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La cosiddetta “legge navale” ha determinato una commessa per la costruzione di 14 nuove navi ad altissima tecnologia della Marina Militare nell’ambito della progressiva sostituzione di 51 unità della sua flotta.

Le navi saranno costruite da Fincantieri che ora dovrà scegliere a chi affidare la costruzione delle turbine di propulsione.

LA COMMESSA

Sono stati stanziati 5,4 miliardi di euro, di cui 3,829 per la costruzione vera e propria delle navi, e 1.6 per sistemi di armamento e oneri finanziari.

In particolare, come riportato nel “Programma pluriennale navale per la tutela della capacità marittima della Difesa” è previsto l’acquisto di:
– “sei pattugliatori polivalenti d’altura per la sorveglianza marittima tridimensionale, più quattro unità aggiuntive in opzione;
– una unità d’altura di supporto logistico, con capacità ad ampio spettro (trasporto e rifornimento in mare di combustibili, lubrificanti, munizionamento, pezzi di rispetto, viveri, acqua, medicinali, materiali vari) e di concorso ad attività di soccorso umanitario in caso di eventi straordinari o calamità naturali;
– una unità anfibia multiruolo per la proiezione di assetti operativi ad elevata prontezza, militari e umanitari, per il concorso della Difesa ad attività di soccorso umanitario in occasione di eventi straordinari o calamità naturali, con spiccati requisiti di standardizzazione e interoperabilità con gli alleati e i partner europei, in particolare per le capacità di imbarco, trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anfibi e aerei;
– 2 unità navali polifunzionali ad altissima velocità e spinto contenuto tecnologico per il supporto alle forze speciali del gruppo operativo incursori, per il contrasto della minaccia asimmetrica e per l’impiego in tutti i contesti operativi che richiedano flessibilità, incisività, massima prontezza, deterrenza e discrezione.”

I pattugliatori polivalenti costeranno 436,7 milioni di euro ognuno. Invece l’unità di supporto logistico costerà 325 milioni, l’unità anfibia multiruolo 844 milioni mentre le due unità navali ad altissima velocità avranno un costo di 20 milioni ciascuna.

LE RICHIESTE DELLA MARINA

Come riportato da Defense News, le navi dovranno usare motori combinati diesel/gas, oppure dovranno avere il sistema Codag, con turbina a gas.

Le specifiche della Marina, secondo la fonte della testata americana, prevederebbero che un solo motore diesel venga usato per raggiungere i 20 nodi, mentre per aumentare la velocità a 26 nodi si dovrà usare anche un secondo motore diesel. Per raggiungere invece velocità superiori a 32 nodi ci sarà bisogno di far funzionare entrambi i motori diesel insieme con la turbina a gas.

Si va quindi verso un sistema di propulsione modulare che consentirà significativi risparmi energetici con ovvie ricadute economiche e ambientali.

I DUE CONTENDENTI

Fincantieri sceglierà quale dovrà essere il migliore sistema di propulsione, ma la Marina ha chiesto di essere coinvolta nella decisione.

Non è ancora chiara l’entità della commessa per i propulsori (si parla di 130-150 milioni di euro) ma di sicuro a contendersela ci sono la torinese Avio Aero, acquisita nel 2012 dalla General Electric per 3,3 miliardi di euro, e la Rolls Royce.

Già una decina di anni fa ci fu una battaglia tra questi due giganti su chi dovesse aggiudicarsi la commessa per i propulsori nella costruzione delle fregate europee multi-missione Fremm. Quella volta fu la General Electric a fornire i suoi LM2500 alla Marina Militare italiana e a quella francese.

LE PROPOSTE

Da un lato la General Electric, attraverso la sua controllata italiana Avio Aero, ha proposto sia il suo già noto LM2500, sia una versione superiore e più potente, l’LM6000, attraverso l’altra sua controllata, la GE Oil and Gas. L’LM2500, nella sua versione di quarta generazione (l’LM2500+G4) offrirebbe una potenza che va da 23 a 33 megawatt, mentre l’LM6000 arriverebbe fino a 47 megawatt.

Dall’altra parte la Rolls Royce ha proposto il suo MT30, già utilizzato nelle navi da combattimento Freedom-Class della Marina statunitense e costruite dalla Lockheed Martin nella sede della Marinette Marine, società del Wisconsin di proprietà della stessa Fincantieri.

I PUNTI DI FORZA

Dalla sua Rolls Royce ha gli importanti traguardi tecnologici raggiunti e soprattutto l’alto grado di diffusione dei suoi propulsori in tutto il mondo.

A Gianni Dragoni del Sole 24 Ore, il presidente di Rolls Royce Italia, Giuseppe Ciongoli, ha detto: “Stiamo concludendo una partnership con un’azienda italiana per farle fare il packaging della turbina navale Mt30 per le ultime fregate inglesi “tipo 36″ e potenzialmente per il programma italiano e per l’export”. Il nome del partner italiano, prosegue il quotidiano confindustriale, non viene rivelato, “finché non ci sarà la firma“, ma Rolls Royce “non esclude che possa essere Fincantieri. o anche un’azienda dell’aerospazio e difesa, inclusa Finmeccanica“.

Il punto di forza di Avio Aero è invece nelle 38 navi della Marina Militare già dotate dell’LM2500. Un contratto per nuove navi significherebbe, per la società torinese, poter contare su economie di scala che le consentirebbero di abbattere i costi sia per i pezzi di ricambio che per la formazione dei manutentori. Avio Aero, inoltre, qualora dovesse acquisire la commessa, garantirebbe nuovi posti di lavoro in Italia, sia per la costruzione che per la manutenzione delle turbine negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Brindisi, Torino, Massa e Firenze.

LE INDISCREZIONI

Dice a Formiche.net una fonte al corrente del dossier: “La materia è ancora molto fluida dopo che le Commissioni hanno deciso di finanziare l’intero programma senza fare ricorso ai mutui ventennali. La stessa commessa per la propulsione è sub judice”.

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Avio Aero o Rolls Royce, la contesa sui propulsori delle navi della Marina

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