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Torna in auge Luca di Montezemolo. Dopo essere stato silurato da Sergio Marchionne e John Elkann dalla presidenza della Ferrari, con un ribaltamento anche delle strategie sulla Casa di Maranello viste le ultime decisioni criticate pure dal Corriere della Sera, Montezemolo è stato designato presidente di Alitalia grazie ai buoni rapporti con i vertici di Etihad e con Unicredit di cui è vicepresidente, una delle banche azioniste e finanziatrici di Alitalia.

Non si conoscono le intenzioni dell’ex presidente della Confindustria di restare o meno azionista di Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), la società privata che fa concorrenza alle Ferrovie Italiane sull’Alta Velocità, nonostante qualche osservatore abbia sottolineato un potenziale conflitto di interesse tra presenza in Ntv e presidenza di Alitalia.

Comunque Ntv da ieri può sorridere un po’ dopo i travagli imprenditoriali ed economici nonostante i programmi mirabolanti che erano stati illustrati dall’ex ad Giuseppe Sciarrone – vista la delibera adottata dalla neonata Autorità sui Trasporti che ha limato del 37% l’onore del pedaggio da pagare a Rfi (Rete ferroviaria italiana), controllata da Fs; delibera peraltro che lima i costi anche per Trenitalia. Quaranta i milioni stimati di minori spese per Ntv, 80 milioni per Trenitalia.

Saranno senz’altro soddisfatti anche gli altri soci di Ntv, tra cui Diego Della Valle, che aveva tanto sbraitato per un decreto del ministero dello Sviluppo economico retto da Federica Guidi che aveva segato alcune agevolazioni elettriche a favore delle aziende ferroviarie pari a 20 milioni l’anno solo per Ntv. Un provvedimento forse alla base dell’irritazione del patron di Tod’s contro Renzi; irritazione ora pare sopita dopo la sequela di interviste a giornali e tv in cui Della Valle scudisciava il premier e quasi lasciava intendere di proporsi come anti Renzi. In verità, secondo quanto ricostruisce oggi il Fatto Quotidiano, forse il patron di Tod’s era imbufalito per un altro motivo, e non solo per le riforme concordate fra Maria Elena Boschi e Denis Verdini, o i rapporti cordiali fra Matteo Renzi e Sergio Marchionne. Il motivo, come suggerisce oggi un articolo del Fatto Quotidiano, è la costruzione del nuovo stadio di calcio della Fiorentina che i Della Valle vogliono realizzare in una zona dove la società Aeroporti di Firenze, presieduta dal renzianissimo Marco Carrai, intende costruire la seconda pista dello scalo.

Ma evidentemente una telefonata di Della Valle con Renzi – tramite i buoni uffici di alcuni renziani doc come Carrai e Filippo Sensi, ha raccontato il quotidiano MF negli scorsi giorni – ha rasserenato gli animi del patron di Tod’s che ora cerca di contrastare lo strapotere – secondo lui – di John Elkann in Rcs. Ma a Della Valle, come a Urbano Cairo, con il quale operano di concerto (per giorni Della Valle era onnipresente nelle trasmissioni su La 7), più che il Corriere della Sera, interessa “seguire” la Gazzetta dello Sport.

Alitalia, Ntv, Ferrari, Renzi e Rizzoli. Gioie e dolori per Montezemolo (e Della Valle)

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