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Provare a costruire un macro gruppo sovranista e conservatore, che abbia i numeri per porsi al secondo posto all’interno dell’euro-emiciclo e così orientare scelte e indirizzi. Le parole pronunciate da Marine Le Pen, leader della destra d’oltralpe, raccontano del tentativo di aprire ad una fase del tutto nuova dell’eurodestra, data essenzialmente dalla possibilità di creare una nuova maggioranza nel Parlamento che sia viatico per una commissione politica e non più di larghe intese.

Le Pen: “Stiamo cercando, in definitiva, di costruire un grande gruppo sovranista che potrebbe essere il secondo nel Parlamento europeo e che permetterebbe di cambiarne gli equilibri. Il nostro obiettivo principale è avere la massima influenza possibile sulle decisioni che vengono prese”. Adesso è il momento di unirsi, è la sua tesi, “sarebbe davvero utile, se ci riusciamo possiamo diventare il secondo gruppo al Parlamento europeo”, ha detto pubblicamente più volte l’ex-presidente di Rassemblement National.

Parole che fanno il paio con quelle pronunciate da Vikor Orbán che spinge per il campo unico Meloni-Le Pen: “Il futuro sovranista in Europa nelle mani di due donne”, aveva detto in occasione di un’intervista a Le Point. Il premier ungherese ha dato disco verde alla possibile alleanza tra le due leader all’interno di un unico gruppo o di una coalizione al Parlamento Ue, osservando che “la forza attrattiva della loro cooperazione sarà molto forte, tanto da essere sufficiente a rimodellare la configurazione della destra europea”.

Da settimane, dunque, tutti i sondaggi in vista delle elezioni europee mostrano due dati su tutti: in Francia Le Pen è al primo posto, staccando Macron e il suo partito; in Germania i tedeschi della Cdu/Csu sono in testa dati al 30% dei voti, in crescita dell’1% rispetto alle elezioni di cinque anni fa, così da consegnare al partito tedesco il timone del gruppo del Partito popolare europeo che, a meno di clamorose sorprese, dovrebbe restare quello con il maggior numero di deputati nel prossimo Parlamento. Infine il gruppo ID, con dentro Lega e Rn, ha messo da parte i tedeschi di Afd.

La presidenza di Frederich Merz ha spostato più a destra il baricentro del partito che fu di Angela Merkel, passaggio che rappresenta una novità significativa rispetto all’economia complessiva dei ragionamenti con il possibile dialogo con la leader emergente in questo momento in Europa: quella Giorgia Meloni che guida il governo italiano e, per la prima volta nella storia d’Italia, guida anche un partito europeo, l’Ecr.

Che l’attenzione verso Meloni sia alta, anche tra i media europei, lo testimonia tra le altre cose un articolo del Telegraph di qualche settimana fa, che titolò: “L’Italia della Meloni sta facendo ciò che la Gran Bretagna poteva solo sognare”. Il più importante giornale britannico scrisse che “dopo aver finalmente voltato pagina, gli italiani stanno letteralmente dicentando l’invidia dell’Europa. Una delle economie in più forte crescita nel G7 dal 2019, e di gran lunga quella con la crescita più forte tra le principali economie europee, è tra tutte quella italiana. La stabilità politica e la certezza politica non sono tutto, ma sono una componente vitale di qualsiasi economia sana. È strano dover ammettere che l’Italia sembra finalmente averne più di noi”.

Per cui rispetto a cinque anni fa le destre si preparano ad un exploit, dato sia dalle nuove sfide sul tavolo dell’Ue (immigrazione, green deal, guerre), sia dalla possibilità di replicare in Ue il modello italiano. Ma al di là di come finiranno i giochi, è iniziata una fase del tutto nuova a Bruxelles con un polo conservatore ormai in campo a tutti gli effetti.

@FDepalo

Gruppo unico Ecr e Id? Così possono cambiare gli equilibri dell'Europa

Terzo approfondimento sui gruppi al Parlamento europeo che comporranno il nuovo emiciclo: rispetto a cinque anni fa le destre si preparano ad un exploit, dato sia dalle nuove sfide sul tavolo dell’Ue (immigrazione, dottrina Timmermans, guerre), sia dalla possibilità di replicare in Ue il modello italiano. Ma al di là di come finiranno i giochi, è iniziata una fase del tutto nuova a Bruxelles con un polo conservatore ormai in campo a tutti gli effetti.

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