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Il progetto politico c’è e stavolta – a differenza dei tentativi del passato – sembra che ci siano anche la volontà e le condizioni per arrivare al risultato. Prende sempre più corpo l’idea di un partito di centro che affondi le sue radici nel PPE e che guardi stabilmente al PD e a Matteo Renzi come alleati. Una formazione politica che dovrebbe nascere dalla fusione tra la vecchia UDC, il Nuovo Centrodestra e il gruppo del sindaco di Verona Flavio Tosi. A tal proposito l’ex leghista, Lorenzo Cesa e Angelino Alfano la prossima settimana saranno a cena insieme, per porre le basi di questo percorso comune al quale potrebbero unirsi in seguito anche Denis Verdini e i suoi.

UN NUOVO PARTITO POPOLARE

A ben vedere il progetto altro non è che la riedizione della vecchia idea di dar vita a un nuovo partito popolare italiano. Di fatto, lo stesso obiettivo che era stato perseguito con la nascita di Area Popolare che però – nella pratica – si è limitata a funzionare come federazione di diversi soggetti politici e come gruppo parlamentare, senza fare però il salto di qualità definitivo ed arrivare ad assumere la forma di partito.

LE SFIDE DEI POPOLARI D’ITALIA

La questione è stata rilanciata nell’attualità del dibattito politico italiano dall’iniziativa dal titolo “Con i popolari contro i populismi” in cui lo stato maggiore dell’UDC – rappresentato dal segretario Lorenzo Cesa e dal presidente della Commissione Affari Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini – ha incontrato il Ministro della Salute ed esponente di spicco di NCD Beatrice Lorenzin. All’incontro erano presenti anche i più importanti membri del partito, dai deputati Rocco Buttiglione e Giuseppe De Mita all’europarlamentare Giovanni La Via.

NCD MA SENZA DESTRA

Un partito che dovrebbe rappresentare l’ala centrista di una coalizione più ampia a trazione Pd. Che la prospettiva sia questa, l’ha fatto capire chiaramente Lorenzin secondo la quale – dal nome NCD – è destinato a sparire il suffisso destra. “La d di NCD appartiene ad una fase di passaggio. Noi stiamo costruendo una realtà di centro, popolare e liberale. Questa è l’ispirazione della nostra azione politica”. Un’affermazione che sembra sganciare definitivamente gli alfaniani da una prospettiva di centrodestra e da qualsiasi ipotesi di alleanza con il trio formato da Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

AUTONOMI MA ALLEATI AL PD

Alleati del PD ma con un soggetto politico che rimanga pienamente distinto e indipendente. No dunque all’idea rimbalzata sulla stampa di una confluenza nel Partito Democratico, come ha ribadito Lorenzin. “Siamo al Governo con Matteo Renzi e stiamo facendo le riforme. Ritengo che questa sia una prospettiva anche per il futuro. Noi comunque costruiamo un partito per andare in modo autonomo”. Una linea pienamente condivisa anche da Cesa. “Sosteniamo Renzi e continueremo a sostenerlo, il centrodestra ormai è nelle mani di Salvini” ha commentato il segretario dell’UDC.

DOMANDE SFIZIOSE

Un’operazione politica che – hanno evidenziato molti dei partecipanti all’appuntamento – nasconde insidie e punti interrogativi. Serve un disegno politico chiaro che parta dal basso, altrimenti il rischio è di mettere in campo un’iniziativa di palazzo priva del consenso necessario. “Come ci definiamo?” ha chiesto De Mita ai compagni di partito, sottolineando come finora la narrazione centrista sia stata più che altro in negativo. “Siamo alternativi a Berlusconi e non entriamo nel PD” e questo – ha lasciato intendere – non va bene perché non risponde alle domande sulla natura nuovo soggetto di centro. “Questo partito cristiano – popolare lo vogliamo fare oppure continuiamo a sopravvivere e ad aspettare qualcuno che ci tolga le castagne dal fuoco?” ha domandato invece Lavia, lasciando intendere che – a suo modo di vedere –è stato perso fin troppo tempo, con la conseguenza di rendere il centro sempre subordinato alla destra o alla sinistra.

POPULISTI CONTRO IL RESTO DEL MONDO

Secondo Buttiglione, ormai – in Italia come in Europa – la sfida non è più tra destra e sinistra ma tra europeisti e populisti. “In Francia per fermare il populismo di Le Pen si è formata una coalizione democratica formata da socialisti e repubblicani” ha evidenziato. Lo stesso processo – ha sottolineato – è in corso anche nel nostro Paese dove il fronte populista è composto “da M5S, Lega, Fratelli d’Italia e da un pezzo di Forza Italia”. Una divisione che porterebbe inevitabilmente alla conseguenza di un’alleanza stabile con il Pd. Populismo che – ha rilevato Casini – rappresenta un fenomeno non solo europeo. “Guardate cosa sta accadendo negli USA” ha detto l’ex Presidente della Camera. “Chi ha il vento in poppa? È Donald Trump che utilizza l’argomento dell’immigrazione”.

E L’ALTRO CENTRO?

C’è poi anche un altro centro che di alleanze con Renzi non ne vuole sapere. Un centro che guarda a destra, rappresentato da Popolari per L’Italia di Mario Mauro (qui il link di una recente intervista a Formiche.net), al quale aggiungere Idea di Gaetano Quagliariello e degli altri fuoriusciti di Ncd, Italia Unica di Corrado Passera ed anche i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, antirenziani ma fortemente critici nei confronti di Berlusconi, Salvini e Meloni.

Ecco il partito popolare (filo Renzi) di Alfano, Cesa e Tosi

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