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Quando, come e perché il governo ha bocciato il fascicolo del fabbricato? Istituito nel 1999 dal Comune di Roma, è una sorta di carta di identità dell’edificio, contenente dati e visure su struttura, impianti, anno di costruzione e materiali utilizzati. Uno strumento tornato attuale dopo il sisma del Centro Italia e se non altro utile in un Paese con un patrimonio unico al mondo ma anche molto vetusto e per questo delicato. Dotare ogni costruzione di un documento di riconoscimento avrebbe consentito di mappare le aree più a rischio e avere un quadro certo delle strutture su cui intervenire. Avrebbe, per l’appunto. Visto che il governo, dopo settimane di aperture e repentine chiusure, ha definitivamente bocciato l’estensione a livello regionale della misura, giudicandola non prioritaria.

PERCHE’ RENZI HA BOCCIATO IL FASCICOLO DI FABBRICATO

La notizia è arrivata da Confedilizia, che nei giorni scorsi ha dato conto della retromarcia di Palazzo Chigi. Le motivazioni sono contenute in una delibera del Consiglio dei ministri con cui l’esecutivo ha impugnato una legge promossa dalla Regione Puglia nel gennaio del 2015, che prevedeva per l’appunto l’istituzione del fascicolo di fabbricato. Il governo ha bollato il tutto come “inutile e gravoso”, definendo tale normativa portatrice di  “oneri superflui e comunque sproporzionati ed eccessivamente gravosi, ponendosi dunque in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, sotto il profilo del principio di ragionevolezza, e con l’articolo 42, comma 2, della Carta in quanto comporta limiti alla proprietà privata che non appaiono necessari ad assicurarne la funzione sociale”. Insomma, a detta di Palazzo Chigi, istituire il fascicolo di fabbricato è controproducente, perché “impone la duplicazione di accertamenti e la conservazione di informazioni e documenti già ricadenti nei compiti affidati alla Pubblica amministrazione”.

 QUANDO IL GOVERNO (VOLEVA) LA CARTA DI IDENTITA’ DELLE CASE 

E pensare che, fino a qualche giorno fa qualcuno nell’esecutivo Renzi era anche d’accordo con la misura in questione, almeno per le zone più a rischio. “Ci stiamo lavorando. Almeno per le zone 1 e 2, quelle a più alto rischio sismico nella mappatura attuale”, aveva detto al Corriere della Sera il viceministro alla Infrastrutture, Riccardo Nencini. Opinione condivisa anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti in un’audizione al Parlamento. “Dobbiamo perfezionare l’ecobonus per esempio per i condomini e potrà essere importante e utile il fascicolo del fabbricato. Ci lavoreremo sopra”.

IL NO DEI PROPRIETARI EDILIZI 

Eppure qualcosa è andato storto, visto che il fascicolo di fabbricato è rimasto nel cassetto. Un ruolo lo hanno sicuramente giocato i proprietari di casa, rappresentati dalla stessa Confedilizia. Nei giorni scorsi il presidente della confederazione Giorgio Spaziani Testa, ha definito come “inutile” la proposta di rendere obbligatoria la misura”. “Si torna, incredibilmente – aveva criticato Spaziani Testa – ad evocare il fascicolo del fabbricato (anche da parte di politici locali che nulla hanno fatto per gli edifici pubblici di propria competenza): una raccolta di documenti che dovrebbero curare le amministrazioni pubbliche, ma che invece si vorrebbe imporre ai singoli proprietari, che allo scopo pagherebbero ingenti somme ai professionisti che da anni chiedono quest’obbligo burocratico e inutile”. Di qui la soddisfazione per l’orientamento espresso dal governo. “Abbiamo voluto diffondere sia le motivazioni del governo Renzi contro il fascicolo del fabbricato per favorire il passaggio dalla demagogia delle facili ricette (lucrose per alcuni, dannose per la collettività) all’approccio realistico e serio ai problemi della prevenzione”.

L’OPINIONE DEI PERITI INDUSTRIALI

Al dibattito si è unita una voce non certo secondaria, quella dei periti industriali. Che in un recente comunicato, hanno espresso un sì con riserva alla misura. Il libretto sul fabbricato (così viene anche chiamato) va bene, ma deve essere arricchito di altre informazioni, come un indice dell’efficienza dell’immobile per valutarne, per esempio, le effettive capacità di resistenza all’invecchiamento e al degrado. In questo modo il fascicolo può diventare “uno strumento di misura dello stato dell’edificio e una certificazione sul suo stato di sicurezza. Quindi non solo un elenco dei dati ma un’elaborazione statistica degli stessi”.

Ecco come e perché il governo Renzi ha affossato il fascicolo di fabbricato

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