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Non ci sarà alcun taglio drastico dei diritti camerali nel 2015, come inizialmente previsto nel decreto di riforma della Pubblica amministrazione in discussione a Montecitorio. Le Camere di Commercio non vedranno dimezzati dal prossimo anno il contributo che le imprese versano annualmente. Come da subito proposto dal Nuovo Centrodestra, ci sarà infatti una riduzione graduale: 35 per cento nel 2015, 40% nel 2016 e del 50% nel 2017. E’ questa la modifica accolta dalla commissione Affari costituzionali, dove abbiamo votato un emendamento che raccoglie la proposta avanzata sin dall’inizio dal Ncd per ridurre le spese delle imprese.

Una soluzione ragionevole, sulla quale  abbiamo chiesto una convergenza per salvaguardare il ruolo delle Camere di Commercio, che svolgono una funzione di sussidiarietà fondamentale per le imprese. Il tutto, è opportuno sottolinearlo, senza ulteriori aggravi per le finanze pubbliche. Vale la pena ricordare, inoltre, che le Camere di Commercio non ricevono alcun finanziamento dallo Stato.

Il contributo di circa 100 euro l’anno per cinque milioni di imprese serve a mantenere tutti i servizi e le attività che svolgono le Cciaa, dal mantenimento dei registri delle imprese ai corsi obbligatori al sostegno dell’accesso al credito attraverso i confidi. Adesso, premesso che per noi sarebbe stato più opportuno che il Parlamento se ne fosse occupato prima, si potrà procedere con più serenità alla riorganizzazione del sistema camerale. Un processo di autoriforma peraltro auspicato non solo da noi ma sostenuto dalle stesse imprese, e già prevista nel ddl delega approvato dal Governo.

Questo in una logica di semplificazione e razionalizzazione, senza alcuna intenzione di distruggere l’esperienza delle Camere di Commercio, quale legame virtuoso tra il settore pubblico e il tessuto produttivo. Noi infatti non siamo per una posizione contraria a prescindere rispetto a una riduzione dei diritti camerali.

Ma continuiamo a ribadire la necessità che venga accompagnata da una profonda riforma del sistema che salvaguardi le Camere di Commercio, e ne rafforzi le capacità di sostegno alla crescita e lo sviluppo delle imprese in modo più efficace ed efficiente.

Camere di Commercio, la migliore riforma è l'autoriforma

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