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Chi chiede oggi controlli rafforzati contro il terrorismo dimentica i tagli ripetuti alle forze dell’ordine italiane negli ultimi dieci anni. Ciucci o smemorati?

Partiamo dalla cronaca degli ultimi due mesi. Cinque corpi di polizia sono troppi, è la tesi di Palazzo Chigi, per cui l’obiettivo della legge di stabilità è di tagliare circa 600 milioni di euro sul comparto sicurezza, tra risparmi, accorpamenti e chiusura di presidi. Si dimentica però l’altra faccia della medaglia, ovvero il concreto rischio di un arretramento dello Stato nella lotta al crimine e, quindi, anche ai nuovi nemici come i terroristi nazi-islamisti. Qualche numero aiuta ad analizzare il settore. Solo il Dipartimento della pubblica sicurezza dal 2008 al 2012 ha subito un riduzione delle risorse per oltre 1 miliardo e mezzo di euro.

Di contro, i sostenitori della spending review in questo delicatissimo comparto affermano che i cinque corpi italiani (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale) costano allo stato 20 miliardi di euro, il 20% in più di Francia e Germania. La Polizia di Stato consta di 100.000 unità, di cui 930 dirigenti, 1.980 commissari, 1.300 vice-commissari e questori, 23.600 ispettori, 20.000 sovrintendenti e 59.600 agenti. I Carabinieri (il corpo di polizia più antico d’Italia nato nel 1814)  hanno 117.920 unità, di cui 3.969 Ufficiali dei vari ruoli, 30.176 Ispettori (Marescialli), 20.352 Sovrintendenti (Brigadieri) e 63.423 Appuntati e Carabinieri. La GdF 68.134 unità, con 3.225 ufficiali, 23.602 ispettori, 13.500 sovrintendenti e 27.807 appuntati e semplici finanzieri. La Polizia Penitenziaria di cui si annota ogni anno il livello di carenza di personale, ha 38.884 unità, di cui 35.100 uomini e 3.784 donne. Circa 7.000 gli agenti mancanti rispetto ai parametri fissati dalla Legge n. 117 del 2014. Infine i forestali sono 7.615, con nel Lazio il numero maggiore.

Sulla stessa lunghezza d’onda i numeri dei singoli agenti: in Europa l’Italia ha un elevato numero di agenti in rapporto alla popolazione. Complessivamente ammontano a 310.000 i dipendenti delle Forze armate, uno ogni 190 abitanti mentre in Francia e Germania ce n’è uno ogni 280 abitanti, in Inghilterra uno ogni 390 abitanti.

Andando un po’ a ritroso si scopre che nella finanziaria del 2010 si decise di sforbiciare. “Al fine di razionalizzare e riorganizzare la spesa anche attraverso il più razionale impiego delle risorse umane, logistiche, tecnologiche e dei mezzi delle forze di polizia nell’espletamento dei compiti di ordine e di sicurezza pubblica è disposto, fermo restando il conseguimento degli obiettivi di sicurezza pubblica nell’ambito delle risorse disponibili un taglio di 8 e 9, di 10 milioni di euro per l’anno 2012 e di 50 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013, nella misura del 50% per la Polizia di Stato e del 50% per l’Arma dei carabinieri”. Una mannaia.

Oggi si presenta l’esigenza non solo di presidiare fisicamente i luoghi nevralgici come porti, aeroporti e stazioni ferroviarie ma anche di garantire un eccellente lavoro di intelligence in raccordo con stati membri (Ue e non) che può rappresentare un tesoro inestimabile nel prevenire attacchi come quelli di Parigi. Anziché tagliare sulla sicurezza perché non concentrare risparmi e accorpamenti su municipi, inutili enti territoriali, e prebende varie? Non è populismo elettorale, solo lotta al terrorismo.

twitter@FDepalo

Più controlli con più tagli: lotta o imbroglio?

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