Skip to main content

La partita politica spagnola rischia di chiudersi in pareggio. Se le elezioni si tenessero oggi, quattro partiti si contenderebbero la vittoria: Partido popular, Partido Socialista Obrero Español, Podemos e Ciudadanos. Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Metroscopia per il quotidiano El Pais, Podemos di Pablo Iglesias (qui il ritratto di Formiche.net) ha il 22,5% dei consensi, il Psoe di Pedro Sánchez (qui il ritratto di Formiche.net) il 20,2% e il Pp di Mariano Rajoy il 18,6%. Ultimo arrivato in classifica, anche se staccato di poco, è Ciudadanos con il 18,4%.

sondaggi

MAREA ARANCIONE

Ciudadanos è il partito guidato dal giovane catalano Albert Rivera e conosciuto dai media come la marea arancione, il colore del movimento. Fino a novembre scorso l’organizzazione contava su un gradimento inferiore al 7%. Il suo apprezzamento è però cresciuto tra gli spagnoli, spiazzati dal radicalismo di Podemos, ma stanchi dei partiti tradizionali. Ad allontanare gli elettori dai “grillini” spagnoli di Iglesias c’è anche la lezione appresa dalle elezioni greche. Nonostante i proclami, infatti, Alexis Tsipras, non pare ancora capace di vincere la sua battaglia contro le istituzioni europee.

DALLA CATALOGNA

Senza avere ufficialmente dalla sua il favore dei media né grandi appoggi economici, Ciudadanos è nato nel 2007 come un piccolo partito che aspirava all’elezione di tre deputati nel Parlamento catalano. Oggi sono sono diventati una forza politica determinante per la governabilità della Spagna. Alcune indiscrezioni, invece, sostengono che dietro l’ascesa di Ciudadanos ci siano molti gruppi economici internazionali, che scommettono su loro per indebolire Podemos.

PATTO COSTITUZIONALE

In un’intervista al quotidiano El Mundo, Rivera smentisce queste voci e sostiene che Ciudadanos è un partito libero e indipendente: “Sono otto anni che lottiamo in Catalogna contro il nazionalismo per creare un’alternativa con valori costituzionali validi per tutta la Spagna. Adesso siamo nel posto giusto nel momento storico giusto. C’è molta gente ragionevole che non vuole buttare tutto quello che di buono è stato fatto in questa lunga fase di transizione: la Costituzione, l’economia di mercato, l’Unione europea. A differenza di Podemos, che vuole una rottura con tutto quanto, noi ambiamo a un patto costituzionale che aiuti a produrre benessere”.

RIGENERAZIONE DEMOCRATICA

Vogliamo giustizia, mentre Podemos vuole vendetta. Ecco cosa ci differenza”, ha aggiunto Rivera. La visibilità del partito sui media è in aumento: “Siamo contenti perché da molti anni difendiamo l’idea che la Spagna ha bisogno di una rigenerazione democratica profonda; una nuova tappa politica, non solo un cambio di volti ma anche delle regole del gioco. E siamo vicini a questo cambiamento”.

CALCOLATA AMBIGUITÀ

Per molti analisti spagnoli è proprio questa “calcolata ambiguità” a costituire la forza politica di Ciudadanos. Il partito si definisce né di destra né di sinistra, ma in realtà coniuga scrupolosamente concetti economici della destra con un assetto sociale tipico della sinistra. Questa apparente mancanza di definizione ideologica, che alcuni osservatori criticano, permette però a Ciudadanos di attirare consensi trasversali. Per il giornalista Javier Gallego,Albert Rivera è la nemesi di Pablo Iglesias, la kryptonite che può indebolirlo, il successore eletto dal “regime” per compiere una nuova transizione senza i cambiamenti reali che apporterebbe Podemos: è lui il nuovo Adolfo Suárez”.

