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Intervenuto in audizione presso le Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha affrontato alcuni tra i dossier più caldi nelle mani del governo, tra cui la crisi libica e l’avanzata dei jihadisti dell’Isis in Irak e ha esposto – poco alla vigilia del vertice in Galles – il positivo dato sulla lotta alla pirateria marittima, risultato delle operazioni “Atalanta” e “Ocean Shield” a guida Nato.

LIBIA

Per ciò che concerne i disordini che scuotono Tripoli, per la titolare di via XX Settembre un possibile ed ulteriore deterioramento della situazione potrebbe avere “effetti potenzialmente gravi sulla sicurezza dell’Italia”.
Il ministro ha spiegato che in Libia la situazione “rischia di determinare il completo sfaldamento dello Stato, con la perdita totale del controllo del territorio da parte delle legittime Autorità, sempre più esposte all’azione di gruppi armati con aspirazioni politiche, di matrice fondamentalista, ovvero dediti alle attività illegali come il traffico di esseri umani”. Da qui anche le difficoltà di “intervento degli attori esterni che deve necessariamente essere quanto mai cauto nell’attuale difficile e mutevole contesto”.
“Dobbiamo, quindi, – ha concluso il ministro Pinotti – mantenere alta la nostra capacità di far fronte ad eventi imprevisti e, al tempo stesso, dobbiamo continuare a contribuire alla sicurezza internazionale, in particolare nelle aree per noi più critiche”.

STATO ISLAMICO

Pinotti ha parlato anche di come arginare le violenze perpetrate in Irak e Siria dallo Stato Islamico e della scelta del Parlamento italiano (di concerto con l’Europa) di armare i peshmerga curdi.
Nelle loro mani potrebbero presto arrivare cento MG 42/59 muniti di relativi 100 treppiedi; 100 mitragliatrici 12.7; 250.000 munizioni per ciascuna delle due tipologie di armi. A queste dotazioni “nazionali” andranno aggiunti 2000 razzi del tipo RPG 7 e RPG 9 oltre ad un totale di 400.000 munizioni per mitragliatrici di fabbricazione sovietica confiscati. Forniture, ha aggiunto il ministro, che “allo stato è possibile ipotizzare l’inizio delle consegne al termine della prima decade di settembre”.

AFGHANISTAN

Infine il ministro si è soffermato sull’Afghanistan, dove dopo dodici anni, ci si avvicina “alla conclusione della missione Isaf, prevista per la fine del 2014”, con il relativo disimpegno del nostro contingente e il rientro di mezzi e materiali.
La missione nel paese afghano, ha rivendicato Pinotti, avrebbe ottenuto importanti risultati per la stabilizzazione del Paese. “Oggi le Forze armate e di polizia afghane – ha infatti spiegato – sono entrambe a pieno organico, addestrate ed equipaggiate, e sopportano la quasi totalità delle operazioni di sicurezza”, mentre a favore della società civile ci sono da annoverare numerose opere nel settore della ricostruzione e dello sviluppo.

Che cosa ha detto il ministro Pinotti su Libia, Irak e Afghanistan

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