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Il 10 luglio in Conferenza Stato Regioni abbiamo raggiunto l’intesa sul nuovo Patto per la salute 2014-2016. Sono molto soddisfatta perché tutto ciò è stato possibile proprio grazie al lavoro che abbiamo svolto con le Regioni e il ministero dell’Economia e delle finanze in un clima di grande collaborazione e senso di responsabilità comune.

Siamo riusciti a creare, in una fase delicatissima, un’ottima sinergia che ci ha visto insieme autori di una vera e propria riforma della sanità italiana. Questo risultato mi riempie di grande soddisfazione ed è la dimostrazione di cosa possono fare le istituzioni quando decidono di “costruire” insieme attorno a un tavolo. Con l’accordo sottoscritto da governo e Regioni sul nuovo Patto, abbiamo messo in sicurezza il sistema sanitario italiano per le prossime generazioni e abbiamo gettato le basi per donare un nuovo volto alla nostra sanità. È stato il mio obiettivo sin dal principio del mio mandato e a distanza di un anno esatto, dopo tanto lavoro fatto con i miei uffici, posso dire di averlo raggiunto.

Con il Patto abbiamo affrontato i grandi temi della sanità. Dalla programmazione triennale dei costi standard e dei fabbisogni regionali, che consente di avviare e implementare politiche di innovazione del Sistema sanitario nazionale sul territorio, alla definizione degli standard relativi all’assistenza ospedaliera, che, unitamente all’assistenza sanitaria transfrontaliera, all’aggiornamento dei Lea e alla reale promozione dell’assistenza territoriale, costituiscono i pilastri su cui fondare tutte le iniziative necessarie per garantire la tutela della salute a tutti i cittadini uniformemente sul territorio nazionale. Il tema degli investimenti in sanità è anch’esso centrale per garantire le condizioni di competitività, di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie.

Tra le novità contenute nel Patto c’è anche la previsione di attivare un sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli Sistemi sanitari regionali, che consenta di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle Aziende sanitarie e dei Sistemi sanitari regionali, in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati. È previsto che questo compito venga affidato all’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) quale strumento operativo del ministero della Salute, analogamente a quanto accade negli altri Paesi dell’Unione europea.

Il Patto sarà governato da una cabina di regia politica, che ne garantirà il monitoraggio costante e verificherà l’attuazione di tutti i provvedimenti, avvalendosi di un apposito tavolo tecnico, istituito presso l’Agenas, che dovrà anche monitorare l’applicazione delle misure in campo sanitario sulla revisione della spesa, seguendo le indicazioni del Commissario straordinario per la revisione della spesa, secondo il programma di governo. La possibilità di realizzare concretamente gli obiettivi fissati nel nuovo Patto per la salute è garantita non solo dai risparmi derivanti dall’applicazione delle misure in esso previste, che rimarranno nella disponibilità delle Regioni per finalità esclusivamente sanitarie, ma anche da quelli conseguiti dalla revisione della spesa, che saranno utilizzati per migliorare i livelli qualitativi dell’intero sistema sanitario.

Anche il tema della gestione delle risorse umane trova nel Patto un impegno definito e uno strumento concreto per procedere a una riforma del sistema attuale attraverso specifici provvedimenti che saranno elaborati dal governo insieme alle Regioni. Il tema della revisione del sistema di compartecipazione (ticket) e delle esenzioni sono trattati nel Patto in un’ottica di riforma, affinché si eviti che la compartecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi sanitari e la principale causa dell’esodo dei cittadini dalle cure.

Il nuovo Patto per la salute 2014-2016, mira a un generale efficientamento del nostro Ssn, proprio nell’ottica dell’appropriatezza. Tutte le previsioni in esso contenute sono state ispirate dai bisogni di salute dei cittadini e, allo stato attuale, costituisce il solo strumento per la costruzione di una sanità più vicina alle persone, più efficace ed efficiente, sicura, di qualità e competitiva in Europa. Dopo la realizzazione dei costi standard e la “chiusura” del Patto, si apre ora una seconda fase di riforme. Queste arriveranno già a partire dall’autunno e riguardano la riforma delle nostre agenzie, Agenas e Aifa, per renderle più competitive, poi ci sarà la riforma degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico volta a mettere a sistema tutta la ricerca biomedica, a renderla più competitiva e più forte, ma anche più attrattiva per i nostri talenti che sono andati all’estero.

L’idea è quella di mettere il sistema-ricerca in rete per fare dialogare gli enti tra loro in modo che possano partecipare ai grant e alle sfide per attrarre risorse in maniera coordinata, passando dalla fase artigianale alla fase industriale. L’Istituto superiore di sanità diverrà un grande centro di ricerca potenziato. Altri temi che affronterò in autunno riguardano la sanità integrativa, che può diventare il secondo pilastro del Ssn, e la fertilità: farò un grande Piano nazionale per cercare di dare un nostro contributo al contrasto del crollo demografico, informando sull’importanza di proteggere la fertilità dai fattori che possono metterla a rischio e promuovendo la consapevolezza nelle donne che la fertilità non è un bene senza scadenza, che con l’avanzare dell’età la possibilità di fare un figlio decresce fino poi a scomparire del tutto.

Ma il lavoro che ci aspetta non finisce qui, nel Semestre di presidenza italiana affronteremo tanti altri temi tra i quali la prevenzione primaria e secondaria (corretti stili di vita, prevenzione dei tumori, ecc.), la salute della donna, le malattie trasmissibili, le vaccinazioni, la longevità e le malattie croniche non trasmissibili, la sicurezza alimentare e il contrasto delle frodi in tale settore.

Articolo pubblicato sul numero di agosto-settembre della rivista Formiche

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