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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Mentre Alfano scrive meritoriamente il #familyact, il Governo Renzi ha brillantemente risolto la vexata quaestio delle coppie di fatto, applicando il noto insegnamento per cui anche la montagna può andare da Maometto.

Per il combinato disposto delle leggi sul divorzio breve (che potrebbe essere varata a giorni in Senato) e della riforma della giustizia civile, il matrimonio è stato derubricato a rapporto più o meno occasionale. Vediamo come.

1) E’ stato già approvato alla Camera il disegno di legge sul “divorzio breve”, ora al vaglio del Senato, che riduce i tempi del divorzio a 6 mesi per la separazione consensuale ed a 12 mesi per la separazione giudiziale, in luogo dei 3 anni previsti dall’attuale normativa (a sua volta intervenuta su un periodo precedente di cinque anni)

2) La riforma della Giustizia civile appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale ha sostanzialmente eliminato, tranne qualche caso, la possibilità di sciogliere il vincolo matrimoniale con un provvedimento di un Giudice, il che, in qualche modo, ancora testimoniava la particolare caratura con cui il vincolo matrimoniale veniva considerato dall’ordinamento giuridico. Ora, invece, si potrà sciogliere il matrimonio o con una “negoziazione” fra le parti supportate da due legali o passando dal Sindaco. Questa riforma, dunque, fa cambiare natura al legame matrimoniale in quanto tale, che non è più pensato come un rapporto comportante responsabilità nei confronti dell’intera comunità, dunque a suo modo con una valenza pubblica, ma diventa un fatto del tutto “privato”, in cui le parti rispondono solo a se stesse.

Se poi passasse al Senato la riduzione dei tempi, avremmo un sistema in cui ci si sposa e dopo sei mesi si va da due avvocati, una firmetta et voilà: del matrimonio sparisce tutto.
Altro che coppie di fatto ….!

Ecco il matrimonio alla Renzi (con buona pace di Alfano)

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