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Il presidente Dilma Rousseff e l’ambientalista Marina Silva, le due candidate favorite alle elezioni di domenica in Brasile, hanno due visioni politiche diverse ma in passato lottavano insieme per un unico ideale di libertà.

Dopo un crollo di popolarità in seguito ai Mondiali di calcio, Rousseff conta sul 47,4% del sostegno elettorale, mentre Silva ha il 38,7, secondo l’ultimo rapporto pubblicato da MDA.

DILMA ROUSSEFF

Nata il 14 dicembre del 1947 a Belo Horizonte, Rousseff cominciò la sua carriera politica nel 1969 con il movimento guerrigliero che lottava contro il regime militare. Torturata durante l’arresto, nel 1972 è tornata in libertà ed è riuscita a prendere la laurea in Economia. Gli anni di galera non hanno indebolito la sua passione politica. Nel 1979 è entrata al Partito democratico Trabalhista.

Nel 2001 è passata al Partito dei Lavoratori ed è diventata ministro dell’Energia tra il 2003 e il 2005 con il governo del presidente Lula Da Silva. Tra il 2005 e il 2010 è stata Direttore della Casa Civile, la vicepresidenza del Brasile.

Rousseff è diventata la prima donna presidente del Brasile nel novembre del 2010. È stata applaudita per il successo dei suoi programmi sociali e la crescita economica, ma anche duramente criticata per i costi dei Mondiali di calcio.

Il programma elettorale è centrato sulle politiche sociali, che negli ultimi anni hanno aiutato ad uscire dalla povertà più di 30 milioni di persone. Per riuscirci ha detto di allargare il mercato interno, aumentare le esportazioni e investire sulla crescita economica con la modernizzazione dell’industria brasiliana e i suoi lavoratori.

MARINA SILVA

Nata l’8 febbraio del 1958 a Breu Velho, Marina Silva si è laureata in Storia e ha un master in psicopedagogia. La sua carriera ambientalista è cominciata nel 1984 con un movimento che cercava di proteggere la foresta amazzonica brasiliana. Un anno più tardi, è entrata al Partito dei Lavoratori – lo stesso di Dilma – ed è diventata deputato e senatrice, occupandosi sempre dei temi ambientali.

Durante il primo governo di Lula da Silva è stata ministro dell’Ambiente, ma si è dimessa per differenze con altri membro del governo, di cui Dilma faceva parte. È passata al Partito Verde e dopo ancora al Partito Socialista Brasiliano. Quando il candidato Eduardo Campos è morto in un incidente aereo lo scorso agosto, al vertice del partito hanno deciso che Silva poteva diventare la prima donna di colore del Brasile.

Ai brasiliani ha promesso di purificare il mercato dalla politica, facendolo diventare più giusto ed efficiente. La spinta economica, invece, la darà uno sviluppo sostenibile.

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