Skip to main content

Il 2016 dovrebbe essere l’anno della svolta per l’Italia in Europa. Le sfide lanciate al Consiglio europeo di dicembre sono molteplici, dall’energia alle sanzioni alla Russia, dall’immigrazione all’unione bancaria. L’obiettivo è chiaro: più politica e meno burocrazia, più crescita e meno austerità. La flessibilità di bilancio sembra, infatti, essere la priorità numero uno per l’Italia. Anche perché è il Paese che ha fatto maggiore ricorso alle clausole che prevedono margini di discrezionalità fiscale: complessivamente circa un punto percentuale di Pil (16 miliardi di euro) di maggiore deficit nel 2016.

La Commissione europea ha finora dato il suo accordo a circa la metà, ma sulla parte rimanente, che riguarda le richieste più recenti incluse nella legge di stabilità approvata dal Parlamento prima di Natale, ha deciso di prendere tempo. Vuole prima valutare l’impatto delle nuove misure proposte sulla crescita potenziale dell’economia italiana e, quindi, sulla sostenibilità dei conti pubblici. Il presidente della Commissione Jean-Claude Junker, ma anche il vice presidente Valdis Dombrovskis, hanno mostrato qualche perplessità verso l’uso eccessivo delle suddette clausole. Il timore è che vengano attivate per aumentare la spesa pubblica e rimandare il consolidamento fiscale, rendendolo più gravoso, soprattutto per un Paese ad alto debito come l’Italia.

L’impresa per l’Italia si presenta, quindi, ardua. Ci sarà bisogno di trovare alleati per sostenere questa posizione. Su chi si potrebbe contare? Si possono suddividere i Paesi dell’area dell’euro in tre gruppi: i virtuosi; quelli che hanno chiesto aiuti finanziari; e, infine, la Francia, che è un caso a parte.

I virtuosi sono quelli che hanno messo i conti in ordine (ad esempio la Lettonia) e che hanno implementato le riforme (ad esempio la Germania). Difficile immaginare che siano disposti ad allearsi con chi vuole più discrezionalità fiscale. Dal loro punto di vista, la crisi è anche il frutto di finanze pubbliche allegre. Pertanto, meno regole significa maggiore rischio di pagare per i dissesti altrui. Tra l’altro, in molti di questi Stati, il via libera agli aiuti richiede un passaggio parlamentare che potrebbe non essere più così semplice da ottenere dopo ben cinque Paesi salvati negli ultimi quattro anni.

Alleanze potrebbero arrivare proprio dai suddetti Paesi, a cominciare dalla Grecia e dal Portogallo dove non governa più chi ha portato avanti le politiche del rigore, bensì due nuovi premier, rispettivamente Alexis Tsipras e Antonio Costa. Nonostante campagne elettorali all’insegna dello “stop all’austerità”, entrambi, però, si trovano a dover proseguire con il consolidamento dei conti: Tsipras perché è sotto programma (il terzo) e di conseguenza non ha accesso a finanziamenti esterni, Costa perché l’economia portoghese è ancora troppo fragile, essendo appena uscita dal programma di aiuti, e un allentamento fiscale rischierebbe di essere penalizzato dai mercati. Difficile, quindi, immaginare che possano cominciare ora una battaglia a favore di un’attenuazione del rigore.

Tra i Paesi che hanno concluso il programma di salvataggio, la Spagna è quello che potrebbe avere maggiore incentivo a rallentare il percorso di risanamento. Tutto dipenderà dalla coalizione di governo. Ma anche in questo caso, il nuovo esecutivo dovrà fare i conti, non tanto con l’Europa, quanto con i mercati che potrebbero non fidarsi. Il recente allargamento dello spread spagnolo rappresenta un segnale di allarme al riguardo.

Infine, c’è la Francia. François Hollande avrebbe sicuramente interesse a intraprendere insieme a Matteo Renzi la battaglia contro le regole fiscali europee. Gli consentirebbe, forse, di sottrarre voti a Marine Le Pen alle elezioni politiche del prossimo anno. Tuttavia, se l’economia francese gode di un premio di rischio ben inferiore a quello italiano, nonostante il disavanzo sia ben sopra il limite del 3 per cento dal 2008 e il debito abbia raggiunto in poco tempo il 100 per cento del Pil, è proprio in virtù della tradizionale alleanza con la Germania. I mercati hanno finora sottostimato il rischio francese in gran parte per effetto dell’asse franco-tedesco. Ecco perché, quando la Francia si trova a dover scegliere tra l’Italia e la Germania, tende quasi sempre a scegliere la seconda.

A conti fatti, l’Italia rischia, dunque, di trovarsi isolata nella sfida sulla flessibilità di bilancio. C’è da chiedersi, allora, se non sia preferibile portare avanti altre priorità, come quella sul completamento dell’unione bancaria. L’introduzione di una garanzia unica dei depositi rappresenta, infatti, uno strumento fondamentale per l’Italia nella fase di ristrutturazione del sistema bancario che deve affrontare. E, poi, questo è un tema sul quale ad essere isolata è la Germania.

