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Sugli scogli che guardano in faccia l’altro mondo, che è il nostro stesso mondo, quello dell’Africa del Mediterraneo, sorge un piccolo fabbricato. Ha due piani ed è diroccato. Una piccola stazione della finanza era. La frasciamazza, la trazzera che lo collegava alla strada, lunga e dirittissima, se l’è inghiottita. Non c’è simbolo dell’incuria più grande della frasciamazza. Perché la terra che è donna non ha la fortuna delle donne e il tuppo non se lo può fare.
Per lungo tempo questo luogo, avvolto dalla frasciamazza, fu luogo di appartamento. Masculi con fimmini, e masculi con masculi. Fino a quando un pazzo non decise di dedicarsi alla cura di questo luogo. Un pazzo tra le scupazze, le palme innestate sul selvaggio, nate da uno scacazzo di un uccellazzo, ha protetto questo angolo di mondo facendo della frasciamazza un tuppo. Una specie di orco buono, un Polifemo con due occhi e mezza testa. Nessuno osò più avvicinarsi al fabbricato a due piani, diroccato. Manco la frasciamazza.
Poi, un giorno come nelle favole, il pazzo che viveva tra le scupazze, quelle nate da uno scacazzo, morì. E la frasciamazza tornò a mangiarsi questo luogo che guarda l’altra faccia del mondo che è il nostro stesso mondo. E fu di nuovo luogo di appartamento. Masculi con fimmini e masculi con masculi.
Carlo, ad ogni costo, vuole fare di questo fabbricato un punto cospicuo del costa. Vuole farne della facciata, quella che guarda quell’altro mondo che è il nostro stesso mondo, una finestra con le ante a mo’ di braccia aperte che accolgono in un abbraccio immenso, solidale e multimediale, con tanto di scritta di benvenuto, scritta in tutte le lingue del mondo, anche in quella muta che anche chi non sa leggere può capire, tutti coloro che approdano nel nostro mondo che è il loro stesso mondo.
Una cosa da pazzi, quella di Carlo. Perché solo un pazzo può prendersi a cuore un luogo di scupazze nate da uno scacazzo. Ma state certi che non appena uno che non è pazzo vuole prendersi a cuore un posto che solo un pazzo può custodire, la cosa più pazza sarà scoprire quanti che non sono pazzi inizieranno a fare come i pazzi.

Un pazzo tra le scupazze

Sugli scogli che guardano in faccia l’altro mondo, che è il nostro stesso mondo, quello dell’Africa del Mediterraneo, sorge un piccolo fabbricato. Ha due piani ed è diroccato. Una piccola stazione della finanza era. La frasciamazza, la trazzera che lo collegava alla strada, lunga e dirittissima, se l’è inghiottita. Non c’è simbolo dell’incuria più grande della frasciamazza. Perché la terra…

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