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Renzi? Renzi non ammetterà mai che, per lui, si è trattato di una vittoria di Pirro. Una vittoria incompleta, come quelle di Bersani, una vittoria che porrà seri problemi, al PD, anche nelle regioni in cui ha vinto. De Luca, l’Umbria, la crescita della Lega in regioni tradizionalmente rosse, la sostanziale riconferma dei 5Stelle.

Vittoria di Pirro, che ci porterà alle politiche del 2018 in situazione di sofferenza. Pensateci. Le riforme incomplete e pasticciate. Quella costituzionale che: non ha abolito i costi del CNEL (ma lo ha solo paralizzato, anche sul piano gestionale); ha creato un Senato con eletti di secondo livello e con funzioni distorte; non ha ridotto i costi indiretti e diretti della politica. Renzi non ha tagliuzzato le partecipate; ha creato il caos nei tribunali e nelle Camere di Commercio. Ancora, altri problemi.

La legge elettorale, che ora Renzi potrebbe voler rivedere, dopo queste regionali. La riforma della P.A., priva di uno scheletro organizzativo chiaro e funzionale. Si parla di mobilità, di scelta discrezionale dei dirigenti, di premi di rendimento (virtuali), di assunzioni e di carriere… ma senza aver ancora deciso quanti saranno, alla fine, i comparti della P.A.. Otto, più varie frattaglie (come ora), quattro come prevede la legge Brunetta, o due, come si sussurra dalle parti dell’Aran?

Non è dato di sapere, anche se l’Aran sta elaborando i dati sulla rappresentatività (deleghe ed elezioni delle RSU) raccolti, pochi mesi fa, come se gli 8 comparti fossero salvi.

Ancora, la grossa rogna dei pensionati, sia di quelli da 1500 a 3000 euro lordi al mese, sia – soprattutto – di quelli con pensioni più elevate. Il decreto legge 65/2015 non risolve ma aggrava i salassi ai pensionati, definiti incostituzionali dalla sentenza 70/2015 della Consulta.

A breve la suddetta Consulta dovrà decidere sui ricorsi veneti e calabresi, relativi agli anni 2014-2015. Ma la Consulta manca di alcuni pezzi, che non si sa quando e da chi saranno riempiti.

Infine, i contratti pubblici, bloccati dal 2009. Un giorno o l’altro dovranno essere sbloccati. O Renzi ha deciso di farlo in piena campagna elettorale, nella primavera del 2018?

Comunque sia, il malcontento della gente è destinato a crescere, Renzi volente o nolente.

Stefano Biasioli

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