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Inizio qualche notarella sulle elezioni partecipando con interesse al dibattito che i miei quattro lettori hanno avviato su Renzi e sulla sua politica.

Miei giovani amici, non sono d’accordo sul fatto che Renzi sia un moderno doroteo pragmatista senza afflato politico.

Le idee politiche le avrebbe eccome, ma la situazione sociale, giudiziaria ed elettorale del paese si è così incarognita che deve mettere paura non solo a Renzi ma a tutti gli uomini di buona volontà.

Tre temi stanno esplodendo, lasciando Renzi (ahimè) sostanzialmente impotente. La questione degli immigrati, l’inchiesta giudiziaria Mafia Capitale e gli equilibri nelle regioni.

LA QUESTIONE DEGLI IMMIGRATI

L’immane tragedia degli immigrati da poche ore fa il giro del mondo in un contesto terribile per la nostra immagine. Centinaia e centinaia di essi si riparano e si riposano per le scale e gli androni della stazione centrale di Milano (la porta dell’Expo, tanto per intenderci). Siamo alla solitudine delle scelte e questo avviene sempre nella vita. Noi da tempo sosteniamo l’esigenza di distruggere (ed è tecnicamente possibile) le imbarcazioni degli scafisti e creare, con un aiuto logistico europeo, aree di accoglienza sul territorio libico. Non c’è molto tempo. Il livello di insofferenza sociale del Paese sta crescendo.

L’INCHIESTA GIUDIZIARIA MAFIA CAPITALE: UN BOA LUNGO SETTE METRI

L’inchiesta giudiziaria Mafia Capitale è come un serpente boa di terribili dimensioni, ingurgita tutte le creature che incontra, siano esse già morte o vive o ancora inconsapevoli della sorte che li attende. L’impressione generale è di un “si salvi chi può” dove forse potrebbe non salvarsi nessuno e Renzi, sicuramente del tutto estraneo a questa vicenda, vede mangiare da questa terribile bestia decine di punti percentuali nella Capitale d’Italia. A lui l’ardua scelta, sganciarsi o resistere? Sia chiaro, entrambe le scelte richiedono grande coraggio e Renzi, a dire il vero, ne ha a bizzeffe.

GLI EQUILIBRI NELLE REGIONI

Nelle regioni Renzi non ha né vinto né perduto: ha semplicemente vinto l’usato sicuro di un personale politico che non si definisce renziano ma che trova la sua legittimazione nel forte consenso sul territorio, in una gestione significativa del potere e in una capacità realizzativa non indifferente. Prendiamo quattro casi che dimostrano che l’oscar delle regionali è andato a “l’usato sicuro”. In Puglia Emiliano è un ras assoluto e il suo sogno è divenire il Pancho villa del meridione. Fatto per tempo un accordo forte con l’Udc di Totò Ruggeri ha letteralmente maramaldeggiato sui suoi competitor. In Campania De Luca è la reincarnazione di un novello Spartacus (nu Dio, scrive Ferrara) forte, efficiente, sfrontato e molto fortunato. Ma è ormai chiaro che senza la sua vittoria per Renzi sarebbero state giornate grigie.

Rossi ha stravinto in Toscana ma non ha mai cambiato di una virgola la sua identità politica ed il suo modo di essere uomo strutturato della “ditta”. E’ per questo che Renzi, che aveva già capito l’antifona in Calabria dove il presidente eletto, comunista vero, non intende subire il diktat nella composizione della giunta, si è intestato di corsa queste vittorie perché è meglio vincere con un buon usato sicuro che immolarsi  senza motivo nel segno o nel sogno di Lady Like alias Moretti.

Renzi, contrordine compagni: è finita la rottamazione, evviva l’usato sicuro

Inizio qualche notarella sulle elezioni partecipando con interesse al dibattito che i miei quattro lettori hanno avviato su Renzi e sulla sua politica. Miei giovani amici, non sono d’accordo sul fatto che Renzi sia un moderno doroteo pragmatista senza afflato politico. Le idee politiche le avrebbe eccome, ma la situazione sociale, giudiziaria ed elettorale del paese si è così incarognita…

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