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Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha ricevuto un avviso di garanzia non per un “atto dovuto” come ipotizzano, per ignoranza o per furbizia (nel Movimento 5 stelle i due fattori convivono e spesso coincidono), i leader del movimento grillino, ma per un fatto specifico.

Per aver fatto assumere, nonostante il parere avverso del collegio sindacale e di due giuslavoristi interpellati allo scopo – ma su pressione dei sindacati – 33 lavoratori precari (la Cgil protestò per l’esiguo numero, ne pretendeva 39) in un’azienda, Aamps, l’azienda municipalizzata dei rifiuti, dove era in corso, su richiesta del sindaco stesso, la procedura di concordato fallimentare per i debiti accumulati dalle precedenti giunte Pd. L’azienda in crisi avrebbe così sottratto fondi dalla disponibilità dei creditori.

Sul Tirreno del 25 gennaio scorso, sotto il titolo “Il cda di Aamps delibera le 33 assunzioni, restano fuori in 6 – I dubbi sulla lista da assumere”, si poteva fra l’altro leggere: “Nel frattempo – era il 31 dicembre – altri due pareri contrari alle assunzioni arrivarono per mano di due giuslavoristi a cui Aamps aveva chiesto una consulenza in merito. Entrambi confermarono l’incompatibilità tra concordato e assunzioni a tempo indeterminato, ma sollevarono anche un’altra problematica: il dubbio che in caso di stabilizzazione fossero proprio quei 33 lavoratori ad avere il diritto di essere assunti e non altri, per la non provenienza di alcuni di loro da una selezione pubblica”.

Ora Nogarin si difende sostenendo di aver così agito per il bene della città, proprio come il sindaco di Lodi Uggetti, recentemente arrestato nel fragore della campagna grillina per l’onestà. Aggiunge che se ha sbagliato lo ha fatto in buona fede, proprio come il sindaco di Lodi.

A suo favore può giocare il fatto che la decisione delle 33 assunzioni non era di sua competenza ma del cda di Aamps, infatti indagato. Lo stesso però dovrebbe valere per il sindaco di Lodi, arrestato per un appalto la cui scrittura era di competenza dei funzionari del comune – che invece a Lodi non sono stati indagati.
Nogarin aggiunge di non aver tratto alcun beneficio dal suo comportamento – come del resto dice il sindaco di Lodi. Cui però è stato addebitato un beneficio di altro genere, il beneficio politico, in termini di consenso elettorale. Criterio facilmente applicabile, volendolo fare, al caso di Livorno, ma non applicato.

Ps. Il sindaco Nogarin si sta interrogando sulle eventuali dimissioni, non in conseguenza dell’avviso di garanzia ma della coerenza fra il suo agire e “i principi del movimento 5 stelle” – il sindaco di Lodi è in carcere e gli sono stati negati gli arresti domiciliari.

Vi racconto le capriole a 5 stelle di Filippo Nogarin a Livorno

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