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Il made in Italy vince. Il Parlamento europeo ha bocciato il sistema inglese dell’etichetta a ‘semaforo’ sugli alimenti e ha chiesto di rimettere in discussione il fondamento scientifico dei ‘profili nutrizionali’. La richiesta è stata approvata con 402 voti a favore, 285 contrari e 22 astensioni. Una battaglia che l’Italia ha condotto dal 2013 dapprima in solitaria, perché le misure che aveva preso il ministero della Salute inglese colpivano oltre il 60% delle esportazioni tricolori, ma che poi ha coinvolto nel corso di due anni altri 14 paesi che si sono schierati contro il sistema a semaforo delle etichette inglesi: Croazia, Belgio, Cipro, Spagna, Grecia, Slovenia, Portogallo, Lussemburgo, Bulgaria, Polonia, Irlanda, Romania, Germania, Slovacchia, Lettonia. Un fronte comune che ha sancito la sconfitto britannica e che non impedirà una procedura d’infrazione se Londra non farà un definitivo passo indietro.

I SEMAFORI DELLA DISCORDIA

Ma in che cosa consiste esattamente l’etichettatura a semafori? Si tratta di un sistema introdotto solo nel Regno Unito, voluto dal premier David Cameron per contrastare l’obesità. In pratica sulle etichette dei prodotti alimentari distribuiti in Gran Bretagna c’è un piccolo semaforo che fornisce a colpo d’occhio al consumatore le informazioni nutrizionali. I colori del semaforo indicano il contenuto di zuccheri, sale, grassi e calorie per 100 grammi di prodotto. Il rosso sta per un contenuto alto di grassi, zuccheri o sale, il giallo indica una quantità media e il verde un contenuto basso. Sembrerebbe tutto abbastanza normale se non che i profili nutrizionali hanno poco di scientifico. Il paradosso, infatti, è che prodotti come l’olio extravergine di oliva, amato per i suoi benefici effetti sul sistema cardiovascolare (se consumato con moderazione ovviamente), in Gran Bretagna viene bollato con il colore rosso. Mentre la Coca Cola light merita il verde perché senza zuccheri, anche se è composta da edulcoranti come il colorante di caramello riconosciuto come cancerogeno dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

L’AZIONE DI PAOLO DE CASTRO

Da qui è partito un pressing da parte degli eurodeputati italiani, tra cui si è speso molto Paolo De Castro, coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura a Strasburgo, con una serie di iniziative (tra cui diverse interrogazioni) per invitare la Commissione a occuparsi della vicenda, ribadendo un concetto molto chiaro: questo sistema (rifiutato a livello comunitario) non informa il consumatore, ma ne condiziona solo l’acquisto. Così il Parlamento europeo ha portato avanti con decisione questa battaglia per garantire la trasparenza delle informazioni in etichetta, tutelando produttori e consumatori.

CHI HA ESULTATO

Una vittoria salutata con favore dalla Coldiretti e dalle altre associazioni agricole perché la bocciatura dell’etichetta a semaforo ha salvato le esportazioni delle principali denominazioni made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche gli oli extravergine di oliva, la mozzarella o le nocciole, vittime illustri del semaforo del Regno Unito.

LE PAROLE DEL MINISTRO MARTINA

“Siamo sempre stati in prima linea contro il sistema di etichettatura a semaforo, che penalizza i nostri prodotti agroalimentari di qualità” – ha ricordato il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina: “Il voto del Parlamento europeo è un successo che l’Italia ha costruito facendo squadra. Abbiamo unito le filiere produttive, quelle agricole e collaborato costantemente con i nostri parlamentari. Ora ci aspettiamo che la Commissione Ue faccia un salto di qualità concreto su questo piano. Lo dobbiamo soprattutto ai consumatori, che vengono tratti in inganno da questi sistemi basati su criteri discutibili. Non è ammissibile che le nostre aziende che lavorano sulla qualità e producono alcuni dei prodotti cardine della dieta mediterranea vengano penalizzate, mentre invece le bibite gassate ‘light’ ricevono il bollino verde. L’Italia andrà avanti con determinazione”.

LA SCONFITTA DI CAMERON

Per il premier inglese non è certo una buona notizia ma ciò che è peggio è che potrebbe alimentare il fronte dei contrari alla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. Non è un caso, infatti, che il sistema dell’etichettatura a semaforo era stato accolto favorevolmente dal consumatore inglese perché per i conservatori britannici, che non hanno mai visto i problemi legati al made in italy, questo sistema invece darebbe molto fastidio alle multinazionali europee e al cibo spazzatura.

SUBBUGLIO INGLESE

Esemplari in questo senso sono state le prese di posizione di diversi politici britannici, tra cui il leader dell’UKIP, Nigel Farage, o l’ex ministro Conservatore nei governi Thatcher e Major, Peter Lilley, che spingono per l’uscita dall’Unione Europea in quanto non si capisce come mai Londra continua a contribuire al finanziamento dell’Unione Europea ma da questa riceva ultimamente clamorose bocciature. Ieri per i tagli agli aiuti e ai servizi pubblici destinati ai poveri del Regno Unito, oggi per i semafori all’etichetta che avevano solo la funzione di salvaguardare il consumatore inglese.

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