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Sviluppare la capacità di collaborazione tra equipaggi umani e droni per l’Eurofighter Typhoon. È questo l’obiettivo del progetto recentemente presentato da Airbus, volto a sviluppare una capacità Manned-Unmanned Teaming (MUM-T). Questo progetto, parte del programma System and Teaming Advanced Research (Star), mira a consentire al velivolo da combattimento di controllare a distanza “loyal wingmen”, droni che supportano l’aereo principale nelle missioni di combattimento. L’iniziativa segna un passo significativo verso l’evoluzione delle capacità militari aeree, integrando tecnologie avanzate e promuovendo la sinergia tra sistemi con e senza equipaggio.

Il cuore del progetto Star è lo sviluppo di un dimostratore tecnologico per l’Eurofighter, un velivolo biposto che incorporerà nuovi elementi di cockpit e connettività. Questo permetterà di esplorare tecnologie avanzate di interfaccia uomo-macchina e connettività cruciali per le future applicazioni del programma per il caccia di sesta generazione franco-tedesco Future Combat Air System (FCAS), che dovrà sostituire le attuali piattaforme entro il 2040. Il dimostratore Star avrà l’obiettivo di mostrare la capacità di teaming tra velivoli pilotati e droni non pilotati, una componente essenziale del Fcas.

La collaborazione tra equipaggi umani e non implica l’operazione coordinata di sistemi con e senza equipaggio per raggiungere un obiettivo di missione comune. Come una delle principali innovazioni che definiranno la potenza aerea futura, il MUM-T si basa su sistemi senza equipaggio intelligenti, connessi e modulari, interconnessi da una rete di intelligenza distribuita. Questi sistemi agiranno come moltiplicatori di forza per gli aerei con equipaggio, migliorando le capacità del team mantenendo il pilota al sicuro ma comunque al controllo.

Il MUM-T è cruciale per la creazione dei Remote Carriers, uno dei pilastri dei programmi aerei di sesta generazione. Nel complesso ambiente di combattimento aereo futuro, sarà necessario dispiegare aerei senza equipaggio insieme ai caccia, operando come una squadra. I Remote Carriers saranno appositamente progettati per questo ruolo. Saranno in grado di agire come sensori remoti, trasportando una vasta gamma di carichi utili adatti a missioni di intelligence, sorveglianza, acquisizione obiettivi e ricognizione (Istar). Altre versioni avranno la capacità di affrontare direttamente le minacce, sia in modo cinetico che non cinetico (ad esempio, tramite attacchi elettronici). I Remote Carriers saranno modulari, permettendo di scegliere un carico utile selezionato in base alla missione pianificata e alle capacità richieste, rendendoli effettivamente risorse multi-missione per il combattimento aereo.

I benefici della collaborazione tra equipaggi umani e non includono la riduzione del rischio, poiché le piattaforme senza equipaggio possono assumere i compiti più pericolosi, aumentando la sicurezza dei piloti. Inoltre, agisce come moltiplicatore di forza, migliorando le capacità delle risorse pilotate con i Remote Carriers che volano accanto agli aerei con equipaggio. Grazie alla cooperazione tra diversi tipi di risorse pilotate, come aerei da missione ed elicotteri, e risorse non pilotate, il MUM-T porterà benefici a una gamma più ampia di missioni, inclusi ricerca e soccorso, sorveglianza marittima e protezione delle frontiere. I sensori installati sui sistemi senza equipaggio miglioreranno la copertura delle piattaforme con equipaggio, aumentando l’efficienza e l’efficacia della missione.

Il progetto Star di Airbus è interessante anche per il parallelo programma di Italia, Regno Unito e Giappone per un caccia di sesta generazione: il Global Combat Air Programme (Gcap). Il Gcap sarà dotato di tecnologie avanzate, come un sistema di gestione della missione basato sull’intelligenza artificiale, sensori avanzati e capacità di collaborazione tra equipaggi umani e droni. Questo nuovo velivolo non sarà solo un aereo, ma un sistema complesso che include sciami di droni e altri componenti, creando quello che viene definito un ‘’sistema di sistemi’’.

L’annuncio del progetto Star da parte di Airbus introduce una dinamica interessante nella competizione e collaborazione internazionale nel settore della difesa aerea. Esaminando gli aspetti positivi, entrambi i progetti dei caccia di sesta generazione, Gcap e Fcas, mirano a sviluppare tecnologie avanzate che rivoluzioneranno il combattimento aereo, come l’intelligenza artificiale e la collaborazione tra equipaggi umani e droni. Entrambi i progetti favoriscono la cooperazione tra diversi paesi, condividendo conoscenze e risorse per raggiungere obiettivi comuni, soprattutto quando uno degli obiettivi in comune è contrastare Paesi come Cina, Russia, Corea del Nord e le preoccupazioni che generano data la loro crescente capacità industriale. Inoltre, l’implementazione di droni per missioni pericolose riduce il rischio per i piloti, aumentando la sicurezza operativa. La collaborazione tra equipaggi umani, droni e intelligenza artificiale potenzia le capacità operative delle forze aeree, permettendo missioni più complesse ed efficaci.

Resta il nodo della contemporanea esistenza di due progetti simili che potrebbe portare a una duplicazione degli sforzi e delle risorse, riducendo l’efficienza complessiva. Molto spesso, la competizione tra progetti può creare tensioni tra i paesi partner, potenzialmente ostacolando la cooperazione a lungo termine. Bisogna anche considerare che l’integrazione di nuove tecnologie avanzate comporta sfide significative in termini di sviluppo, implementazione e manutenzione. I progetti di sviluppo di nuovi sistemi di combattimento aereo sono estremamente costosi, richiedendo ingenti investimenti da parte dei governi coinvolti.

Prima dei caccia del futuro, anche l’Eurofighter verso la collaborazione con i droni

Migliorare la sinergia tra equipaggi umani e droni sarà una componente essenziale per i progetti di caccia di sesta generazione. In attesa dell’evoluzione di queste piattaforme innovative, Airbus ha presentato il programma Star per portare l’innovazione del drone gregario già sull’Eurofighter Typhoon

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