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È estate: tempo di concerti, performance dal vivo, teatri e cinema all’aperto, spettacoli per giovani emergenti, tournée per grandi artisti, insomma è tempo di musica, arte, interpretazione. E pare che la legge stia provando davvero a seguire – anche liberalizzando – le nuove tendenze del mondo artistico. Si parla del così chiamato “music act”, ossia la proposta di legge “Delega al Governo, per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo” presentata alla Sala Stampa della Camera lunedì 11 luglio.

IN MUSIC WE TRUST

La storia è iniziata un paio di mesi fa quando Assomusica, l’Associazione degli organizzatori e produttori di spettacoli con musica dal vivo, lancia un appello al governo e al parlamento per far sì che agevolassero la musica dal vivo. Ad appoggiare l’iniziativa alcune tra più importanti figure del mondo dello spettacolo italiano: Francesco De Gregori, Gianni Morandi, Cladio Baglioni, Carlo Verdone, Renzo Arbore e diversi altri. Così 17 parlamentari del Pd, primo firmatario Roberto Rampi, hanno presentato in al governo la proposta di legge (qui il testo integrale) approvata poi dall’esecutivo a metà giugno.

“Siamo convinti che questa iniziativa non sia più rinviabile per colmare definitivamente un gap normativo e culturale che non ha eguali in Europa – ha detto il presidente di Assomusica Vincenzo Spera -. È l’ultima chiamata per il nostro Paese e ritengo che, con la collaborazione di tutti, questa volta possiamo farcela”, conclude il presidente.

SMALLER TODAY, BIGGER TOMORROW

“Dobbiamo scrollarci di dosso la tendenza che gli italiani non possano cantare in inglese – ha dichiarato la giovane cantante di musica pop-elettronica Joan Thiele – secondo me questo fattore ci differenzia, in peggio, rispetto agli altri artisti. È necessario – ha concluso Thiele – far capire che non ci sono solo Eros Ramazzotti e Laura Pausini: esportiamo anche altri tipi di musica fuori dal’Italia”. Tra i giovani era presente anche Shade, un rapper torinese che ha ricordato di quando si è appassionato alla musica ascoltando i vinili di suo padre: “Adesso i ragazzi ascoltano solo le tendenze. Anche solo con l’offerta musicale di Spotify si potrebbe diventare veri e propri esperti di musica. Il vero problema è che c’è poco interesse, eppure – ha detto Shade – penso che nei prossimi 3-5 anni la situazione cambierà”.

Lo streaming, solo nel 2015, ha registrato un incremento passando dal 37,5% al 45,2%. Questo è stato sicuramente dovuto alla diffusione degli smartphone dei servizi premium di maggiore qualità. Il global digital report ha evidenziato anche questo modo di fruire la musica ha contribuito a quadruplicare i ricavi di questo mercato raggiungendo 2,89 miliardi di dollari. In Italia, sempre secondo i dati di questo report, lo streaming rappresenta il 45% del mercato digitale.

I CAN GET SATISFACTION

“In un Paese dove 2 persone su 3 non vano mai al cinema e dove solo 1 persona su 10 va a teatro è necessario sensibilizzare il pubblico alla cultura della musica e dell’arte”, ha dichiarato Amedeo Minghi, cantautore e compositore italiano. “Questa – ha detto la cantante Noemi (nella foto) – è la più avanzata e specifica la normativa di un settore chiave dell’industria musicale e discografica italiana. Speriamo davvero di poterci così avvicinare al modello inglese”.

KEEP THE MUSIC (A)LIVE

Le disposizioni contenute riguardano la diffusione della musica dal vivo, la promozione del settore, l’estensione del tax credit musica per artisti emergenti anche alle opere terze (oggi è attivo per le opere prime e seconde) e, non meno importante, la previsione di una quota di riserva per le opere prime e seconde dei talenti emergenti nella programmazione radiofonica nazionale. Obiettivo molto importante per favorire una maggiore presenza di giovani artisti italiani nella rotazione radiofonica, oggi spesso preclusa.

Secondo lo studio di Assomusica, l’industria musicale vale nel suo complesso, in Italia, oltre 4,3 miliardi di euro e occupa oltre 160 mila persone, tra le quali la maggior parte giovani. “La carta più importante da giocarsi è il doppio filo che lega il Ddl alla legge di Stabilità 2016 – ha chiosato Massimo Di Cataldo – speriamo davvero che arrivi il via libera dalla commissione perché altrimenti, se venisse stralciato seguendo un iter indipendente, il Ddl potrebbe anche non vedersi più”.

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