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Mentana, ieri sera, ha moderato il dibattito tra il premier Matteo Renzi e i giornalisti Marco Travaglio e Marco Damilano. Ora, il titolo e la comunicazione del programma “Bersaglio mobile”, evocano il ritmo e la precisione del poligono di tiro. I giornalisti, come tiratori scelti, appunto, dovrebbero mirare e colpire il bersaglio con domande affilate come frecce, precise come munizioni per battute di caccia di elefanti. Ecco. Invece, ieri sera, niente del genere è accaduto. Anzi, alla fine i due cacciatori spossati hanno visto passargli davanti, percorrendo tutto il poligono, un Renzi che, più ringalluzzito di quando non fosse quando si è accomodato in studio, barriva e sculettava come il piccolo elefantino rottamatore della pattuglia del mattino.
Travaglio e Damilano sono apparsi assai spuntati e le loro polveri assai bagnate. Travaglio, che normalmente è tipo da automatiche di grosso calibro che sparano a ripetizione raffiche di sentenze e di fatti che inchiodano il bersaglio alla parete come il tale che si presta nell’esibizione del tiratore di coltelli, non aveva in mano neanche una scacciacani. Manco lo spray al peperoncino con cui i poliziotti sono costretti a difendersi durante le manifestazioni dei sindacati e della gente comune stremata dal degrado delle periferie in cui il partito della Nazione di cinquant’anni fa le ha rinchiuse.
Damilano, forse più di Travaglio, ha provato a incalzare Renzi ma il più delle volte il suo è apparso più un accidioso punzecchiare che uno strutturato argomentare. Mentana in qualità di arbitro ovviamente non doveva né poteva per mandato sparare. E sembrava assai più attento al ritmo pubblicitario. Negli occhi come una slot machine si potevano leggere i conteggi degli Euro che s’incrementavano tra auto, conserve di pesto e fornitura di energia. E Renzi, che della pubblicità ha fatto strumento di lavoro e di politica infatti, dominava la scena sostituendosi all’arbitro nel lanciare il treno di spot dopo aver schivato il pallino di gomma sciroccato dei due pistoleri Travaglio e Damilano con assai, assai poca aria compressa.
Malgrado la realtà racconti un paese che ha tantissime difficoltà, con chi tira la carretta umiliato dalle tasse di Dicembre ingiustamente richieste da Casse previdenziali, Fisco ecc, dopo il confronto di ieri sera sembra proprio che abbiamo il miglior governo di sempre.

Possibile che né Travaglio, né Damilano abbiano saputo inchiodare Renzi attorno alla questione delle periferie e dell’edilizia scolastica? Renzi che aveva fatto sue le parole assai scivolose sul crinale della retorica dell’Arch., nonché senatore Renzo Piano, sul “rammendo delle periferie” cosa ha fatto fino ad adesso? Cosa pensa di fare per migliorare la qualità della vita delle aree metropolitane? Ha in mente un progetto a lungo termine che, migliorando la qualità della vita delle persone, quelle più in difficoltà perché oltreché prive di un buon reddito sono costrette a vivere nello squallore, rilanci il settore più in crisi dell’economia?

Le pallottole spuntate di Bersaglio Mobile

Mentana, ieri sera, ha moderato il dibattito tra il premier Matteo Renzi e i giornalisti Marco Travaglio e Marco Damilano. Ora, il titolo e la comunicazione del programma “Bersaglio mobile”, evocano il ritmo e la precisione del poligono di tiro. I giornalisti, come tiratori scelti, appunto, dovrebbero mirare e colpire il bersaglio con domande affilate come frecce, precise come munizioni…

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