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A 116 anni dalla fondazione, il Secret Intelligence Service (o MI6) avrà il suo primo capo donna. Sarà Blaise Metreweli, 47 anni, che il governo guidato da Sir Keir Starmer ha scelto come diciottesimo “C” – che oggi è chief, firmato con inchiostro verde, ma oltre un secolo fa era più semplicemente l’iniziale del primo direttore, Sir Mansfield Smith-Cumming. È considerata una predestinata: da tempo era la favorita per la successione a Sir Richard Moore, tanto che il Financial Times scrive che è “stata preparata” per prendere il timone del servizio. È stata preferita a Dame Barbara Woodward, diplomatica di carriera, attualmente rappresentante permanente alle Nazioni Unite di New York, già ambasciatrice a Pechino (soprannominata dai critici “Beijing Barbara”). Prenderà il timone del servizio il 1° ottobre, dopo qualche settimana di convivenza con Sir Richard, com’è tradizione nel Regno Unito per facilitare il passaggio di consegne.

Il curriculum

Laureata in antropologia all’Università di Cambridge, appassionata di canottaggio (era nella squadra di Cambridge che battè Oxford nella Boat Race del 1997) , al SIS dal 1999, Metreweli oggi è a capo della divisione tecnologia e innovazione (il “Q” di James Bond). Cognome di origini georgiane. Parla arabo. Nella sua carriera ha avuto incarichi operativi in Europa e in Medio Oriente e ha anche prestato servizio a MI5, il Security Service, ovvero il servizio di sicurezza interna, guidando la direzione K, quella che sovrintende alle minacce da parte di Stati ostili come Russia, Cina e Iran. Secondo il Financial Times, avrebbe dovuto iniziare un incarico all’estero questa estate. Un aspetto, quello della human intelligence, evidenziato anche nelle sue prime parole dopo la nomina: “Non vedo l’ora di continuare questo lavoro accanto ai coraggiosi funzionari e agenti dell’MI6 e ai nostri numerosi partner internazionali” (dove per agenti si intendono le risorse reclutate dal servizio).

La passione per la tecnologia

Racconta il Times che Metreweli è molto interessata all’intelligenza artificiale e al suo potenziale impiego nello spionaggio; che i colleghi la descrivono come perspicace, intelligente e dotata di una certa durezza; da “Q” ha sostenuto gruppi poco rappresentati, incoraggiando anche persone neurodivergenti a intraprendere carriere nel settore tecnologico. In un’intervista al Financial Times di tre anni fa, nella quale è stata citata con lo pseudonimo Ada per proteggere la sua identità, ha rivelato che, fin da bambina, l’unico lavoro che avesse mai desiderato fare era quello di spia. Autodefinitasi “geek”, ha raccontato che il suo primo incarico nel contro-proliferazione le aveva offerto l’opportunità di confrontarsi con la “scienza davvero profonda” della tecnologia nucleare, così come con il compito di instaurare rapporti con agenti all’estero “che rischiavano la vita per condividere con noi segreti”.

La presenza femminile

Inevitabile pensare a “M”, ovvero il “C” della saga di James Bond, interpretato da Judi Dench. In questo caso il cinema ha anticipato la realtà. Al contrario del Six, il Five ha già avuto due donne alla guida: Stella Rimington dal 1992 al 1996; Eliza Manningham-Buller dal 2002 al 2007. Anche il GCHQ, il servizio di signals intelligence, ha avuto una donna a capo: l’attuale direttrice, Anne Keast-Butler, insediatasi nel 2023. La storica scarsità di rappresentanza femminile nei ruoli di vertice del servizio è migliorata negli ultimi anni. Tre dei quattro direttori generali attualmente al di sotto di Sir Richard sono donne: Metreweli, un’altra che è responsabile delle operazioni e una terza che è a capo della strategia.

Le congratulazioni

Metreweli, che dovrebbe insediarsi in autunno dopo un periodo di coabitazione con l’attuale capo, era la favorita di Sir Richard che la conosce da tempo e l’ha fortemente voluta quando era al Five, si racconta a Londra. E le parole di quest’ultimo sembrano confermarlo: “Sono assolutamente entusiasta di questa storica nomina della mia collega Blaise Metreweli a mio successore come ‘C’”. Ringraziando Sir Richard, il primo ministro Sir Keir Starmer, ha parlato di una “nomina storica”, in un contesto di minacce “senza precedenti, che si tratti di aggressori che inviano le loro navi spia nelle nostre acque o di hacker i cui sofisticati piani informatici mirano a destabilizzare i nostri servizi pubblici”. David Lammy, segretario agli Esteri, ha annunciato un nuovo investimento aggiuntivo di 600 milioni di sterline nella nostra comunità dell’intelligence, “affinché possa continuare a difendere il nostro stile di vita”. Quella del governo e del comparto intelligence del Regno Unito è una scelta che racconta una visione di medio-lungo termine: infatti, al termine del suo mandato, Metreweli avrà poco più di 50 anni e ancora una discreta carriera davanti.

La prima donna al vertice dell'MI6. Starmer sceglie Blaise Metreweli

A 116 anni dalla sua fondazione, il Secret Intelligence Service vive un momento storico con la nomina di Blaise Metreweli come prima donna “C” del servizio. Antropologa di Cambridge, esperta in tecnologia e innovazione, con esperienze operative in Europa e Medio Oriente, ma anche un passaggio in MI5, Metreweli è la favorita da anni ed è stata scelta dal governo Starmer, con la sponda del direttore uscente, Sir Richard Moore

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