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A Palazzo Chigi circola un inconsueto ottimismo circa i rapporti tra l’Italia, i partner e le istituzioni europee. Propedeutici al cambio di umore sono stati due fatti recenti: il giudizio positivo espresso dall’agenzia di rating Moody’s e soprattutto lo spostamento dell’Ecofin (l’assise dei ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri) dal 2 al 7 dicembre. Cinque giorni in più per trattare. Oggetto della trattativa è, naturalmente, la riforma del Patto di stabilità e crescita.

Se fino alla scorsa settimana tra i ranghi del governo dominava il pessimismo, ora a prevalere è la fiducia. Si ha fiducia nel fatto che la Germania e i Paesi cosiddetti frugali del Nord Europa accetteranno la richiesta italiana di escludere dal computo del deficit gli investimenti del Pnrr e quelli in materia di Difesa. E si ritiene che tale concessione non sarà bilanciata dall’introduzione di parametri fissi che accompagnino le economie nazionali lungo la strada della riduzione del rapporto deficit-Pil, ma di regole flessibili tarate sulle condizioni di ciascuna economia nazionale. Gioca a nostro favore il fatto che, oltre alla Grecia, anche la Francia, la Spagna e il Belgio vivano problemi simili ai nostri in materia di deficit e di debito. Ma soprattutto giocano a nostro favore la condizione recessiva dell’economia tedesca e la caduta in disgrazia del ministro teutonico delle Finanze, il rigorista liberale Christian Lindner, a beneficio del più “disponibile” ministro dell’Economia, Robert Habeck.

Perciò l’incontro di domani tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz avrà valore strategico. Meloni è convinta che il bilaterale si concluderà con un informale via libera tedesco alle richieste italiane in vista dell’imminente Ecofin. Se così sarà, ai partner è già stato assicurato che nella seconda metà di dicembre il Parlamento italiano voterà la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Voto che chiuderebbe finalmente una lunga fase durante la quale molti partner e osservatori internazionali hanno giocoforza rinverdito gli antichi pregiudizi nei confronti di un’Italia-cicala naturalmente incline all’irresponsabilità.

 

Ecofin, su cosa si fonda l’inedito ottimismo di Meloni

Meloni è convinta che il bilaterale con Scholz domani si concluderà con un informale via libera tedesco alle richieste italiane in vista dell’imminente Ecofin. Se così sarà, ai partner è già stato assicurato che nella seconda metà di dicembre il Parlamento italiano voterà la riforma del Meccanismo europeo di stabilità… Il commento di Andrea Cangini

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