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L’Italia aumenterà presto il proprio impegno nella lotta al terrorismo internazionale e lo farà rispondendo alla richiesta di aiuto che il presidente francese, François Hollande, inviò agli altri Paesi dell’Unione europea all’indomani degli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. Il ministro Roberta Pinotti lo ha spiegato a margine del vertice dei principali ministri della Difesa della coalizione anti Isis tenutosi nella capitale francese il 20 gennaio: «Nel prossimo decreto missioni – ha detto – avremo la discussione in Parlamento di nuovi supporti anche in risposta a quello che la Francia ha richiesto» senza aggiungere dettagli perché «per serietà penso che debba essere detto prima in Parlamento».

E’ possibile che non si tratterà di sostituire militari francesi impegnati in qualche missione, ma di un intervento che costituisca una sorta di aiuto indiretto alla Francia e certamente «no combat». Hollande, come si ricorderà, fece ricorso all’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona, definito anche «clausola di difesa collettiva». Una lettera formale di richiesta giunse anche al governo italiano, tanto che sembrò curiosa l’apparente smentita del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, pubblicata sul Corriere della Sera del 6 gennaio come replica a un articolo di Angelo Panebianco. «Non conosco richieste francesi a cui l’Italia non avrebbe corrisposto», scrisse Gentiloni: evidentemente il governo italiano stava valutando il da farsi e non voleva ancora esporsi.

A Parigi non si è parlato solo delle iniziative militari, ma anche di stabilizzazione, lotta ai foreign fighter e contrasto al finanziamento e alla propaganda. In quest’ultimo caso si tratterebbe della cosiddetta «contronarrativa» di cui in Italia ancora non c’è traccia. La riunione è stata presieduta dal ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, e dal segretario alla Difesa americano, Ash Carter, il quale ha annunciato che in febbraio a Bruxelles si incontreranno i 26 Paesi della coalizione anti Isis. Oltre a Pinotti, c’erano i ministri tedesco, australiano, olandese e britannico. Attualmente l’Italia contribuisce alla coalizione anti Isis con 750 uomini, comprendendo sia gli addestratori in territorio iracheno (a Erbil e a Bagdad) sia gli uomini dell’Aeronautica, impegnata con quattro Tornado con compiti di ricognizione per l’individuazione di obiettivi.

Stefano Vespa

Cosa faranno Italia e Francia contro Isis

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