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Fino ad agosto del 2014, quando improvvisamente è diventato ministro dell’Economia, Emmanuel Macron era un perfetto sconosciuto nel mondo della politica francese. Giovane ambizioso, è stato banchiere ad alto livello, con un’eclettica formazione filosofica nelle scuole più d’élite della Francia. Ora, dopo due anni di dichiarazioni e azioni controverse alla guida del dicastero delle Finanze, è considerato un liberale con spirito riformista, molto diverso dall’ex ministro Arnaud Montebourg. Ieri Macron ha presentato le dimissioni perché molto probabilmente prepara il terreno per candidarsi alle elezioni presidenziali del 2017.

LIBERALE E PROGRESSISTA

Macron si è iscritto dieci anni fa al Partito Socialista ma, secondo il sito Vsd, fu espulso per le sue idee liberali. A breve, il ministro dimissionario potrebbe diventare la scelta centrista (o meglio, trasversale) per l’elettorato francese. Ha criticato la sinistra francese, segnata dalla visione marxista dell’economia e diffidente delle imprese private. Non rientra in nessuna categoria ideologica della politica in Francia, anche se gli si considera un uomo di “seconda sinistra” che si ispira al modello scandinavo difeso dall’ex primo ministro Michel Rocard. “Sono di sinistra, non rinnego da dove vengo. Ma voglio proporre un’offerta politica progressista. La vera differenza oggi è tra progressisti e conservatori, non più tra destra e sinistra”, ha affermato Macron. Per la sua ascesa velocissima in politica, e la proposta di “rottamazione”, è stato paragonato al premier italiano Matteo Renzi (qui l’articolo di Formiche.net).

MOZART DELL’ELISEO

Specializzato in Hegel e Machiavelli, Macron è stato assistente del filosofo francese Paul Ricoeur e ha portato a termine una serie di studi in Matematica e in Finanza. Ha frequentato l’Ecole Nationale d’Administration (Ena), la scuola di formazione della classe dirigente in Francia, ed è stato socio della banca Rotschild. Prima di essere nominato ministro dell’Economia, voleva insegnare Economia politica alla London School of Economics e aveva anche ideato una startup. Soprannominato il “Mozart dell’Eliseo”, per via dei premi vinti come pianista, tra cui il riconoscimento del prestigioso Conservatorio d’Amiens, Macron era studente della Provvidenza, una scuola privata gestita da gesuiti.

STOFFA DI PRESIDENTE

Secondo il deputato di destra, Julien Aubert, compagno di scuola all’Ena, da studente Macron era “brillante e carismatico”. “Ha un profilo alla Barack Obama”, ha detto. In un’intervista con il Foglio, François-Xavier Bourmaud, giornalista di Le Figarò e autore di Emmanuel Macron: le banquier qui voulait être roi, ha dichiarato che “per Emmanuel Macron sarà più complicato salire al potere a causa del sistema elettorale istituzionale francese (…) Macron potrebbe candidarsi alle elezioni presidenziali del 2017 senza passare per le primarie di partito a sinistra perché ha appena creato un movimento che può servirgli da supporto per la sua candidatura”. Lavorò con l’economista Jacques Attali, che di lui disse: “Ha la stoffa di un presidente della Repubblica”.

COMPETITIVITÀ E LIBERALIZZAZIONE

Prima di arrivare al governo, Macron difendeva la possibilità di derogare la legge socialista che limita in Francia le 35 ore di lavoro. Arrivato al governo, collaborò al disegno di un nuovo programma di tassazione per ridurre le imposte a carico delle imprese e favorire la competitività produttiva. Macron ammette che il suo obiettivo è stimolare il settore imprenditoriale per far ripartire l’economia in Francia. Per non dovere sottoporsi alle primarie, ha fondato un movimento politico, che presto potrà tramutarsi in partito: “En Marche!”.

Macron voleva fare lo scrittore, ma ha capito che “è più difficile scrivere che fare politica”. Ha pronto nel cassetto un romanzo d’amore. Nel 2007 Macron ha sposato la sua professoressa di lettere, Brigitte Trogneux, 20 anni più grande. Il suo sport preferito? La boxe francese.

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