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Sia la Cina che gli Stati Uniti sono desiderosi di dimostrarsi capaci di “stabilizzare” le relazioni e di entrare in una modalità “senza sorprese”, spiega Agathe Demarais, senior fellow dell’Ecfr: “Washington e Pechino sanno che non hanno nulla da guadagnare nell’inasprire le tensioni con l’altra parte. Una mossa del genere danneggerebbe l’economia statunitense, un fattore determinante per le possibilità di rielezione di Biden. Visto dalla Cina, un aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina spaventerebbe ulteriormente le multinazionali e accelererebbe i loro piani di trasferimento della produzione dal territorio cinese, alimentando la disoccupazione”.

“Quella tra Usa e Cina è una relazione competitiva, che può facilmente virare verso il conflitto se non viene gestita bene. È la prima responsabilità che abbiamo, e sarà in cima all’agenda dell’incontro tra i presidenti Biden e Xi”, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, per delimitate il quadro dell’incontro di domani, momento a margine — ma senza dubbi il centro delle attenzioni — del vertice Apec di San Francisco. C’è in ballo l’Ucraina e il Medio Oriente, dove il capo della Casa Bianca solleciterà il collega di Pechino a svolgere un ruolo responsabile, ma anche questioni bilaterali come un nuovo accordo sul Fentanyl — e i componenti oppioidi che dalla Cina alimentano il mercato narcotico americano — o altre globali e futuristiche come la gestione consapevole delle intelligenze artificiali.

”Va detto che per esempio sull’Ucraina, gli Stati Uniti chiedono che la Cina ponga un freno all’esportazione di beni ad alta tecnologia verso la Russia, ma è un pio desiderio e probabilmente gli americani non dovrebbero dedicare troppo tempo ad avanzare tali richieste”, dice l’esperta del think tank paneuropeo.

Tuttavia, Pechino e Washington riconoscono che le cose non vanno bene, ma non vogliono che le cose peggiorino, spiega: “Il fatto che entrambe le parti si stiano semplicemente parlando è già un risultato dell’incontro. La discussione non cambierà la direzione di marcia delle relazioni tra Stati Uniti e Cina. La parte americana non eliminerà i controlli sulle esportazioni di tecnologia avanzata in Cina, per esempio. E nel frattempo, gli sforzi cinesi per aumentare l’autosufficienza e sviluppare un modello a doppia circolazione continueranno ad andare avanti”.

“Per entrambe le parti, il risultato preferito dell’incontro è che non ci sia molto da scrivere nello specifico. Però — continua l’analista — in termini di risultati specifici legati alla geoeconomia, potrebbero essere compiuti progressi limitati in alcune aree”. Per esempio? “Il dialogo sull’intelligenza artificiale, argomento chiave di discussione nell’incontro. E poi le esportazioni cinesi di precursori del Fentanyl”.

A luglio, gli Stati Uniti hanno lanciato la Coalizione globale contro le minacce delle droghe sintetiche che serve agli Stati Uniti per elevare il dossier — di carattere interno — sul piano internazionale, anche contro la Cina. “Le aziende cinesi spediscono sostanze chimiche utilizzate per la produzione di Fentanyl ai cartelli della droga messicani che poi contrabbandano la droga negli Stati Uniti”, spiega Demarais. Dunque, “convincere la Cina a porre un freno a queste spedizioni sarebbe una vittoria (bipartisan) per la parte americana”.

Sul commercio, al di là del caso delle droghe sintetiche — che è una questione di sicurezza nazionale — è quello dell’AI, parte della competizione globale sulle nuove tecnologie, il tema sembra essere questo: gli Stati Uniti intendono rassicurare Pechino che il de-risking non è un freno all’ascesa della Cina. “Negli ultimi mesi, i funzionari statunitensi si sono adoperati per smuovere la percezione cinese che i piani di de-risking degli Stati Uniti mirino a frenare l’ascesa economica della Cina. Un messaggio di Biden che sottolinei il diritto della Cina a crescere sarebbe visto come un gesto positivo da Pechino”, spiega Demarais.

Sul tavolo di Biden e Xi anche il Fentanyl. L’importanza dell'incontro secondo Demarais (Ecfr)

Per Agathe Demarais, senior fellow dell’Ecfr, convincere la Cina a porre un freno alle spedizioni di sostanze chimiche usate per il Fentanyl “sarebbe una vittoria (bipartisan) per la parte americana” e sarebbe uno dei risultati concreti di un incontro Biden-Xi che comunque non modificherà le relazioni

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