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Una riserva strategica europea di gas per far fronte alle eventuali emergenze in modo coordinato ed efficiente. La proposta torna in auge sulla spinta della crisi ucraina e con uno sponsor di peso, Snam, uno dei maggiori gruppi europei nel trasporto, stoccaggio e distribuzione del gas, e azienda italiana, cioè dell’unico Paese Ue (insieme con l’Ungheria) che già dispone di scorte d’emergenza per questo combustibile.

Una discussione tra gli operatori del settore – i cosiddetti Tso (Transmission system operators) – è già stata avviata, ha raccontato al Sole 24 Ore l’amministratore delegato di Snam Carlo Malacarne, e, anche se il dibattito è ancora in fase iniziale, non è escluso che si possa arrivare a formulare una proposta comune, magari attraverso l’Entsog, l’associazione dei Tso. Il momento è favorevole, perché a Bruxelles l’integrazione delle reti europee del gas e la sicurezza degli approvvigionamenti hanno ottenuto rinnovata attenzione. 

L’ATTENZIONE DELL’EUROPA

A maggio 2014 la Commissione europea ha presentato una strategia per la sicurezza delle forniture reagendo “all’attuale situazione geopolitica e alla dipendenza dell’Ue dalle importazioni. La diversificazione delle forniture esterne di energia, il potenziamento delle infrastrutture energetiche, la realizzazione di un mercato interno dell’Ue per l’energia e il risparmio energetico sono tra i suoi principali elementi”.

In quell’occasione la Commissione ha proposto anche di condurre uno stress test, simulando un’interruzione della fornitura di gas, con lo scopo di “verificare come il sistema energetico possa affrontare i rischi legati alla sicurezza delle forniture e, su questa base, sviluppare piani di emergenza e creare meccanismi di riserva”.

A ottobre venivano riportati i risultati del test e la Commissione dichiarava: solo la cooperazione all’interno dell’Ue permette di far fronte a eventuali interruzioni nelle forniture di energia.

UN MERCATO COMUNE DEL GAS

Lo stress test dimostra che “i Paesi devono aumentare il coordinamento tra loro, in particolare occorre migliorare l’interconnessione tra i sistemi nazionali e rimuovere le restrizioni agli scambi di energia trans-frontalieri”, ha scritto Malacarne sul Wall Street Journal.

Il 27% del gas dell’Europa viene dalla Russia e più della metà passa per l’Ucraina e lo stress test europeo è stato una risposta diretta alle tensioni tra Mosca e Kiew e al timore che il Cremlino interrompa le forniture in risposta alle sanzioni. Ma per Malacarne le sfide odierne per l’industria europea del gas naturale sono molteplici: “Possibili carenze di approvvigionamento, maggiore dipendenza dalle importazioni, la crescita della concorrenza su scala mondiale per il gas naturale liquefatto – soprattutto dalle economie asiatiche in rapida crescita – mettono a dura prova la capacità dell’Europa di mantenere un’offerta stabile di gas e evidenziano la necessità di un mercato comune europeo del gas, al fine di garantire che l’Ue possieda sia le capacità di stoccaggio sia quelle di consegna per poter assorbire qualsiasi interruzione degli approvvigionamenti”, secondo l’ad di Snam. Perciò, ha aggiunto Malacarne, “l’integrazione delle reti del gas in tutta l’Unione è un passo essenziale per garantire la sicurezza energetica del continente. Occorre sviluppare sistemi di trasmissione aggiuntivi, impianti di stoccaggio e terminali Lgn per far fronte alla domanda, fornendo la peak capacity richiesta per garantire una risposta sicura, affidabile e sostenibile alle esigenze dei consumatori”.

UNO STOCK PER LA SICUREZZA DELL’ENERGIA

Come arrivare all’integrazione delle reti del gas europee e alla realizzazione di riserve strategiche? Malacarne ha spiegato nel suo intervento all’ultimo Platts European Gas Summit di Berlino che si dovranno verificare alcune condizioni: per esempio, istituzioni e regolatori dovranno lavorare insieme approntando misure per condividere le riserve di energia di sicurezza a livello Ue, assicurando il pieno utilizzo e l’ulteriore sviluppo dello stock. Ancora, servirà un comune set di regole per le condizioni di transito del gas dai paesi dove si trovano fisicamente gli impianti di stoccaggio verso i siti di consumo, mentre un ente internazionale dovrà coordinare regole e termini di utilizzo delle riserve strategiche. Ovviamente occorrerà capacità di reverse flow nei punti di interconnessione trans-frontalieri.

Il via al progetto delle riserve strategiche potrebbe essere dato proprio dall’Italia: “Perché il progetto prenda quota”, dice oggi Malacarne, “basterebbe che si mettessero d’accordo Italia e Germania, i due maggiori importatori europei di gas”. Sarebbe un primo passo per arrivare a quanto già si fa per il petrolio, di cui esiste una riserva strategica obbligatoria, detenuta non solo dai Paesi europei ma anche dagli altri membri dell’Ocse, fin dagli anni ’70. A farsi carico della riserva di gas (anche economicamente) dovrebbe essere la Commissione europea, secondo Malacarne, che suggerisce di definire accordi tra i Tso e i regolatori per “individuare un pool di stoccaggi già esistenti e costruirne di nuovi”. Come capacità basterebbero “40-50 miliardi di metri cubi”, una quantità all’incirca equivalente a 90 giorni di import, com’è previsto per le riserve di petrolio.

NUOVI CORRIDOI PER L’ENERGIA

Nella visione di Malacarne, la sicurezza dell’approvvigionamento europeo di gas si costruisce anche con nuovi corridoi dell’energia e nuovi progetti per connettere fonti e terminali Lng in Nord Africa, Medio Oriente e nella regione del Mar Caspio con i mercati europei. Snam già lavora con i suoi partner per garantire i flussi di gas bidirezionali tra Uk e Italia e tra Francia e penisola iberica e questo è il primo passo, per Malacarne, verso l’integrazione, che richiederà anche un’evoluzione degli operatori di infrastrutture in veri system operator, con strategie di investimento sostenibili e offerta di servizi orientati al mercato che puntano sulla qualità dell’output. Regolatori e istituzioni dovranno sviluppare un quadro normativo che offra stabilità, continuità e trasparenza e appropriato ritorno sui nuovi investimenti. “Con uno sforzo coordinato e adeguata leadership governativa la realizzazione di un mercato unico europeo non è lontana”, dice Malacarne “e l’infrastruttura avrà un ruolo chiave nel rendere il sistema del gas europeo più interconnesso, flessibile e soprattutto sicuro”.

Snam, tutti i progetti di Malacarne sulla riserva strategica di gas europea

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