authority – e l’Antitrust in particolare – dovranno muoversi perché lo scenario sta cambiando. E’ questo il pensiero in casa Telecom in questi giorni. L’impostazione è maturata dopo l’offensiva di Enel, avallata dal governo, sulla banda larga. L’avanzata del gruppo elettrico nella fibra ottica non è stata osservata con troppa benevolenza da parte dell’ex monopolista telefonico. E il ruolo avuto dalla Cassa depositi e prestiti, che ha deciso di preferire Enel a Telecom Italia per vendere le quote di controllo di Metroweb, è stato il segno evidente che dietro le mosse della società posseduta dal Tesoro ci fosse anche lo zampino di Palazzo Chigi.

LA CONTROFFENSIVA

Dimenticato l’affare Metroweb e respinto l’invito dell’ad di Enel, Francesco Starace, a realizzare una partnership con Enel Open Fiber, con la quale il gruppo elettrico prevede di realizzare le infrastrutture a banda larga forte anche della prossima acquisizione di Metroweb, l’azienda presieduta da Giuseppe Recchi e guidata da Flavio Cattaneo ha comunque deciso di proseguire con il suo piano di investimenti, non senza aver prima messo a punto una controffensiva che si realizzerà nei prossimi giorni a livello istituzionale. L’obiettivo? Rivedere le norme del settore.

LE REGOLE

Telecom è l’unica a possedere la rete di accesso in rame. Chiunque tra gli operatori fosse intenzionato a offrire servizi agli utenti finali, può affittarla ai prezzi fissati dall’Autorità. La ratio è semplice: se Telecom fosse libera di scegliere le tariffe potrebbe abusare della propria posizione, e quindi affittare agli operatori l’accesso ad una determinata cifra, e vendere ai suoi clienti ad una prezzo talmente competitivo da spiazzare la concorrenza.
Ma con l’ingresso di Enel nella partita le cose cambiano, spiegano a Formiche.net ambienti vicini al gruppo capitanato da Cattaneo: “Nel momento in cui Telecom non è più l’unica ad avere la rete di accesso ma c’è concorrenza infrastrutturale, e considerato in particolare il fatto che una serie di suoi competitor, quasi tutti, hanno detto che il wholesale lo compreranno dall’Enel, viene meno il presupposto stesso per cui essa debba essere regolamentata”.

LE RICHIESTE

Per la società si presenterebbero quindi due opportunità: “O l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato regolamenta anche i nuovi attori, oppure deregolamenta Telecom nelle aree in cui c’è la concorrenza infrastrutturale, che è quello che è successo nel mobile alla presenza di 4 operatori infrastrutturati”, è l’idea ricorrente all’interno della società nella speranza che presto giungano le analisi di mercato dell’Authority per valutare le aree dove c’è o ci sarà concorrenza infrastrutturale.
Ecco perché: “Se i nuovi entranti sono deregolamentati e Telecom mantiene la regolamentazione – commentano fonti vicine alla società – potrebbe succedere il paradosso che il nuovo entrante fornisca un collegamento e lo venda wholesale ad una determinata cifra, mentre l’operatore telefonico per obblighi di regolamentazione ne debba offrire uno, magari anche meno prestazionale, a due volte tanto”.

LE MOSSE DI TELECOM

In cosa si tradurrebbe tutto ciò? Nel caso in cui la società presieduta da Recchi venisse deregolamentata, potrebbe applicare vari punti prezzo a seconda del servizio offerto. Secondo i piani presentati da Enel e Telecom sono 124 le città in cui la prima ha annunciato di arrivare in Ftth, la fibra fino a casa, e la seconda no. Ove non fosse più in monopolio il gruppo potrebbe infatti ritenere non opportuno puntare su questa tecnologia. Semplicemente perché non a tutti serve, ha detto Cattaneo in audizione al Senato: “Siamo così sicuri che serva investire così tanto nella fibra? – ha chiesto l’amministratore delegato – . In Italia c’è molta gente che non ne ha bisogno”. I clienti per Telecom potrebbero quindi optare, ed esserne soddisfatti, tra l’Fttc, fibra fino al cabinet e l’Fttb, la fibra fino agli edifici.

telecom Flavio Cattaneo

Ecco la controffensiva di Telecom su Enel e banda larga

Di Michele Arnese e Valeria Covato

Meno paletti per noi di Telecom o vincoli più stringenti per Enel. Di sicuro, le authority - e l'Antitrust in particolare - dovranno muoversi perché lo scenario sta cambiando. E' questo il pensiero in casa Telecom in questi giorni. L'impostazione è maturata dopo l'offensiva di Enel, avallata dal governo, sulla banda larga. L'avanzata del gruppo elettrico nella fibra ottica non…

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