Perché è ardua la sfida di Renzi in Europa contro l'austerità

Il 2016 dovrebbe essere l’anno della svolta per l’Italia in Europa. Le sfide lanciate al Consiglio europeo di dicembre sono molteplici, dall’energia alle sanzioni alla Russia, dall’immigrazione all’unione bancaria. L’obiettivo è chiaro: più politica e meno burocrazia, più crescita e meno austerità. La flessibilità di bilancio sembra, infatti, essere la priorità numero uno per l’Italia. Anche perché è il Paese…

Trump-Clinton, una battaglia a colpi di soldi (e di Isis)

Se non ci fosse il sedicente Stato islamico, e tutte le complicazioni e le interazioni che ne derivano, tra Donald Trump e Hillary Clinton, oggi, sarebbe soprattutto questione di soldi. E invece Trump, divenuto agente reclutatore dei terroristi integralisti in un loro video, si rifà sostenendo che l’autoproclamato Califfato è una creazione del presidente Barack Obama e, naturalmente, di Hillary…

Eni, Saipem e Saras. Chi guadagna e chi perde col petrolio a basso costo

Sotto quota 35 dollari al barile. Solo un anno fa nessuno avrebbe scommesso che l’oro nero avrebbe toccato questi livelli infimi, avendo veleggiato per circa tre anni e mezzo, dal giugno 2011 al settembre 2014, sopra i 100 dollari. Quello che è successo poi, durante tutto il corso del 2015, ha sparigliato completamente le carte e ridisegnato del tutto lo…

Atlantic 1, intoppo Telecom Italia per il fondo di De Agostini

I partecipanti del Fondo Atlantic 1 di Idea Fimit sgr sono chiamati a raccolta in assemblea il giorno 21 gennaio 2016 per decidere se prorogare al 31 dicembre del 2019 la durata del fondo stesso rispetto all'attuale scadenza fissata al 31 dicembre dell'anno prossimo. Da ricordare che gli azionisti di Idea Fimit, la società di gestione collocata a monte del…

Che cosa accomuna l'Isis al comunismo

L’esercito iracheno ha riconquistato Ramadi. È una delle migliori notizie con cui abbiamo chiuso l’anno. Ma diciamoci la verità: per sbaragliare lo Stato Islamico servirebbe una massiccia invasione di terra e i risultati sarebbero, ben che vada, temporanei. Come ha evidenziato Barry Posen, direttore del MIT Security Studies Program, in un saggio recente, «i tentativi americani di riformare la politica…

Perché la furia di Isis porterà a nuovi confini in Medio Oriente

Il groviglio del Levante è ancora lontano dall'essere districato, eppure c'è già chi ipotizza di riorganizzare quei territori per prevenire il sorgere di nuovi conflitti. È il caso di John Robert Bolton, già rappresentante permanente degli Stati Uniti all'Onu, che ha presentato una mappa, da lui ideata, dove la Siria e l'Iraq di oggi sono rimpiazzati da quattro entità: un…

7 grandi summit da tenere d'occhio nel 2016

Il Council on Foreign Relations (Cfr), think tank newyorkese di affari internazionali fondato nel 1921, ha raccolto in una pubblicazione i sette vertici mondiali più importanti del 2016. Summit che sono forse destinati a cambiare la rotta del mondo, riscrivere interessi geopolitici, delineare nuove alleanze ed inimicizie: soprattutto negli incontri a latere di questi appuntamenti ufficiali. Si parlerà di ambiente, droga, nucleare…

Isis

Video Isis, tutte le minacce alla Gran Bretagna

I servizi di intelligence sono sulle tracce di un nuovo Jihadi John. In un video di undici minuti diffuso ieri lo Stato Islamico torna a minacciare l’Occidente, e la Gran Bretagna in particolare, annunciando l’esecuzione di cinque uomini accusati di essere «spie» al servizio di sua Maestà. E lo fa utilizzando il volto e la voce di un estremista islamico…

Dopo l'allarmismo sullo smog i giornali punteranno sul colesterolo?

Adesso che è venuta la pioggia, che cadono i primi fiocchi di neve, che cosa metteranno in apertura dei tg e dei quotidiani? Lo smog non fa più notizia. Occorre passare ad altro. Suggeriamo, allora, una bella campagna sui picchi di colesterolo come effetto dei pranzi e dei cenoni che hanno allietato le Festività. Certo, non ci sono delle centraline…

Intelligence, aperte le iscrizioni al master dell'Università della Calabria

Nel 2007 sotto lo stimolo del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, nell’Università della Calabria venne avviato il primo master del settore di una università pubblica italiana, giunto ora alla V edizione. Le iscrizioni al corso, diretto dal professor Mario Caligiuri, sono aperte. ISCRIZIONI, COSTI, CALENDARIO Il master, spiega una nota, è di secondo livello, cioè aperto a coloro che…

×

Iscriviti alla newsletter