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Roberto Race
Roberto Race

Oggi parteciperò a Napoli all’Università Federico II al convegno “MEDIA&PRIVACY: mezzi e strumenti normativi per la tutela dei dati personali” che si terrà alle 15 nell’aula Graziani in Corso Umberto I.
A organizzare il dibattito l’Elsa Napoli, sezione locale dell’associazione più grande d’europa di studenti di legge, da sempre un punto di riferimento tra le associazioni universitarie napoletane (la frequentavo un bel pò di anni fa da studente di scienze politiche).
Al dibattito parteciperanno oltre a me, la docente della cattedra “diritto dell’informazione e della comunicazione” Fulvia Abbondante, il Presidente di Spazio Cultura Italia Domenico De Maio, l’avvocato Adriano D’Ottavio dello studio legale Portolano Cavallo leader nel settore Media&Technology e Cecilia Lugato avvocato esperto in Privacy and customer regulation rappresentante Vodafone Italia. Modererà il Director delle attività accademiche Elsa Napoli Riccardo Guarino.

Il dibattito si svolge a pochi giorni dall’acceso confronto tra Apple-Fbi sul caso del terrorista di San Bernardino in cui Apple rivendicava il diritto alla privacy dei suoi utenti mentre gli agenti federali quello alla sicurezza, a meno di un mese dall’arresto in Brasile del manager di Facebook per la mancata collaborazione nel fornire informazioni su contatti Facebook e Whatsapp di loro utenti sospettati di essere narcotrafficanti.
Insomma sarà un utile momento di riflessione nel quale sarà analizzato analiticamente il tema della privacy sotto diversi punti di vista accendendo i riflettori sugli strumenti normativi per tutelare la riservatezza dell’individuo in un’era digitale che mette sempre più a repentaglio la tutela dei dati personali.

Da sinistra verso destra il board di Elsa: Janet de Cristofaro vp s&c, Enrico Massa director s&c, Riccardo Guarino director attivita accademiche, Arianna Passaro segretario generale
Da sinistra verso destra il board di Elsa: Janet de Cristofaro vp s&c, Enrico Massa director s&c, Riccardo Guarino director attivita accademiche, Arianna Passaro segretario generale

Al convegno nella qualità di “meno addetto ai lavori” punterò ad aggiungere ulteriori elementi di riflessioni che anticipo nel blog.
Punterò innanzitutto a distinguere il dibattito su media e privacy da quello su social media e privacy.

Il dibattito su media e privacy
Il dibattito su media e privacy presuppone un’attenta riflessione su come i media siano diventati i luoghi nei quali avvengono processi e sentenze senza appello.
I giornalisti hanno tante colpe e spesso, mettendo la deontologia sotto i piedi, giocano sul sensazionalismo per fare più ascolti o vendere più copie.
Ma i veri colpevoli della giustizia sommaria fatta sui media e della fuga di notizie sono magistrati, cancellieri e avvocati che pur di assicurarsi una relazione privilegiata con media e giornalisti amici rendono note intercettazioni o verbali di interrogatori.
Che fare? Regolamentare in maniera stringente tutto quel che avviene in tema di fuga di notizie all’interno delle aule giudiziarie senza ledere in alcun modo i diritti alla giustizia e all’informazione.
In quest’ottica (ma non è questo convegno la sede giusta per parlarne) è fondamentale che le procure si dotino di portavoce, figure esterne dalla carriera in magistratura, che siano gli unici deputati, assieme ai vertici delle istituzioni giudiziarie, a parlare con i media. Spesso infatti dietro a fughe di notizie che massacrano vite e ledono la privacy delle persone ci sono le velleità e le ambizioni di magistrati.

Il dibattito su social media e privacy o meglio la Social privacy. Come tutelarsi nell’era dei social network
A volte amici che non sono presenti sui social mi dicono: non mi iscriverò mai perchè non voglio che girino mie foto.
Bene, ma i social non sono solo questo e soprattutto sei tu a scegliere cosa mettere in rete o meno e la rete può rappresentare anche un’importante opportunità per creare il proprio brand personale (non è il tema di questo convegno ma val la pena vedere i social anche per questa funzione).
L’importante è essere coscienti che nella società dell’Informazione e dei Social ogni informazione o foto resta in rete e per questo va valutata con attenzione nello stesso modo in cui avviene nella “vita reale”.

Se qualcuno di voi entra in aula con un costume di Carnevale la sua reputazione subirà dei danni e resterà nella memoria di tutti coloro che ne vengono a conoscenza. E questo sarebbe avvenuto anche prima di internet e dei social.
Quello che accade oggi è che tutto corre veloce in rete e viene socializzato ma l’attenzione che va posta alla conseguenza delle nostre azioni dovrebbe non essere dissimile.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha affrontato il tema anche nella guida “Social Privacy – Come tutelarsi nell’era dei social network” in cui tenta di guidare ragazzi che espongono i loro segreti più intimi e le proprioe fotografie per gioco o per amore, genitori inesperti della Rete, utenti che installano l’app sbagliata allettati dalla parola “gratis”, professionisti che mettono a rischio i loro contatti di lavoro, molestatori e cyberbulli che pensando di essere protetti dall’anonimato colpiscono le persone più deboli.
L’Autorità analizza i principali fenomeni, problemi e opportunità legate all’uso dei social network, e propone consigli e soluzioni che possano aiutare la “generazione 2.0”, utenti alle prime armi, insegnanti e famiglie, esperti e manager.
Nel vademecum sono prese in considerazione le nuove frontiere aperte non solo dai social network tradizionali, ma anche dalle numerose piattaforme di messaggistica sociale istantanea, la cui crescita è andata di pari passo con la rapidissima diffusione di smartphone e di altri strumenti come tablet, o le cosiddette “tecnologie indossabili” come occhiali e orologi “intelligenti”.

“Non esistono più barriere – ha sottolineato nella guida il Presidente dell’Autorità Antonello Soro – tra la vita digitale e quella reale: quello che succede on-line sempre più spesso ha impatto fuori da Internet, nella vita di tutti i giorni e nei rapporti con gli altri. Proprio per questo nel mondo di Internet è necessario non perdere mai di vista il corretto rapporto tra le nuove forme di comunicazione sociale e la tutela della propria e dignità e di quella degli altri.”

Proprio con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza degli utenti e offrire loro ulteriori spunti di riflessione e strumenti di tutela, il Garante ha proposto un decalogo che aiuta ad utilizzare le opportunità offerte dal mondo digitale difendendosi dalla trappole della Rete. Particolare attenzione è rivolta a fenomeni come quello delle false identità o come il sexting e il cyberbullismo che rischiano di rovinare la vita di tanti giovani anche minorenni.

2016 04 26 elsa su pryvacy e media

Media e Privacy: se ne discute oggi a Napoli

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