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Tanto va l’orcio per acqua, che si rompe. Sono mesi che il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, accusa ed insulta la Spagna per aver dato spazio ad iniziative come quella dell’ex presidente Felipe Gonzalez, di sostegno ai leader dell’opposizione venezuelana. Gonzalez, laureato in Legge all’Università di Siviglia nel 1965, ha deciso di riprendere in mano il codice penale per difendere questi prigionieri politici davanti ai tribunali venezuelani e alla Corte Interamericana. Il risultato? Gonzalez è stato dichiarato “persona non grata”.

L’INIZIATIVA DI GONZALEZ

La decisione è stata approvata dalla maggioranza dell’Assemblea Nazionale ed è stata proposta dal deputato comunista Yul Jabour come la soluzione ad un “problema di sovranità”. “Noi diciamo chiaramente a questo signore, che è compromesso con la destra internazionale e ha agito come aggressore in politica estera, che non lo vogliamo in Venezuela”, ha detto Jabour. Ma Gonzalez ha intenzione di viaggiare lo stesso a Caracas a maggio. Non vuole mancare all’impegno preso nella difesa giuridica di Leopoldo Lopez, leader del partito Volontà Popolare in carcere da febbraio del 2014, e Antonio Ledezma, il sindaco di Caracas arrestato a febbraio. All’iniziativa di Gonzalez si sono aggiunti l’ex presidente spagnolo Jose Maria Aznar e l’ex presidente del Brasile Fernando Henrique Cardoso.

LA RABBIA DI MADURO

Lo scontro tra Gonzalez e Maduro si sta allargando e le conseguenze sono imprevedibili. Il presidente venezuelano ha denunciato “una congiura di Rajoy contro il Venezuela”, da quanto si legge nella prima pagina di uno dei pochi giornali (ovviamente, governativo) che circolano nel Paese, Ciudad Caracas. Nel programma di radio e tv, “En contacto con Maduro”, il capo di Stato ha nominato la Spagna il nemico numero 1 del “processo rivoluzionario venezuelano”. Il governo di Rajoy, stanco delle accuse, ha chiamato a consultazione l’ambasciatore spagnolo a Caracas, Antonio Pérez-Hernández, una misura che in linguaggio diplomatico significa “energica protesta”.

LA RISPOSTA DI RAJOY

“Il governo di Spagna esprime di nuovo il rifiuto agli insulti, bugie e minacce contro la Spagna e le sue istituzioni, contro il presidente del governo spagnolo e contro gli ex presidente Felipe Gonzalez e Jose Maria Aznar”, si legge in un documento del ministero degli Affari esteri della Spagna.

La coalizione dell’opposizione venezuelana, Mesa de la Unidad Democrática (Mud), sostiene che la “guerra” di Maduro contro Rajoy è un modo di cambiare bersaglio, visto che il discorso su un possibile intervento militare in Venezuela ordinato da Barack Obama non regge più. Qui il video delle esercitazioni civili e militari in caso di un bombardamento americano.

PROSSIME ELEZIONI

Tuttavia, la mossa di attaccare i “colonizzatori” spagnoli sta funzionando. La popolarità di Maduro è aumentata dal 22% al 28%, nonostante la crisi economica e di approvvigionamenti (qui le foto dell’odissea dei venezuelani per fare la spesa ogni giorno). Restano però lontani i tempi in cui il chavismo, con Hugo Chavez alla presidenza, aveva l’80% dei consensi popolari. Maduro ci prova comunque a rafforzare la strategia nazionalista, in vista delle elezioni legislative di questo anno. Il 1° maggio saranno annunciate altre misure economiche, sicuramente di taglio populista, come al solito.

Venezuela e Spagna, la guerra (diplomatica) tra Maduro e Rajoy

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