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Iniziamo dalla notizia. Sono un servo di Angelino Alfano. Meglio: prendo ordini da Alfano. Non solo: chiedo ad altri di scrivere pezzi per attaccare la Lega e difendere Alfano.

Tutte queste fantastiche notizie le ha fornite giorni fa Giovanni Basini, direttore Comunicazione e Area Giovani della fondazione Fare Futuro presieduta da Adolfo Urso.

Ecco quello che ha scritto Basini: “E’ il caso della richiesta, che ci fu rivolta venti giorni fa dal Direttore di Formiche Michele Arnese di esprimere pubblicamente almeno qualche posizione come gruppo a difesa del Ministro dell’Interno e del suo movimento (NCD), posti sotto pressione della Lega Nord per la questione Mare Nostrum”. (Non sono, tra l’altro, direttore della rivista cartacea Formiche ma del giornale on line Formiche.net)

Ma cosa si intende per “gruppo”? E quale “gruppo”? Forse i signori intendono gli aderenti all’appello un Contratto per il Centrodestra, che ho firmato e ho partecipato a stilare sulla base di un documento preparato fra gli altri da Lorenzo Castellani, 26 anni, laureato in Giurisprudenza, direttore editoriale de La Cosa Blu, web magazine ufficiale della fondazione Fare Futuro.

Per questo dopo aver letto bene – in ritardo – quell’articolo pieno di sciocchezze mi sono chiesto: ma quando, come e a chi ho detto una fregnaccia del genere? La risposta l’ho trovata scandagliando nella mia posta elettronica: la corbelleria è una pura invenzione di cui i signori risponderanno – penso – in tribunale.

Una falsità che lede la mia dignità umana, danneggia la mia deontologia professionale e macchia la mia carriera giornalistica: 16 anni di professionismo in diverse testate nazionali (il Borghese diretto prima da Daniele Vimercati, poi da Federico Guiglia e quindi da Vittorio Feltri, il Giornale diretto da Maurizio Belpietro, il Mondo diretto da Gianni Gambarotta, Milano Finanza diretto da Osvaldo De Paolini, Il Foglio di Giuliano Ferrara e da due anni la direzione di Formiche.net).

Una falsità che, grazie a una email che ho conservato, posso dimostrare che è – appunto – una falsità.

Un giorno Lorenzo Castellani, autore di diversi interventi politici su Formiche.net e autore di un libro che ho recensito (la sola recensione che ho scritto in vita mia, e me ne sono già pentito, dunque non scriverò più recensioni, giuro), mi invia un suo testo già presente su Facebook per rilanciarlo da Formiche.net: è un’analisi del fenomeno Matteo Salvini.

Un testo che sembrava ottimo per la Padania: era talmente asettico che pareva un peana del leader della Lega. Lo stesso leader leghista che nello stesso giorno in cui si svolgeva la Leopolda Blu, lo scorso ottobre, organizzata tra gli altri dallo stesso Castellani, riempiva Piazza Duomo con toni non proprio moderati, come quelli che venivano usati nel corso della Leopolda di centrodestra.

Per questo, suggerii a Castellani – visto che allora eravamo in confidenza e in sintonia – di inserire a sua scelta almeno un accenno critico sui programmi di Salvini per rendere più consono al suo percorso politico lo scritto che mi sembrava d’improvviso filo-Salvini.

Ecco – tratto dalla mia email – che cosa gli ho scritto testualmente: “Se me lo integri alla fine o all’inizio con considerazioni critiche su filo putinismo, su filo cigiellismo su pensioni e lavoro, e fissazioni anti Alfano su mare Nostrum, pubblico”. (Sarebbe questo il mio ordine a prendere le difese di Alfano…)

Ecco la sua risposta: “No direttore, è bello perché asettico, da scienziato politico”. (risposta testuale, email alla mano)

Rispettai le volontà dello “scienziato politico” e non pubblicai. Ma dissi che una sgarbata e spocchiosa risposta del genere non l’avevo ricevuta da alcuno scienziato politico (vero), da alcun economista, da alcun cattedratico, da alcun filosofo, da alcuno storico di cui negli anni ho passato pezzi, li ho limati per ragioni di spazio, li ho integrati dove mi pareva necessario, li ho mondati di refusi, di imprecisioni o di vere e proprie castronerie (che possono scappare a tutti). E tutti – da Francesco Forte a Massimo Fini, da Giovanni Orsina a Paolo Savona, da Stefano Cingolani a Benedetto Ippolito, da Francesco Damato a Gennaro Malgieri, da Alberto Pasolini Zanelli a Carlo Stagnaro, da Lodovico Festa ad Angelo De Mattia (solo per citare alcune delle firme con cui negli anni ho avuto la ventura, l’onore e l’orgoglio di avere a che fare) – mai si sono permessi di rispondere con quei toni saccenti e, anzi, mi hanno talvolta ringraziato per i suggerimenti accolti, per le integrazioni effettuate e per la scelta dei tagli per rispettare le battute previste in pagina.

Così, quell’accenno a Mare Nostrum e ad Alfano – oltre che alla Cgil, alle pensioni, a Putin – si trasforma nelle menti e nelle penne dei signori in un mio ordine preciso al “gruppo” di fare campagna contro la Lega e a favore di Alfano.

Potevo lasciar correre questa falsità con una grassa risata, ma la mia storia professionale, i miei maestri di giornalismo, i colleghi di Formiche e di Formiche.net, e la società editrice di cui sono dipendente, devono sapere la verità. Anche perché i signori in questione non hanno voluto chiedere scusa delle falsità scritte né accogliere i miei suggerimenti per comporre serenamente la questione.

Dunque ora inizio a sbugiardare le falsità contro me e contro Formiche.net contenute in quel vaneggiante scritto. Lo farò a puntate perché oggi ho dedicato fin troppo tempo a questi signori e vorrei davvero iniziare a lavorare. E poi, meglio pezzi brevi che troppo lunghi.

Inoltre le falsità sono innumerevoli, quindi vanno smontate una alla volta. Cominciando dal casus belli, secondo loro: questo pezzo. Leggetelo bene e domani o dopodomani ne riparliamo.

PS: non conosco personalmente Angelino Alfano, non l’ho mai incontrato, non ci ho mai parlato al telefono, mai scambiato un sms e messaggi di altro tipo, non conosco i suoi addetti stampa, i suoi consiglieri, i suoi collaboratori ecc. Non me ne vanto, non me ne vergogno. E’, semplicemente, un fatto.

(1/continua)

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