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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ieri erano gli Indignados in Spagna, poi sono diventati i grillini in Italia, i populismi della destra estrema di Francia e Germania e così via in tutta Europa, fino ai Podemos di Barcellona. La pelle della politica nell’Unione sta cambiando e cambia per colpa della stessa Europa, mentre l’integrazione rimane un vero miraggio e i populismi avanzano dentro e fuori i partiti istituzionalizzati. E’ abbastanza ovvio, infatti, che questi si affermano come “voto di protesta” e in quanto tali emergono per dei motivi ben precisi.

FIDUCIA ISTITUZIONALE

Il mondo sta cercando con una certa difficoltà di uscire da una delle crisi economiche più complesse dal dopoguerra, l’instabilità in Africa e nel Medio Oriente sembra una delle vicende di politica estera più complesse dalla Guerra Fredda, e in tutto ciò la risposta che dà l’Europa è di scarsa fiducia da un punto di vista economico, alternando politiche di austerity a quelle di media flessibilità, mentre dai Paesi più deboli dell’Unione monetaria si parla di ritorno al conio nazionale. Nel frattempo non c’è una vera Unione politica. L’Europa rimane un organismo a se stante, dove la moneta legittima un potere economico ma non quello politico. Gli esecutivi – se così si possono definire – dipendono da strane e variegate “maggioranze” degli esecutivi nazionali, che dal canto loro sono “vittime” delle richieste dell’Europa e si mostrano sempre più deboli agli occhi del popolo che le costituzioni nazionali continuano a definire “sovrano”. Il punto è proprio qua, sulla sovranità popolare.

SOVRANITA’ EUROPEA

Non sarà la crisi economica che va ad arrestarsi a favorire l’integrazione europea, come non sarà qualche vittoria sul piano della politica estera dell’Unione. L’Europa non ha più chance di esistere se non si propone come strumento di politica di integrazione. E’ giunto il momento di dare spessore alle istituzioni dell’Unione anche attraverso un’elezione diretta degli esecutivi. E’ giunto il momento che la sovranità degli Stati passi progressivamente, o almeno in parte, nelle mani dell’Europa.

Questi sono gli unici antidoti, forse anche gli ultimi utilizzabili, per salvare l’intero sistema continentale che ha garantito nel corso degli ultimi decenni di evitare guerre sul proprio territorio e favorire politiche economiche che tendessero a combattere il protezionismo e all’espansione. Anche perché, se ciò non avverrà, i populismi divoreranno la politica interna, svuotando o chiudendo i battenti dell’Unione arretrando a politiche economiche e di integrazione di quasi un secolo fa, politiche che già hanno fallito.

Tutte le sfide dell'Europa tra populismi e integrazione

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