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Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, si è presentato oggi dinanzi al  Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Bruxelles, per riferire sullo scandalo Luxleaks che lo vede coinvolto in prima persona.

Gli addetti ai lavori hanno notato l’intenso lavoro di persuasione che è stato portato avanti negli ultimi giorni dal Gruppo PPE (di cui Juncker è espressione) e in particolare dai popolari tedeschi, che sono riusciti a convincere le altre principali famiglie politiche che quello dell’elusione fiscale è un fenomeno generalizzato in Europa e che quindi in problema non è il Lussemburgo, ma la legislazione europea in materia fiscale che non è armonizzata.

Inoltre lo stesso Juncker si è spinto fino a dire che lui si è sempre battuto per l’adozione di norme eque tra gli stati Membri della UE in materia fiscale e che era uno dei punti della sua campagna elettorale nella corsa alla Presidenza della Commissione europea. Nei corridoi di Bruxelles si mormora che deve essere il cognome “tedescofilo” a dare una certa garanzia ai principali leader europei, “perché se si fosse chiamato Gian-Claudio Giunchero probabilmente tutta Europa compatta ne avrebbe chiesto le dimissioni”, mormora più di un italiano che lavora tra Strasburgo e Bruxelles.

E invece no, perché in questo caso solo il gruppo di cui sono parte i grillini – ovvero l’EFDD e i Non Iscritti di cui è parte la Lega – hanno chiesto apertamente le dimissioni del presidente della Commissione. E gli altri gruppi? I popolari (PPE) ne parlano quasi come un martire estraneo ai fatti, eppure era primo ministro; i socialisti (S&D), seppur indignati per le società che fanno profitto e non pagano le tasse o riescono a pagar meno grazie ad accordi ad hoc come quelli stretti con il Lussemburgo, si sono limitati a chiedere un calendario preciso per l’armonizzazione fiscale in Europa; i liberali dell’ALDE spingono per la creazione di una Commissione speciale al PE che valuti la questione.

Qualche chiarimento in più è stato chiesto dalle sinistre della GUE che vogliono sapere perché quando era primo ministro ha permesso l’elusione delle tasse, e dai Verdi che si sono detti scandalizzati per l’evasione fiscale che c’è in alcuni Paesi d’Europa.

Insomma tanto rumore per nulla? La sensazione che si ha a Bruxelles è che Juncker, scandalo o non scandalo, rimarrà al suo posto per i prossimi 5 anni.

Perché a Bruxelles nessuno (o quasi) maramaldeggia su Juncker

Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, si è presentato oggi dinanzi al  Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Bruxelles, per riferire sullo scandalo Luxleaks che lo vede coinvolto in prima persona. Gli addetti ai lavori hanno notato l'intenso lavoro di persuasione che è stato portato avanti negli ultimi giorni dal Gruppo PPE (di cui Juncker è espressione)…

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