Skip to main content

Taipei (Taiwan)-Roma. Una delegazione della Farnesina, guidata dal segretario generale, l’ambasciatore Riccardo Guariglia, ha incontrato martedì un team di funzionari americani composto da diplomatici e figure di Pentagono e Consiglio di sicurezza nazionale, guidata dal vicesegretario Kurt Campbell, numero due della diplomazia statunitense. Al centro dello scambio, svoltosi meno di un mese prima del summit dei leader G7 di metà giugno in Puglia sotto presidenza italiana, l’Indo Pacifico.

In particolare, spiega una nota del dipartimento di Stato americano, “le priorità comuni nella regione per sostenere un Indo Pacifico libero e aperto, tra cui il mantenimento della pace e della stabilità nel Mar cinese meridionale e nello Stretto di Taiwan”. Ma non solo. Le due delegazioni si sono confrontate anche su come “convincere la Repubblica popolare cinese a cessare le spedizioni di beni dual use alla Russia per utilizzarli nella sua guerra contro l’Ucraina” — con le intelligence anglosassoni che parlano anche di” inviati da Pechino a Mosca — ma anche sugli “sforzi congiunti per risolvere l’aggravarsi della crisi in Myanmar”, sulla cooperazione marittima e di sicurezza nell’Indo Pacifico, sulle iniziative regionali per l’energia pulita e sul cambiamento climatico. Campbell è un super esperto della regione, per cui è stato anche inviato speciale dell’amministrazione Biden (e tra l’altro la sua nomina a vice di Antony Blinken ha significato anche una ulteriore valorizzazione del macro-dossier nell’apparato statunitense).

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per un punto sulla presidenza italiana e le altre priorità in agenda: la crisi in Israele e Gaza, la guerra in Ucraina e gli strumenti per far pesare alla Russia le sue responsabilità (la questione degli asset sarà affrontata anche al G7 Finanze che inizia domani a Stresa), la sicurezza in Nord Africa.

Per il governo italiano presieduto da Giorgia Meloni il momento è particolare. Un mese dopo il G7 la presidente del Consiglio volerà a Pechino per il primo incontro con il leader cinese Xi Jinping dopo il mancato rinnovo del memorandum d’intesa sulla Via della Seta.

Anche se non è passato inosservato il silenzio del governo italiano in occasione dell’insediamento a Taiwan del presidente William Lai (né a Taipei né a Washington) rimane però il fatto che la dichiarazione della ministeriale G7 Esteri di Capri sia stata particolarmente apprezzata nei passaggi sull’Indo Pacifico. Da Washington, da Tokyo, che ha ceduto il testimone della presidenza del forum a Roma, e da Taipei — anche grazie ad attività di diplomazia parlamentare come quella raccontata dal vice presidente del Senato Gianmarco Centinaio.

Quel documento è la base di partenza per la dichiarazione finale in Puglia (il cosiddetto “Communiqué”). Nel ricordare che la regione è “un motore chiave per la crescita globale, con oltre la metà della popolazione mondiale”, i sette ministri avevano ribadito, a nome dei Paesi che rappresentano, “l’impegno a favore di un Indo Pacifico libero e aperto, basato sullo Stato di diritto, inclusivo, prospero e sicuro, fondato sul rispetto del diritto internazionale, in particolare della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e dei principi di integrità territoriale, sovranità, risoluzione pacifica delle controversie, libertà fondamentali e diritti umani”. Si tratta, come analizzato, di un appello chiaro e diretto alle tensioni in corso, quasi totalmente mosse dalle rivendicazioni di Pechino – che siano esse specifiche come quelle su Taiwan o sul Mar Cinese, o più ampiamente legate alle ambizioni di ascesa e crescita di influenza/ingerenza in una regione considerata un cortile dalla Repubblica popolare.

L’incontro di Washington, in ottica G7, conferma una percezione ormai diffusa a proposito dell’Italia, vista come un attore di fatto attivo nelle dinamiche regionali. Si tratta di un’attività consolidata nel tempo, attraverso varie forme di rapporti — innanzitutto culturali e commerciali — con le comunità indo-pacifiche, la costruzione di partnership strategiche (come quelle con India, Giappone o Vietnam), e che attualmente passa anche da attività più esplicitamente geostrategiche. Per esempio, l’Italia sta diventando parte del cosiddetto “security enviroment” dell’Indo Pacifico, regione in cui la sicurezza è un tema dominante.

Sia attraverso collaborazione nell’ambito del settore industriale della difesa, sia tramite una presenza fisica di assetti e personale italiano, Roma sta contribuendo alla protezione dell’area secondo le regole del diritto internazionale e con l’obiettivo di evitare attività egemoniche o di coercizione. Dalla naval diplomacy di Nave Morosini alla partecipazione alle esercitazioni come l’importantissima “Rimpac” di Nave Montecuccoli, fino al dispiegamento strategico prossimo della portaerei Nave Cavour col suo gruppo da battaglia, passando dalla guida italiana delle forze messe in mare dall’Ue con “Aspides” per proteggere le rotte indo-mediterranee che collegano Europa e Asia. L’Italia nell’Indo Pacifico c’è; e la riunione con Campbell è una testimonianza.

