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La Conferenza episcopale italiana ha riassunto Dino Boffo, già direttore di Avvenire e poi di Tv2000 licenziato lo scorso febbraio. A “salvare” il giornalista trevigiano è stata una clausola di salvaguardia presente nel contratto, misteriosamente ignorata fino a oggi. Il provvedimento è in vigore da qualche settimana e sarà valido fino al giorno in cui Boffo andrà in pensione. Nel frattempo, sarà formalmente “dipendente a casa”, senza incarichi operativi. Lui, interpellato dall’Ansa, non ha voluto né confermare né smentire le indiscrezioni.

LA CLAUSOLA ANTI LICENZIAMENTO

Nel contratto, stando a quanto s’è appreso, era prevista una sorta di clausola anti licenziamento, inserita proprio per scongiurare il ripetersi di quanto avvenuto nel 2009, quando Boffo aveva dovuto dimettersi da Avvenire in seguito alla campagna del Giornale allora diretto da Vittorio Feltri.

LA CACCIATA IMPROVVISA A FEBBRAIO 

Invece, il 14 febbraio scorso il giornalista veniva licenziato da Società Rete Blu, l’editore formale di Tv2000. Decisione inaspettata, visto che mai l’ex direttore di Avvenire si sarebbe aspettato di essere cacciato nonostante gli ottimi ascolti dell’emittente da lui diretta. Una separazione tutt’altro che consensuale, con strascichi giudiziari che porteranno il prossimo 3 ottobre il Tribunale di Roma a decidere sul licenziamento ritenuto “ingiurioso” da Boffo, che fin dal principio s’era rifiutato di sottoscrivere il comunicato ufficiale preparato dal presidente del Cda di Rete Blu, Giovanni Traverso. L’obiettivo del giornalista è di ottenere un risarcimento morale, e per questo ha citato in giudizio i vertici della Cei, compreso il segretario generale, mons. Nunzio Galantino, da più parti – secondo osservatori maliziosi – considerato l’ispiratore del cambio della guardia.

LE FRIZIONI CON MONS. GALANTINO

Nei giorni della cacciata, infatti, molto si vociferò del ruolo svolto proprio da Galantino nella sostituzione di Boffo. Non passò inosservato il fatto che il cambio alla guida di Tv2000 giunse poco dopo l’insediamento del vescovo di Cassano allo Jonio alla segreteria della Conferenza episcopale italiana e solo due giorni dopo un’udienza di questi con il Papa. Sempre poco meno d’un anno fa, i giornali mettevano in risalto la concorrenza spietata tra la tv dei vescovi e il Centro televisivo vaticano diretto dal “prorompente” (definizione di Repubblica) Dario Edoardo Viganò, con il quale Boffo mai ha avuto un buon rapporto (eufemismo).

IL NUOVO ASSETTO DI TV2000

Nel frattempo, dopo un interim di qualche mese, Tv2000 s’è data un nuovo assetto, con la nomina di Paolo Ruffini alla direzione della rete e del vaticanista Lucio Brunelli, ex Tg2, alla guida della testata. Una rivoluzione che ha toccato programmi, linea editoriale e perfino logo grafico del canale televisivo, presentato solo qualche settimana fa in un evento a Milano.

Ecco perché Dino Boffo è stato riassunto dalla Cei

La Conferenza episcopale italiana ha riassunto Dino Boffo, già direttore di Avvenire e poi di Tv2000 licenziato lo scorso febbraio. A "salvare" il giornalista trevigiano è stata una clausola di salvaguardia presente nel contratto, misteriosamente ignorata fino a oggi. Il provvedimento è in vigore da qualche settimana e sarà valido fino al giorno in cui Boffo andrà in pensione. Nel…

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