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E’ un Sinodo che può essere definito “storico” quello che si aprirà in Vaticano domani, dopo la grande veglia di preghiera, indetta da Papa Francesco, che si terrà questo pomeriggio in Piazza San Pietro. Non si tratta, infatti, di un Sinodo ordinario bensì di una Assemblea Generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi. Ed è solamente il terzo Sinodo straordinario nella storia dei Sinodi, ristabilita dopo il Concilio Vaticano II, nel 1965. Solo due, infatti, sono stati, in questo lasso di tempo, le Assemblee straordinarie convocate dai pontefici e, in particolare, da Paolo VI e Giovanni Paolo II.

COSA E’ UN SINODO
E’ la stessa parola greca “syn-hodos” che spiega il significato del termine: “camminare insieme”. Il Sinodo è infatti un luogo in cui i Vescovi di tutto il mondo si incontrano tra loro, attorno e con il Papa, che lo convoca quale strumento di consultazione e collaborazione. E’ nel corso del Sinodo che i partecipanti si scambiano informazioni ed esperienze, per la comune ricerca di soluzioni pastorali valide universalmente. Quello che inizierà domenica, però, è un Sinodo sulla Famiglia straordinario, che, secondo le regole del diritto canonico, deve riunirsi quando l’argomento in questione richiede una risoluzione rapida. Ed è lo stesso segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisserri, a testimoniarne l’urgenza: “è evidente che la crisi sociale e spirituale del mondo attuale incide sulla vita familiare e crea una vera urgenza pastorale, la quale giustifica la convocazione di un Sinodo straordinario”.

LA FAMIGLIA AL CENTRO DEL SINODO
Ma di cosa si parlerà nel corso di questo Sinodo straordinario? E’ stato il segretario generale della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino, a chiarire gli estremi del dibattito che si svolgerà in seno all’Assemblea. Nel corso di una conferenza stampa, infatti, monsignor Galantino ha chiarito come “al centro della discussione ci sarà la famiglia come bene comune della società”. E non, come suggerito dai media di tutto il mondo, la comunione ai divorziati risposati. Anche se lo stesso Galantino ammette che “è un tema di cui sicuramente si discuterà, ma si tratterà di un dibattito limitato”. Bisognerà dunque aspettare il Sinodo ordinario, previsto per il mese di ottobre 2015, per trattare i temi più spinosi, quali contraccezione, battesimo ai figli di ragazze madri, diritti degli omosessuali e comunione ai divorziati risposati.

I NUMERI DEL SINODO
Duecentocinquantatre. E’ questo il numero dei partecipanti al Sinodo. Nello specifico, 191 saranno i cosiddetti padri sinodali, tra cui 25 capi dicastero in Curia e 114 presbiteri delle Conferenze episcopali: 36 dall’Africa, 24 dall’America, 18 dall’Asia, 32 dall’Europa e 4 dall’Oceania. Poco più di sessanta saranno, poi, gli altri partecipanti, inclusi 8 delegati fraterni: tra questi, in particolare, anche Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. E non mancheranno rappresentanti da quei paesi oggi martoriati dai conflitti, quali Ucraina e Iraq, che saranno rappresentati dall’arcivescovo greco-cattolico Shevchuk e dal Patriarca caldeo Louis Sako.

UN DUELLO TRA CONSERVATORI E PROGRESSISTI
Quella del Sinodo che inizierà tra qualche giorno viene presentata dai giornali come una “sfida” tra due posizioni contrapposte, ovvero quella tradizionalista e quella più progressista alla quale si suole collegare la figura dello stesso Papa Francesco. Ed è stato proprio il successore di Benedetto XVI a volere un certo equilibrio “politico” per discutere temi cosi’ difficili. Tra i cosiddetti progressisti, ovvero coloro che sembrano essere più aperti ad una revisione della dottrina, troviamo ad esempio il cardinale Walter Kasper, protagonista nei giorni scorsi di una “polemica” a distanza con cinque cardinali “ribelli”, l’arcivescovo emerito di Bruxelles Danneels e l’arcivescovo di Ancona Menichelli. Ben nutrito, però, è anche il fronte conservatore, che vede nel Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gerhard Muller il rappresentante più in vista. Non meno conservatori, poi, sono l’arcivescovo di Bologna Caffarra e quello di Budapest Peter Erdo, considerato a lungo come un possibile successore di Benedetto XVI.

LA PRESENZA DI COPPIE DI SPOSI
Caratteristica di questo Sinodo straordinario sarà la presenza di quattordici coppie di sposi. In particolare, tredici coppie fanno parte dei trentotto uditori convocati, mentre un’altra fa invece parte della lista degli esperti. E’ monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a spiegare il senso della loro partecipazione. Secondo l’ex Vescovo di Terni, infatti, “le coppie sono chiamate a portare nel dibattito sulla famiglia il loro specifico contributo di sposi e genitori” ed è quindi particolarmente opportuno, secondo Paglia, “che nel cuore della Chiesa si ascoltino voci direttamente coinvolte nelle speranze, nelle angosce e nei problemi delle famiglie di oggi”.

Numeri e sfide del Sinodo sulla Famiglia

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