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Non sono andato in piazza a festeggiare la storica battaglia vinta da Luigi Brugnaro neo sindaco di Venezia, ma ho seguito sino all’una di notte sulle TV locali i risultati elettorali sezione dopo sezione, esultando quando la forbice a vantaggio di “ Mister Reyer” aveva assunto una stabilità immodificabile.

Erano oltre trent’anni che speravamo nel miracolo dell’alternativa al dominio della sinistra che aveva fatto di Venezia e di Mestre “la Stalingrado del Veneto”; un sistema di potere a cerchi concentrici, autentiche scatole cinesi tra Comune e aziende partecipate, attraverso le quali una casta di mandarini rossi controllava sistematicamente una parte consistente della società veneziana.

Un sistema che, se negli anni ’50-70 era espressione della parte più significativa della classe operaia concentrata a Marghera e a Mestre, con la crisi della petrolchimica e la fine del sistema dell’industria pesante, si era ridotto alla rappresentanza della casta e della rendita parassitaria dei ceti ad essa collegati, con l’ultimo sostegno degli ex sinistri DC e con Orsoni la copertura della stessa gerarchia curiale.

Il terzo stato produttivo si è finalmente scosso e raggiunta una positiva convergenza di interessi e di valori attorno ad una personalità, espressione della migliore tradizione del capitalismo veneziano e veneto, ha saputo condurre la battaglia finale sino alla vittoria di questa notte.

Il PD, dopo la batosta subita con la débâcle della candidata Alessandra Moretti per opera di Luca Zaia alle regionali, subisce adesso il tracollo veneziano e il cappotto del centro destra negli altri comuni veneti andati al ballottaggio: la rossa Rovigo,  Portogruaro, Lonigo e Castelfranco Veneto da oggi tutti governati da sindaci del centro-destra.

Questa notte Brugnaro, tra l’entusiasmo dei sostenitori nella sua sede elettorale ha ricordato, come è consuetudine, ma con più convinzione e meno liturgia, che sarà il sindaco di tutti, trasversale e che darà priorità all’occupazione per i giovani e alla sicurezza della città.

Noi abbiamo condotto la campagna elettorale con un documento di programma “La nostra idea di Venezia” e con incontri dibattito sui grandi temi del rilancio di Marghera con il progetto della “free zone” (zona franca), della centralità della cultura e dell’Università motori dello sviluppo cittadino, della sicurezza e dei servizi sociali e della declinazione dei principi fondamentali della sussidiarietà e solidarietà nei settori del welfare, dell’economia e delle istituzioni.

A Luigi Brugnaro, per l’elezione del quale ci siamo battuti con tutti i candidati che si sono presentati a queste elezioni e con i militanti della lista Boraso civica e popolare di Venezia, sin dall’avvio della campagna elettorale, chiediamo al neo sindaco di impegnarsi su questi temi prioritari:

1) attivarsi con la Regione guidata dal presidente Zaia per realizzare in tempi brevi la “free zone” a Marghera con la richiesta al Governo da parte della Regione, una delle grandi possibilità per  il rilancio produttivo e occupazionale a Venezia;

2)  difesa ad oltranza e con u’ opposizione durissima contro i tentativi annunciati di trasformazione e destinazione di uso diverso dei Palazzi Storici di Ca’ Foscari, che dovranno essere utilizzati solo per Alta Formazione Culturale, Scientifica ed Artistica da offrire anche ai Paesi del mondo interessati alla formazione dei loro migliori studenti e operatori culturali in Italia;

3)  sostenere  il programma della piattaforma off shore, poiché il presidente Zaia ha confermato la volontà di completare il MOSE  e quindi la piattaforma off shore va perseguita subito costituendo un  Gruppo di Lavoro  –Comune- Regione –  per dare avvio a tutte le procedure amministrative per permettere l’avvio della progettazione esecutiva, la revisione del Piano Portuale, inviando un messaggio forte alla Presidente Serracchiani perché si astenga da interferenze che non attengono alla sua funzione,  poiché su questi temi l’autonomia della Regione Veneto e del Comune di Venezia  non è materia di discussione.

4)  Vigilare affinché il disastro gestionale di VEGA,  la cui responsabilità politica e amministrativa ricade sulla dirigenza Rossi Luciani/Vianello, già vicesindaco ai tempi di Cacciari , non determini conseguenze irreversibili sul patrimonio e tenendo presente il ruolo strategico che quella realtà può rappresentare per i servizi legati ad un grande hub commerciale  che diventerà  uno dei nodi della Nuova Via della Seta prevista dal Governo Cinese.

5)     Sulla sicurezza e i servizi sociali ogni scelta politico amministrativa dovrà compiersi ispirata ai principi della sussidiarietà e solidarietà attiva previsti dal dettato costituzionale.

Superata la giusta euforia per un risultato che dovrà essere assunto come modello per quanti, come noi popolari, sono interessati all’alternativa al socialismo trasformistico renziano e ai populismi delle estreme,  adesso“tutti alla stanga” per affrontare i drammatici problemi finanziari del Comune lasciatici in eredità del vecchio sistema di potere e, come ama ripetere Zaia, “ pancia a terra” per dare le risposte ai tanti bisogni della nostra amatissima città.

Ettore Bonalberti

www.alefpopolaritaliani.eu

www.insiemweb.net

www.don-chisciotte.net

Venezia, ecco come è stata rottamata la sinistra

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