Ciudadanos, chi sono e cosa vogliono i cugini "borghesi" di Podemos

La partita politica spagnola rischia di chiudersi in pareggio. Se le elezioni si tenessero oggi, quattro partiti si contenderebbero la vittoria: Partido popular, Partido Socialista Obrero Español, Podemos e Ciudadanos. Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Metroscopia per il quotidiano El Pais, Podemos di Pablo Iglesias (qui il ritratto di Formiche.net) ha il 22,5% dei consensi, il Psoe di Pedro Sánchez…

Che cosa farà la Fed

Ci attendiamo che la Federal Reserve nella giornata di mercoledì possa “perdere la pazienza” e, a nostro avviso, non c’è motivo perché ciò non accada. Gli investitori, tuttavia, non dovrebbero preoccuparsi poiché siamo ancora nell’ambito della semantica circa le linee guida della politica monetaria, non in quello delle misure concrete che guideranno il rialzo dei tassi di interesse USA più…

Libia haftar

L'Italia e la questione libica

L’appello della Libia all’Italia è una notizia che rischia purtroppo di non fare notizia. La situazione critica è stata presentata con chiarezza alla stampa dal presidente del Parlamento legittimo, ossia riconosciuto a livello internazionale, di Tobruk, Agila Saleh. Si tratta di un appello della Libia in larga parte rivolto all’Italia, il Paese che è separato da solo 300 km di…

San Patrizio, ecco perché il mondo impazzisce per il verde

L’Irlanda festeggia oggi la festa del patrono nazionale Sant Patrick Day. Negli ultimi anni la celebrazione, che in realtà dura quattro giorni, si è allargata ed è diventata internazionale. San Patrizio è diventata la festa nazionale più celebrata al mondo. Da Tokyo a Chicago, i monumenti più famosi si illuminano di verde: il Cristo redentore di Rio de Janeiro, il…

L'etica è l'anima del commercio

Si chiama "La vendita etica". Ed è il titolo di un libro pubblicato in Italia da Franco Angeli e negli Stati Uniti dalla Business Expert Press che sfida doppiamente un paradosso. Non soltanto il business può essere etico - sostengono gli autori - ma deve esserlo se vuole avere successo. Gli autori sono Alice Alessandri e Alberto Aleo, di professione…

La democrazia dei partiti e la democrazia nei partiti

Assemblea costituente, maggio 1947: il democristiano Costantino Mortati presenta un emendamento che sottopone il diritto dei cittadini a riunirsi liberamente in partiti alla condizione "che si uniformino al metodo democratico nell'organizzazione interna e nella azione diretta alla determinazione della politica nazionale". Le ragioni dell'opposizione di tutti i partiti della sinistra (ma anche i liberali erano contrari) vengono così riassunte da…

Libia, ecco cosa pensa il generale Danilo Errico

Qualora il governo italiano autorizzasse una missione militare in Libia, l'Esercito è pronto a partire. Dal 20 febbraio scorso a capo dello Stato maggiore dell'Esercito italiano, il generale Danilo Errico lo ha confermato nella sua prima intervista a seguito della nomina, pubblicata stamane dal Corriere della Sera. LA CRISI LIBICA Nella sua conversazione con Paolo Rastelli, l'alto ufficiale riferendosi alla crisi di Tripoli rammenta che "ci…

I camaleonti di Botteghe oscure

Il tallone di Achille Occhetto era lo strutturale passato comunista. Che si cercò di camuffare dietro plastiche facciali: nell’illusione di non pagare pegno dopo il crollo dell’impero sovietico; ed, anzi, di proporsi come una alternativa corposa ad una Dc in evidente decadenza. Fu angosciosa, nel multiforme postcomunismo, la scoperta che il partito che era stato di Togliatti, di Longo, di…

Tutti i piani di Washington, Bruxelles e Roma sulla Libia

Nell'Italia spaventata dagli echi jihadisti che provengono da Tripoli, hanno avuto forse poco risalto le parole che il segretario della Difesa Usa, Ashton Carter (nella foto), ha rivolto l'11 marzo scorso alla commissione Affari esteri del Senato americano. I PIANI DI CARTER Il numero uno del Pentagono è stato ascoltato assieme al segretario di Stato, John Kerry, in merito alla richiesta…

OBOR, cina venezie

Banca mondiale cinese, perché Washington sbuffa con Italia, Francia e Germania

Anche l'Italia, dopo la Gran Bretagna, decide di entrare - come membro fondatore - nell'Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), l'istituto finanziario promosso dalla Cina che si pone come rivale della Banca Mondiale e dell'Asian Development Bank. Anche Germania e Francia, insieme al nostro paese, riporta il Financial Times, faranno parte della banca voluta da Pechino per attrarre investimenti in infrastrutture chiave…

×

Iscriviti alla newsletter