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La Cina sta per compiere un passo significativo verso un disgelo con il Regno Unito: Pechino sta infatti valutando la revoca delle sanzioni imposte nel 2021 a nove cittadini britannici, tra cui cinque deputati conservatori e due membri della Camera dei Lord. Quelle misure furono adottate come ritorsione alle limitazioni comminate da Londra a dirigenti cinesi ritenuti responsabili di abusi nella regione dello Xinjiang.

Pechino avrebbe aperto un approfondimento sulle restrizioni che vietano ai soggetti colpiti l’accesso a Cina, Hong Kong e Macao, congelano eventuali patrimoni e proibiscono rapporti commerciali con individui o enti cinesi. Nel 2021 furono inseriti nella lista nera: l’ex leader tory Iain Duncan Smith, l’ex ministro alla Sicurezza Tom Tugendhat, Nusrat Ghani, Neil O’Brien e Tim Loughton; i pari David Alton e Helena Kennedy; oltre all’accademica Jo Smith Finley e all’avvocato Geoffrey Nice.

Questa mossa segue una settimana di intensi scambi diplomatici a Londra, durante la quale He Lifeng, vicepremier della Repubblica popolare, e Wang Wentao, ministro del Commercio, hanno incontrato rispettivamente la cancelliera (ministra delle Finanze) Rachel Reeves e il segretario per il Commercio Jonathan Reynolds. Nei medesimi giorni, Liu Jianchao – numero due della sezione internazionale del Partito comunista cinese – ha tenuto colloqui riservati con il ministro degli Esteri David Lammy e il consigliere per la sicurezza nazionale Jonathan Powell, senza che questi incontri fossero annunciati ufficialmente dal Foreign Office.

“Le relazioni tra Regno Unito e Cina stanno mostrando un impulso positivo”, ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata di Pechino a Londra, sottolineando come il “dialogo a tutti i livelli” favorisca la fiducia reciproca e lo sviluppo della cooperazione bilaterale. Queste parole suonano come un’apertura dopo il recente ritiro – sempre da parte di Pechino – delle sanzioni nei confronti di cinque eurodeputati e del sottocomitato diritti umani dell’Unione europea, misura parte di un più ampio tentativo di rinsaldare i colloqui commerciali con Bruxelles.

Sul piatto resta poi la decisione britannica sul progetto di costruire una nuova, imponente “super-ambasciata” cinese nei pressi della Torre di Londra: il governo di Westminster dovrà pronunciarsi entro l’estate, mentre Washington avrebbe già espresso perplessità sui possibili rischi per la sicurezza nazionale.

Intanto a Downing Street si preparano i prossimi passi diplomatici: è allo studio un viaggio di Reynolds a Pechino per rilanciare il dialogo economico, mentre per l’autunno si prospetta una visita del primo ministro Sir Keir Starmer in Cina. Segnali, questi, di una politica estera laburista che, dopo aver condannato con forza le violazioni nello Xinjiang quando il partito era all’opposizione, sembra ora propensa a intensificare i rapporti commerciali con il gigante asiatico per sostenere la crescita economica del Regno Unito.

Disgelo di Pechino verso Londra. Via le sanzioni ai parlamentari?

Il governo cinese sta valutando di revocare le restrizioni imposte nel 2021 a nove cittadini britannici, tra cui cinque ex deputati conservatori e due pari, responsabili di aver denunciato le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. La decisione arriva in un contesto di intensi scambi diplomatici e commerciali. Sullo sfondo resta aperta la partita della sede diplomatica a Tower Hill

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