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Ma che Paese è questo? Gongolano i No Triv e chi li sostiene. Mostrando dove si vuole arrivare: fermare le estrazioni petrolifere ovunque, dappertutto e non solo – come dicevano gli ipocriti che sostengono i No Triv – entro le 12 miglia dalle coste, in mare. In uno Stato civile e mentalmente stabile uno distingue tra quello che è reato e quello che reato non è. Tra quello che è un atto scellerato, inopportuno e stupido di un ministro, tale da richiedere subito le dimissioni, e un’opera, nel nostro caso il progetto Tempa Rossa, che è legittima e perseguita dai suoi proponenti rispettando le procedure legali, istituzionali, ambientali.

Qui da noi, invece, tutto si confonde. E tutto viene strumentalizzato a fini meschini, politici e di partito: se un ministro sbaglia vuol dire che il progetto di Tempa Rossa è sbagliato e da fermare”. Ecco la logica italiana. Ma che logica è? Dove finiamo di questo passo? Ci rendiamo conto che così si fermerebbe tutto: qualunque opera o infrastruttura? Non c’è investimento, infrastruttura, progetto che non possa manifestare, nel suo svolgimento, comportamenti illeciti di qualcuno. Che facciamo: fermiamo tutto per questo? O perseguiamo il reato salvaguardando l’opera? In Paesi normali è ovvio e banale che si faccia così! Da noi, invece non lo è. Solo in Italia un illecito viene strumentalizzato per fermare un’opera: invece di perseguire l’illecito, salvando l’opera, si ferma l’opera. Farsesco. Ma, badate bene, non è nemmeno vero che è sempre così. Prendiamo una cosa su cui si sbracciano gli ambientalisti: gli investimenti nelle rinnovabili, sole e vento. Andrebbe fatto notare ai cosiddetti ambientalisti che gongolano per l’illecito di Federica Guidi e vorrebbero fermare le estrazioni che, se si fosse applicato alle rinnovabili il metodo che loro oggi applicano alle estrazioni, “se in un’opera si manifesta un reato, l’opera è criminalizzata e da fermare”, l’Italia non avrebbe una sola pala eolica o un solo pannello fotovoltaico.

Si dimentica, disinvoltamente, infatti, cosa si è accompagnato, in termini di reati, truffe, ruberie accertate, in Italia all’investimento sulle rinnovabili. Cose turche! Dinanzi alle quali lo stupido illecito della Guidi appare il vizietto del prete di campagna. Voi vi siete scordati cos’è stato il rosario di crimini, truffe allo Stato, delitti mafiosi e camorristici che hanno costellato la costruzione in Italia del parco fotovoltaico (con la Germania) più esteso al mondo o del parco eolico nel Sud d’Italia, in Sicilia e da altre parti. Tra l’altro: l’estrazione petrolifera o di gas non distribuisce, a differenza degli impianti di rinnovabili super incentivati, soldi pubblici. Sono investimenti privati. Invece le rinnovabili prevedevano un fiume di denaro pubblico, di aiuti, incentivi per decine e decine di miliardi: un mega affare strabiliante su cui si riversò, nel decennio 1995-2005, la criminalità organizzata, la mafia e la camorra. Vorrei che qualche giornalista, intellettualmente onesto, si esercitasse a elencare il fiume criminale, gli episodi di corruzione, malversazioni, illeciti che in Italia accompagnò, in quegli anni, gli investimenti “pubblici” sulle rinnovabili. Che facemmo? Fermammo quell’opera? No. Era uno spreco e un danno per come fu realizzata: senza programmazione, solo con soldi pubblici, mettendo fuori gioco altri investimenti fatti, quelli in cicli combinati (anch’essi investimenti privati come le estrazioni e non pubblici come quelli per sole e vento), portando alle stelle il prezzo dell’energia. E, invece, io dico anche giustamente, l’investimento sulle rinnovabili non si fermò. Nonostante il fiume criminale. Si distinse tra il reato e l’opera.

E per fare, un altro caso, prendiamo l’alta velocità. Se si fosse seguito il lodo “Tempa rossa”, ossia “si manifesta un illecito, fermiamo l’opera”, oggi noi non avremmo un’infrastruttura, l’alta velocità ferroviaria, che il mondo ci invidia e i cittadini italiani benedicono. E vorrebbero si estendesse a tutta l’Italia. E non solo alla Milano-Napoli. Voi ricordate quanti furono truffe, illeciti, reati delle aziende di costruzione, che accompagnarono quell’opera? Quale fu il livello di corruzione che si manifestò? Ma l’opera non fu fermata. Anche se, in quel caso (a differenza delle rinnovabili) gli ambientalisti avrebbero voluto che tutto si fermasse. Fossimo stati a sentire loro, oggi viaggeremmo ancora con gli Intercity, mettendoci 12 ore invece di 4, per andare da Napoli a Milano.

Ora, in tutto questo, cos’è il progetto “Tempa Rossa” che secondo gli ipocriti referendari dovrebbe fermarsi per l’illecito idiota del ministro Guidi? È l’impianto definito “tra i più evoluti nel settore petrolifero”, progettato in maniera innovativa e particolare, tale da essere coerente al contesto ambientale particolare in cui è inserito. Che occuperà oltre 500 persone, finanziato solo da investimenti privati di aziende leader mondiali del settore petrolifero. Non si tratta di un progetto futuro. I pozzi esistono già quasi tutti (6 su 8 che hanno passato tutti i livelli di autorizzazione). Quel che resta da fare è, guarda caso, non tanto trivellare ma organizzare il trasporto di quel che si estrae, cioè pipeline e approdi logistici. Che passano per la Puglia: un puro fatto geografico imprescindibile. Ma in Puglia governa il promotore dei referendum anti trivella: un ex magistrato. A una settimana dal referendum scoppia il caso giudiziario del ministro Guidi. Cronaca, capiamoci. A me, ottimista e razionale, la patologia che vede complotti dappertutto mi inquieta. Certo: la coincidenza colpisce. Ma a me sembra più importante una domanda di merito al dottor Michele Emiliano che ritarda (causa il referendum da lui indetto?) le autorizzazioni alle pipeline e agli approdi logistici per completare il progetto Tempa Rossa (di questo credo parlasse il famoso emendamento): dottor Emiliano, ma il petrolio che si estrarrà dai pozzi già autorizzati e perfettamente legali di Tempa Rossa che fine deve fare? Non si può movimentare attraverso la Puglia?” E allora? Sono convinto che l’ex magistrato, noto tecnologo che voleva fare andare a gas un’acciaieria, risponderebbe piccato: “Ve lo potete sempre bere”.

Commento tratto dal blog del Comitato Ottimisti e razionali, schierato contro il referendum No Triv del prossimo 17 aprile

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