Così Usa e Italia si coordinano sull’Indo Pacifico

Di Gabriele Carrer e Emanuele Rossi

Incontro a Washington tra Italia e Usa per parlare di Indo Pacifico. Roma guida il G7 e il communiqué congiunto dopo la riunione di Borgo Egnazia avrà un valore per la postura del Gruppo sulla regione

Destra e conservatori, asse difficile. E i contraccolpi peseranno (anche) a sinistra. L'analisi di Segatori

Il Rassemblement National di Le Pen e Bardella rompe con i tedeschi di AfD, la Lega plaude e cerca un riposizionamento. Non è automatico però che si costruisca l’asse con i conservatori, né tanto meno con il Partito popolare. Le spinte contrapposte tra elezioni europee (proporzionali) e quelle amministrative (che favoriscono le coalizioni) peseranno internamente dopo il voto. In particolare sul centrosinistra di Schlein. Colloquio con il politologo Segatori

L'amb. Markell incontra la Scuola Politica “Vivere nella Comunità”. Chi c'era e cosa si è detto

L’ambasciatore degli Usa in Italia, Jack Markell, ha concluso la quarta edizione della Scuola Politica “Vivere nella Comunità” con un dibattito, introdotto da Stefano Lucchini (Intesa Sanpaolo), su tematiche connesse alla geopolitica, all’economia, alla guerra in Ucraina, ai conflitti in Medio Oriente e all’importanza dei rapporti tra Italia e Usa

All'Italia il commissario Ue alla difesa. La nuova Europa secondo Carducci (FdI)

Intervista al candidato di FdI alle europee, secondo cui all’Italia spetterà un commissario di primo livello e perché non pensare al nuovo settore della Difesa. “La riconversione ecologica? Ci deve essere ma non ideologica, né deve massacrare dei settori industriali. L’Olanda ha bellissime spiagge ma non ha concessioni balneari: che senso ha che l’Europa deliberi su una materia che invece è specifica di ogni singolo Paese?”

Ecco il piano di Asml e Tsmc in caso di invasione di Taiwan

Secondo alcune ricostruzioni, l’azienda olandese sarebbe in grado di disattivare i macchinari avanzati per la produzione di chip da remoto. L’isola ne è la principale destinazione, dal momento che Tsmc è il più grande produttore e leader di mercato. Quali le preoccupazioni?

Vi racconto l’esempio di Giovanni Falcone bussola della Magistratura. Parla Patronaggio

“Falcone day”: nell’intervista rilasciata a Gianfranco D’Anna il procuratore generale Luigi Patronaggio, allora giovane collega di Falcone e Borsellino, ricorda e contestualizza l’eredità e l’esempio del nemico numero uno della mafia

Caos in Nuova Caledonia. Problemi indo-pacifici per la Francia

Quanto accade in Nuova Caledonia mette in difficoltà la Francia nell’Indo Pacifico. Il rischio è che le narrazioni anti-coloniali che colpiscono Parigi, anche a causa della disinformazione, possano minare l’immagine francese tra i Paesi della regione. Per questo il presidente Macron ha invocato lo stato di emergenza e lavora per la gestione delle proteste

Liberali e Pse per arginare i sovranisti in Ue. Lo schema di Urbinati

La campagna elettorale che stanno conducendo Bonaccini e Schlein serve a restituire un’immagine di unità del partito, ripartendo dalla forza dei territori e in particolare in Emilia-Romagna. Il sistema proporzionale per le Europee rappresenta un argine contro la polarizzazione e non è detto che il Pse sia escluso dal prossimo esecutivo europeo. L’auspicio è che i liberali si alleino con il blocco socialista e che i sovranisti vengano isolati. In Italia? Non c’è alternativa al campo largo. Colloquio con Nadia Urbinati, politologa e docente alla Columbia University

Janet Yellen

Sugli asset russi l'Europa scatta mentre Yellen prova a blindare il G7

Tra due giorni la riunione sul Lago Maggiore dei ministri delle Finanze, che potrebbe spianare la strada a un accordo finale per lo smobilizzo dei beni russi, a giugno nel summit di Borgo Egnazia, in scia a quanto già deciso dall’Europa. Per questo il segretario al Tesoro americano è giunto a Francoforte, da dove ha tentato di serrare i ranghi tra i Grandi della Terra. Anche nel contrasto all’avanzata cinese sulle auto elettriche

Tra Bruxelles e Kyiv c'è di mezzo Budapest. E non solo geograficamente

Secondo alcune fonti l’obiettivo di Bruxelles è di arrivare ad avviare i negoziati formali di adesione con Kyiv prima di luglio, quando l’Ungheria assumerà la presidenza di turno del consiglio. Budapest pone dei paletti, ma sembrano meno rigidi del solito

×

Iscriviti alla newsletter