Con l’apertura a Southampton del primo impianto europeo per la produzione industriale di semiconduttori, il Regno Unito si inserisce in un nodo cruciale per la sicurezza tecnologica e la difesa. La mossa arriva mentre Londra e Bruxelles tentano un riavvicinamento piano politico e strategico, ma le regole europee sui finanziamenti per la difesa rischiano di penalizzare partner strategici
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Salario minimo? Per un lavoro di qualità servono più contratti e meno leggi. I consigli di Sacconi
La buona contrattazione è il sale di un lavoro di qualità e ben retribuito. Contro gli infortuni sul posto occorre un approccio più sostanziale e meno burocratico. Il salario minimo? Parliamo della riqualificazione dei lavoratori. Intervista a Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro
Un Primo maggio di lotta per un'Europa amica del lavoro. Scrive Bonanni
La festa del lavoro deve essere un richiamo a una lotta, oggi più urgente che mai: costruire un’Europa che sia amica del lavoro e delle libertà. È fondamentale evitare le scorciatoie di chi promuove assistenzialismo fine a se stesso, ostacola la competitività energetica, ignora il disastro educativo, nega professionalità, confonde le relazioni industriali con lo scontro permanente o preferisce bonus a soluzioni strutturali. Il commento di Raffaele Bonanni
Trump e Zelensky, analisi semiotica di una foto già “storica”
Seduti uno di fronte all’altro. Come due amici. Su due identiche sedie. Come nelle confessioni all’aperto, nei prati, nelle vie, durante la giornata della gioventù inaugurate da Giovanni Paolo II. Ma qui sono due “peccatori” che si parlano. Chi è il confessore? Lo spirito Santo? L’occhio dell’obiettivo? Noi spettatori? La Storia? Una lettura semiotica della “foto dell’anno” di Eusebio Ciccotti
Sicurezza, salari e condivisione. Il primo maggio di Meloni e Schlein
In occasione della festa dei lavoratori, i volti di governo e opposizione si scontrano con due visioni agli antipodi: mentre la premier annuncia risorse aggiuntive per tutelare la sicurezza sui posti di lavoro, la segretaria del Pd torna sul salario minimo e promette che sarà il suo primo atto se dovesse vincere le elezioni
India-Pakistan, cresce il rischio di escalation militare. L’analisi di Marino (Cesi)
Dopo il grave attentato del 22 aprile in Kashmir, l’India punta il dito contro Islamabad e prepara una possibile risposta militare. Nella regione si moltiplicano le violazioni del cessate il fuoco e crescono le tensioni lungo il confine. Per Tiziano Marino (Cesi), il rischio di un’escalation tra i due Paesi, entrambi dotati di armi nucleari, non è da escludere, ma gli interessi in gioco vanno ben oltre Nuova Delhi e Islamabad
Von der Leyen, difesa europea e i filo-putiniani. La versione di Arditti
Chi scrive condivide la necessità di costruire una vera capacità di difesa europea. Crede in un rafforzamento dell’autonomia strategica del continente dentro la Nato. Ritiene indispensabile investire nel riarmo come strumento di deterrenza e di credibilità politica. Ma proprio per questo, serve includere – e non escludere – tutte le sensibilità democratiche che animano il dibattito sulla sicurezza
Ecco la via dell’Artico, con Tokyo
Dall’Indo-Pacifico all’Artico, l’asse Roma-Tokyo si muove su nuovi scenari. Italia e Giappone stanno riscrivendo le regole della cooperazione polare, tra diplomazia, scienza e strategie marittime. Con un occhio, forse, anche all’India
Il capo di Alibaba al servizio delle campagne cinesi di intimidazione?
Il governo cinese avrebbe fatto leva sul fondatore di Alibaba per convincere un imprenditore in esilio (identificato come “H”) a tornare in patria e testimoniare contro un ex viceministro. Oltre a una serie di telefonate intimidatorie e al provvedimento di “red notice” di Interpol, Pechino non ha esitato ad arrestare la sorella di H per costringerla a collaborare. Il tentativo s’inserisce nella più ampia strategia di repressione transnazionale
Quale proiezione per il futuro dell'Ue? Il manifesto di Tajani (riconfermato vicepresidente Ppe)
L’Europa globale di Tajani parte dal presupposto che le istituzioni Ue non possono lasciare andare settori come l’Africa, il Medio Oriente, i Balcani, nel solco dell’impegno profuso in questi due anni e mezzo dal governo Meloni che si è distinto per una strategia ampia e profondamente connessa alle ripercussioni su vasta scala delle singole azioni