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L’Aeroporto di Comiso ha chiuso il 2014 con un passivo di quasi 4 milioni di Euro. Il punto di pareggio è previsto per il 2019, ma già dall’anno prossimo farà un piccolo utile. Così si dice. Ma, si sa, i business plan prevedono sempre bilanci in attivo e punti di pareggio per gli esercizi futuri. Altrimenti a che servono?
Per traguardare sì importanti obiettivi finanziari, i sindaci di Comiso e Ragusa, Filippo Spataro e Federico Piccitto, interloquiranno con la Regione per sapere che fine abbia fatto il bando per il “leasing in costruendo” che dovrebbe permettere di completare l’autostrada da Modica a Gela, nell’arco di 5 anni, facendo ricorso a capitali privati. Così leggo su Ragusanews .
Ora, se per caso l’articolo lo legge uno del Nord, uno di Magenta o di Rho per dire, questi potrebbe pensare che è tutta una questione di manico, della screanzata politica regionale. E che se arrivasse un bel leghista verde pisello, le cose si aggiusterebbero. Il fatto è che Comiso è il bignami del disastro italiano quanto a programmazione e progettualità. E in quanto bignamino aiuta a capire. Perché quello che succede per l’aeroporto di Comiso è del tutto analogo a quanto è accaduto per il celodurista scalo de La Malpensa. In Italia prima si fanno gli aeroporti e dopo si pensa a come i passeggeri li possono raggiungere. I professoroni di marketing, consiglieri di parlamentari e ministri, super manager pubblici alonano camice a righine in conferenze in cui si straparla di concetti come inter modalità quando invece dovrebbero partire dalla conferenze sulla O col bicchiere.
Per non parlare poi di Fiumicino, dove l’orrore conseguente il rogo del 7 Maggio che continua a passare sotto traccia, perché a Renzi le cose poco smart non ci piacciono, dove l’intermodalità è una malattia che si fa provare ogni giorno a milioni di passeggeri fatti martiri. Con tutto un sali e scendi dagli autobus con i quali, per prendere due aerei, si fanno chilometri lungo la pista.
Pure mastro Giorgio, il cui starnuto spaventa tutta la riserva dell’Irminio, sa bene che prima deve fare la traccia nel muro prima di passare la canalina.
In Italia, ‘nzu, ‘nenti. Hanno costruito già vecchio La Malpensa e si sono guardati bene da farci arrivare l’alta velocità Torino-Milano. L’hanno tenuta ben lontana dallo scalo esoticamente isolato da Milano e Torino. Ah, le risate dell’amministratore delegato della Easyjet di fronte al bell’aeroporto che l’Italia ha costruito solo per lui perché ci piazzasse, a Luglio e Agosto, i biglietti per la Sicilia più cari di Alitalia.
Ma non è finita perché a sentire Taverniti – Presidente della Soaco, società che in gestione lo scalo – pare che : – abbiamo riscontrato che ci sono difficoltà per le rotte di Torino e dalla Spagna. Il prossimo bando non conterrà queste destinazioni. Si confermano invece Bologna, Venezia o Verona, Francia e Germania – . Diffiicoltà a trovare compagnie che vengono a Comiso. Il bando per gli incentivi, ripetiamo i n c e n t i v i, alle compagnie aeree dieci giorni fa è andato deserto. Tant’é.

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