Al di là delle simpatie o antipatie per il governo o Caltagirone, di certo la finanza italiana è in affanno. Raccoglie immensi depositi e investimenti da privati, non riesce a canalizzarli in Italia e li esporta spesso all’estero, caso unico tra le economie sviluppate. Il vecchio era a pezzi. Bisognerà vedere se il nuovo riuscirà a sopravvivere agli scossoni. La riflessione di Francesco Sisci
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Il giudice Sabella ricorda Borsellino e denuncia la continuità della palude mafiosa
L’immutabilità della mafia e gli ostacoli che ancora impediscono di fare piena luce sulla strategia stragista di cosa nostra al centro dell’intervista rilasciata a Gianfranco D’Anna dal magistrato Alfonso Sabella, in occasione dell’anniversario del massacro del Procuratore Paolo Borsellino e dei cinque agenti di scorta
Visitatori e musei? Non servono più regole, ma più rispetto. Scrive Monti
Per favorire un afflusso sempre maggiore nei nostri Musei è necessario fare in modo che tale afflusso avvenga in modo ordinato e organizzato e nel pieno rispetto delle opere e dell’esperienza di visita. Se non gestiscono con attenzione i flussi, è inevitabile che si possano da un lato verificare degli episodi disdicevoli, e che, al netto di tali episodi, cresca anche il malcontento da parte di coloro che invece vivono il museo come un luogo di cultura frequente. Il commento di Monti
Imec, rete di connettività in fase di decollo. Parla Talò
L’inviato speciale dell’Italia per Imec, l’ambasciatore Talò, parla dello stato della “rete di connettività” indo-mediterranea. “È un momento nuovo. Un passaggio importante: non più solo convegnistica e disegni geopolitici, stiamo entrando in una fase di concretezza operativa, con l’Unione Europea che non solo conferma l’impegno politico, ma assume anche un ruolo tecnico di coordinamento. Si pongono fondamenta politiche, certo, ma emergono anche aspetti pratici e operativi”
Dalla propaganda russa alle fake news. Ecco la nuova guerra dell’informazione
Pubblichiamo la prefazione del professor Luigi Caramiello (Università degli Studi di Napoli Federico II) al libro di Michele Zizza, dal titolo “Digitalizzazione. Disinformazione. Destabilizzazione” (Editoriale scientifica)
Capitale umano, alleanze transatlantiche e difesa dell’Occidente. L'ora della convergenza
Il futuro della coesione euroatlantica dipende dalla capacità dell’Occidente di investire nel capitale umano strategico, considerato una vera infrastruttura critica. Non basta colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro: servono classi dirigenti e competenze capaci di governare la complessità tecnologica, geopolitica e culturale. La formazione diventa così uno strumento di soft power e diplomazia e l’Italia, con il suo patrimonio culturale e industriale, può essere ponte tra Europa e Atlantico, ma occorre un nuovo patto pubblico-privato per le competenze. L’intervento di Simone Crolla, managing director di Amcham e Valerio De Luca, direttore di Spes Academy
Lo sprint americano verso le nuove monete che riscriverà il risparmio
Con l’approvazione della prima legge federale sulle stablecoin, si va incontro a un riassetto del risparmio, con nuovi contrappesi tra vecchia e nuova finanza, oltre al tentativo di rianimare il dollaro. Il segnale alla Cina e la strada dell’Europa verso l’euro digitale
Ecco il teorema Fitto sulla nuova coesione europea
A Bari Fitto porta come paradigma l’invasione russa dell’Ucraina, che ha impattato su più fronti, come l’energia, le infrastrutture, ma anche l’approvvigionamento dei materiali critici, passando per il grano. “Non è più possibile decidere una serie di priorità e mantenerle tali per sette anni a fronte di cambiamenti repentini”, ha aggiunto. E ricorda come aree europee limitrofe alla Russia si stiano progressivamente spopolando a causa del conflitto e proprio in quei confini le politiche di coesione rappresentano l’unico strumento per produrre un plus
La Conferenza per l’Ucraina e i rischi della corsa alla ricostruzione. L'opinione di Pellicciari
La trasformazione dell’aiuto in strumento attivo di influenza strategica ha portato a marginalizzare l’intervento umanitario a favore di ricostruzione, procurement e partenariati economici. Un cambio di paradigma che mette in discussione la credibilità stessa della solidarietà multilaterale. L’opinione di Igor Pellicciari
Dazi Usa all’Italia. Un vento forte, ma non un uragano. Arditti spiega perché
L’Italia, come l’intera Europa, può ridurre la dipendenza dal mercato americano, sviluppare il proprio mercato interno e neutralizzare l’impatto dei dazi grazie a filiere più snelle, integrate e autonome. Non dobbiamo nasconderci dietro ai timori: l’onda può incresparci, ma il mare non ci inghiottirà. L’analisi di Roberto Arditti