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Il Parlamento europeo riunito a Strasburgo in sessione plenaria ha approvato, dopo un lungo dibattito, una risoluzione sulla politica d’immigrazione e il sistema di asilo politico.

L’Europarlamento (tranne polacchi e francesi) chiede un sistema di quote vincolanti (nel testo si legge binding quota) per la ripartizione dei richiedenti asilo tra i vari Paesi membri e invitano gli stessi ad accogliere il maggior numero possibile di rifugiati o richiedenti asilo.

Nel corso del dibattito, sono emerse le diverse posizioni tra istituzioni e tra i vari Paesi della UE: il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha ribadito che per lui la soluzione “è distruggere i barconi”; il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker invece considera “insufficienti” le misure adottate dal Consiglio europeo, ribadisce che “è stato un grave errore aver interrotto Mare Nostrum” e che l’UE deve “agire sull’immigrazione in regola”.

Avevano invece manifestato la loro contrarietà alle quote una parte dei deputati francesi e polacchi (questi ultimi perché si sentono assediati dai profughi ucraini) ma nonostante il voto contrario la risoluzione è stata approvata.

Molto diretto l’intervento del presidente dei Popolari, il tedesco Manfred Weber, che sostiene con forza la tesi che “i 2/3 delle richieste di asilo vanno respinte”, perché in Europa c’è già un alto tasso di disoccupazione e accogliere troppe persone significherebbe aggravare la situazione esistente.

La Commissione europea si è già messa al lavoro e il 13 maggio presenterà l’Agenda europea per l’immigrazione . Adesso “la palla” passa al Consiglio europeo, visto che la risoluzione del Parlamento europeo non è vincolante e spetterà ai leader dei vari Paesi dare seguito alle richieste formulate dall’Europarlamento.

Sarà quindi il premier Matteo Renzi, visto che l’Italia è il Paese più coinvolto (insieme alla “piccola” isola di Malta)  a dover insistere affinché i buoni propositi del Parlamento europeo non restino “carta straccia”.

Italia

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