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Appena rientrato da una visita istituzionale in Ucraina, il Gen. Wesley Clark, già Supreme Allied Commander Europe durante le operazioni militari in Kosovo, ha tenuto all’Atlantic Council di Washington Dc un briefing sullo stato delle operazioni dei nazionalisti filorussi nelle aree interessate da un conflitto che è stato definito labile, sottotraccia, e nel quale si assisterà – a breve – a una recrudescenza delle ostilità da parte russa.

Il gen. Clark ha affermato, infatti, la sua convinzione – supportata da incontri, visite nelle zone di massima tensione e raccolta informazioni – che “in brevissimo tempo potrebbe verificarsi un nuovo tentativo di espansione da parte degli schieramenti riconducibili al Cremlino”.  Nelle riflessioni del generale, l’obiettivo tacito sarebbe quello di rafforzare la presenza russa nella regione del Dombass e gradualmente nelle aree limitrofe.

Gli Stati Uniti, dunque, si preparano all’ipotesi di un’intensificazione dell’attività militare, in un contesto geopolitico particolarmente delicato, in cui si avverte sempre più la necessità di un intervento forte e deciso da parte degli alleati europei e dell’UE in particolare.

Dall’analisi dei report realizzati in Ucraina e diffusi nel corso del suo intervento, il generale non ha usato mezzi termini per richiamare la necessaria centralità della NATO ed il ruolo di contenimento che i Paesi dell’Alleanza Atlantica dovrebbero preservare nelle aree storiche d’influenza russa: “La NATO dovrà rafforzare la propria presenza nei territori contesi e sostenere adeguatamente la difesa dei confini ucraini difronte alle prossime e sempre più probabili ingerenze”.

Più volte si sono succeduti accostamenti e similitudini tra la fase attuale e gli anni della guerra fredda, che videro una contrapposizione apparentemente tenue e impalpabile sotto un profilo operativo, ma assai più viva da un punto di vista tattico negli scenari maggiormente delicati. In più di un’occasione il generale ha sottolineato che “l’azione russa è innegabile da un punto di vista militare, se si considera che i separatisti usano munizioni e sistemi d’arma prodotti in Russia, con un addestramento militare e operativo proprio delle forze armate russe”.

Sotto un profilo strategico, è emersa la consapevolezza dell’importanza della partita che si va a giocare e la convinzione di dover arginare e ridimensionare una possibile riedizione della contrapposizione tra blocchi: “Lo scontro in atto nel Dombass ha origini antiche ed è espressione diretta di una mai sopita volontà egemonica russa che, qualora ignorata, produrrebbe effetti catastrofici per l’Europa, sino ai Balcani”.

Alla luce di tali considerazioni, il gen. Clark ha chiuso il suo intervento affermando la necessità di anticipare possibili mosse russe ed evitare una nuova controffensiva: gli Stati Uniti, nelle riflessioni dell’ex comandante dell’Operazione Allied Force, dovrebbero prevenire l’ipotesi di un’offensiva russa, non solo intensificando il supporto alle forze filo-ucraine e richiedendo un maggiore impegno degli alleati europei. Al fine di anticipare nuove attività militari filorusse nella regione, Clark ha affermato: “le forze USA dovrebbero prepararsi a un intervento più intenso e ormai più vicino”.

Putin pronto a nuove ingerenze in Ucraina. Parola del generale Wesley Clark

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