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Insieme al referendum sull’immigrazione, il 28 febbraio gli svizzeri si esprimeranno sulla riforma che vuole assegnare maggiori diritti, dai punti di vista sociale e fiscale, per il matrimonio e le famiglie composte da un uomo e una donna.

LA DOMANDA

Da quanto si legge sul sito del governo svizzero, “l’iniziativa chiede che il matrimonio non sia svantaggiato rispetto ad altri modi di vita, segnatamente sotto il profilo fiscale e delle assicurazioni sociali, che consista nella durevole convivenza, disciplinata dalla legge, di un uomo e di una donna, e che i coniugi costituiscano dal punto di vista fiscale una comunione economica”. La domanda alla quale dovranno rispondere gli svizzeri è: “Volete accettare l’iniziativa popolare ‘Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate’?”.

L’INIZIATIVA

Il Partito Democratico Svizzero (Pdc) è riuscito a raccogliere le firme necessarie e, nonostante il forte attivismo del movimento Lgtb in Svizzera, ha portato avanti la consultazione popolare. Secondo la forza politica, a differenza di altri Paesi, in Svizzera le coppie sposate sono svantaggiate rispetto a chi ha deciso di non sposarsi. Per mettere fine a ciò, la proposta del Pdc è di includere un concetto “corretto” di matrimonio e famiglia. L’articolo 14 della Costituzione svizzera che adesso dice “Si garantiscono i diritti al matrimonio e alla famiglia” dovrebbe essere integrato con la definizione “Il matrimonio è un rapporto di lungo periodo e legalmente regolato tra un uomo e una donna. È una comunità economica a tutti gli effetti”.

IL MATRIMONIO GAY

La Svizzera non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel 2007, a seguito di un referendum del 2005, è stato creato nel Paese un registro dei Patti civili di solidarietà. Il Patto civile di solidarietà è il termine con cui ci si riferisce a una forma di unione civile tra due adulti, che nel tempo ha lasciato presagire nuovi sviluppi, come l’istituzione di un vero e proprio matrimonio tra persone omosessuali: un’ipotesi che rischia di essere completamente messa da parte se nel referendum sulla famiglia del 28 febbraio dovesse prevalere il sì.

LA POSIZIONE UFFICIALE

La posizione ufficiale del Consiglio federale e del Parlamento è di contrarietà all’iniziativa, che è stata respinta in Consiglio nazionale con 107 voti contro 85 e un astenuto e  nel Consiglio degli Stati con 25 voti contro 20.

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QUESTIONE ECONOMICA

Per quanto riguarda il versante fiscale, il referendum sulla famiglia chiede l’introduzione di sconti fiscali per le coppie sposate. In Svizzera le imposte sono calcolate in base alla somma dei redditi dei coniugi, per cui una coppia sposata rischia di pagare più tasse rispetto a una coppia che non lo è. Il Parlamento e il governo spiegano però che questa penalizzazione è compensata dal fatto che le coppie sposate possono godere, a differenza delle altre, di altre detrazioni.

ALTRI CASI

Se vincesse il sì, la Svizzera si aggiungerebbe ad altri Paesi che hanno una normativa simile come Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Moldavia, Montenegro, Polonia, Serbia e Ucraina.

In Europa sono molti i movimenti nati recentemente a favore della famiglia tradizionale. In Francia è molto attiva “La Manif Pour Tous”, associazione apartitica. In Finlandia, il movimento pro-matrimonio si chiama “Aito Avioliitto” (Associazione del vero matrimonio) e sta raccogliendo firme per bloccare un decreto presidenziale a favore del matrimonio gay. In Slovenia il Tribunale Costituzionale ha pronunciato una sentenza a favore della coalizione civica Za otroke gre! (Per i bambini!), che propone un referendum per la revoca della legge sul matrimonio e le adozioni gay.

Tutti i dettagli sul referendum pro famiglia naturale in Svizzera

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