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Chiediamoci, invece, se ha ragione Michel Houellebecq quando parla di “Soumission” (sottomissione), come recita il titolo del suo ultimo libro, che sta suscitando vibranti discussioni nei circoli intellettuali non solo francesi. Chiediamoci, quindi, cosa è il conflitto in corso tra islam e Occidente: un conflitto di civiltà, una guerra di religione, un conflitto ideologico?

Per chiarirsi le idee, consiglio di leggere o rileggere un pamphlet di Giovanni Sartori: “La democrazia in trenta lezioni” (Mondadori, 2008). Ma procediamo con ordine.

Oggi l’espressione “conflitto di civiltà” (nel 1996 Samuel Huntington diceva “scontro”) viene spesso coperta di improperi: non risulta politicamente corretta. Eppure se due civiltà non si ignorano, ma si contrappongono e si contrastano aspramente, il termine conflitto è appropriato. Perché, come sottolinea il politologo italiano, conflitto non è guerra e non implica la guerra.

Passiamo alla guerra di religione. Ovviamente, nessuno nega l’esistenza di un islam moderato, il quale non va confuso con i tagliagole dell’Isis e con i kamikaze eredi di Bin Laden. Ma è anche vero che il mondo islamico è teocratico (con poche eccezioni), mentre il mondo occidentale è caratterizzato da una visione laica della società (con poche eccezioni).

Non c’è nulla di fuorviante, pertanto, nel parlare di guerra di religione, purché si precisi – come sostiene Sartori – che solamente uno dei belligeranti è animato da un fanatismo religioso che porta a farsi saltare in aria o a sterminare gli infedeli in nome di Allah.

C’è poi chi, pur di non ammettere che il conflitto è religioso, preferisce dire che è ideologico. Ebbene, è vero che i conflitti ideologici possono essere anche molto duri, ma non si è mai visto un invasato ideologico che si fa esplodere per meritarsi il paradiso.

In conclusione, non si può cancellare la realtà cancellando i termini che la denotano. Se un conflitto di culture c’è, allora c’è. Bendarsi gli occhi impedisce di affrontare le cose come sono, e per ciò stesso destina alla sconfitta. Obama e Europa, allora, se ci siete battete un colpo. Non solo in Siria e Iraq, ma con quelle élite arabe che finanziano sottobanco il fondamentalismo islamico.

Islam e Charlie Hebdo, guerra ideologica o di religione?

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