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Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, ha incontrato martedì a Riad il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in quello che viene definito da lui “dialogo regolare” tra i due Paesi. La guerra è in una nuova fase complessa: a due anni dall’invasione su larga scala russa, Kyiv ha bisogno di partner per continuare la resistenza e iniziare a programmare la ricostruzione. Riad, insieme agli altri Paesi della regione del Golfo, non ha mai sostenuto la linea pro-ucraina occidentale (fatta anche di sostegno militare a Kyiv), ma ha sempre tenuto la porta aperta al dialogo.

Lo scorso agosto, a Gedda, il regno organizzò una conferenza di pace per l’Ucraina che ebbe pochi risultati pratici – se non mettere in chiaro che buona parte del mondo non-occidentale non vuole più combattimenti – ma il pregio di portare al dialogo la Cina. Pechino era presente nella città reale saudita, situata lungo le inquiete acque del Mar Rosso, con l’inviato per l’Eurasia, Li Hui: lo stesso che nei prossimi giorni viaggerà a Mosca, Kyiv e Bruxelles per fare il punto sullo stato della situazione. Non sfugge la doppia circostanza diplomatica, forse frutto di casualità delle agende.

Durante l’incontro di Riad sono stati esaminati gli aspetti delle relazioni tra Arabia Saudita e Ucraina e sono stati discussi gli ultimi sviluppi della guerra russo-ucraina, ha riportato la Saudi Press Agency, organo media della monarchia saudita. Il principe ereditario ha sottolineato il sostegno del Regno a tutti gli sforzi internazionali volti a risolvere la crisi e a raggiungere la pace, nonché a proseguire gli sforzi per alleviare le ripercussioni umanitarie della guerra.

Zelensky ha scritto su X che avrebbe discusso con il principe ereditario dei prigionieri di guerra e dei deportati ucraini. “La leadership del Regno ha già contribuito al rilascio dei nostri cittadini. Sono fiducioso che anche questo incontro darà dei risultati”, dice — probabilmente non solo augurandosi il remake di quanto accaduto già a fine 2022, ma consapevole di accarezzare le volontà saudite di essere riconosciuti come attori attivi nella guerra. Il principe ereditario saudita, con l’alleato presidente emiratino, Mohammed bin Zayed, è stato coinvolto nell’assicurare il rilascio di 10 prigionieri stranieri catturati in Ucraina nel settembre 2022, che ha poi permesso un importante scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina tre mesi più tardi.

Bin Salman ha cercato di posizionarsi come un potenziale mediatore ampio, con una “Peace Formula” per porre fine alla guerra. Tuttavia non ha nascosto un allineamento di interessi con la Russia sulle politiche energetiche, mosso attraverso il gruppo di paesi OPEC+. Il giorno prima, il principe ha ospitato Vyacheslav Volodin, presidente della Duma, la camera bassa del parlamento di Mosca e una serie di altri funzionari russi. Il viaggio di Zelenskyy è arrivato mentre le forze di Kiev trovano difficoltà nell’Ucraina orientale, e dopo un tour che lo ha portato in diverse capitali europee nelle scorse settimane.

Prese dalla guerra di Gaza e dalla crisi regionale collegata – tutte dinamiche afferenti al vecchio Medio Oriente – le potenze del Golfo non vogliono perdere la scena internazionale. Se Riad, Abu Dhabi o Doha hanno avuto la possibilità di guadagnare maggiore centralità è stato anche attraverso la guerra russa in Ucraina, che ha dimostrato la necessità per molti Paesi di sganciarsi dalle dipendenze energetiche con Mosca – aumentando relazioni con i fornitori mediorientali, permettendo a questi di incrementare le entrate. Per gli attori del nuovo Medio Oriente è stata un’occasione di slancio nel palcoscenico globale, dove essi si vedono protagonisti attivi e positivi. E vogliono restarvi.

Bin Salman ospita Zelensky. Il Golfo continua a giocare la partita internazionale

La visita di Zelensky in Arabia Saudita fa parte del “regolare” dialogo tra Kyiv e Riad, ma dimostra anche che il regno intende restare presente nelle dinamiche internazionali legate alla guerra russa, nonostante il conflitto a Gaza e il caos mediorientale

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