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L’inizio dell’epilogo è datato ormai 15 mesi fa, quando alle elezioni europee del maggio 2014 a Clemente Mastella non sono bastate oltre 60mila preferenze raccolte nella lista di Forza Italia per rimettere piede a Bruxelles. A girare il dito nella piaga ci hanno poi pensato le consultazioni in Campania dell’anno successivo; in quell’occasione, ad essere rimasta senza una poltrona in consiglio regionale è stata sua moglie Sandra Lonardo, nonostante i 10.213 voti personali. Non bastasse, adesso per i Mastella si addensano fosche nubi per quanto riguarda la permanenza del loro partitino, l’Udeur, all’interno del Partito popolare europeo, al quale è iscritto sin dal 2001.

(TUTTE LE MASTELLATE DI MASTELLA. FOTO ARCHIVIO PIZZI)

LA PROCEDURA DI ESCLUSIONE

La commissione interna al Ppe incaricata di vigilare su adesioni e iscrizioni ha deciso di accendere i riflettori sul caso Udeur. Stando ad alcune indiscrezioni che arrivano da Strasburgo il gruppo di lavoro guidato dall’eurodeputata olandese Corien Wortmann-Kool, vicepresidente del partito, avrebbe formalmente avviato la procedura di espulsione della forza politica centrista. Come? Chiedendo alla presidenza del Ppe di avanzare una proposta in tal senso, proposta alla quale i Mastella potranno rispondere opponendo le loro ragioni, fino alla votazione finale degli organi di partito legittimati a esprimersi su questa istanza.

I MOTIVI DI UNO SFRATTO

Sono di vario tipo e spaziano da quelli di natura economica a quelli di natura più politica. Ma al di là dei tecnicismi e delle burocrazia di partito, c’è un elemento decisivo: l’Udeur-Popolari per il Sud nei fatti non esiste più, perlomeno dentro le istituzioni. Sarebbe dovuto in qualche modo risorgere (a quanto pare con la sola denominazione Popolari per il Sud) alle recenti regionali in Campania, ma poi Mastella ha preferito piazzare la moglie nella lista di Fi in provincia di Benevento, scelta che però non si è rivelata azzeccata. Fatto sta che ad oggi, come rilevano i vertici del Ppe, l’Udeur è un partito regionale (relegato alla Campania e in particolare al territorio sannita) che non ha nemmeno partecipato alle ultime elezioni politiche del 2013 in Italia, dunque non ha rappresentanti né in Senato né alla Camera, ed è privo di suoi esponenti pure a Bruxelles. Lì l’ultimo baluardo era lo stesso Mastella, il quale però era riuscito a farsi eleggere nel 2009 a suon di preferenze ma all’interno di Forza Italia.

(MASTELLA PRIMA DELLO SFRATTO DA PPE. FOTO ARCHIVIO PIZZI)

MASTELLA NON PAGA PIU’

Ciliegina sulla torta, a fare propendere i vertici del Ppe per l’esclusione dell’Udeur c’è anche un problema di natura prettamente economica: il partito di Mastella non paga le quote di iscrizione e adesione al gruppo politico europeo. E ciò si verifica dal 2012 compreso. Sono quindi 4 anni che l’Udeur non versa un euro, nonostante le innumerevoli richieste arrivate in tale senso. Un motivo in più, ragionano a Bruxelles, per sbarazzarsene definitivamente.

CHI RIMANE NEL PPE

Se venisse confermato lo sfratto all’Udeur mastelliano, le forze politiche del nostro Paese presenti nel Ppe rimarrebbero Forza Italia, Svp, Popolari per l’Italia, Nuovo Centrodestra e Udc. Il partito italiano più longevo per iscrizione al Partito popolare europeo è proprio lo scudocrociato, la cui adesione risale al 1974, quando ancora c’era la Dc. Segue la Svp nel 1993, quindi i berlusconiani nel 1999 e infine gli alfaniani e il partito di Mario Mauro nel 2014.

Il Ppe vuole sfrattare l’Udeur di Mastella

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